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Commento di Fabio Della Pergola

su La speranza è nel blog di Beppe Grillo. Incredibile ma vero


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 17 maggio 2013 18:45

Caro Gottardo,

se si prendono dei fatti e li si elencano, andando a scegliere fra i mille fatti di sangue che avvengono in Italia, proprio quelli che riguardano tre immigrati si fa un’operazione politica, non si fa un semplice elenco statistico di avvenimenti.

Se si scelgono tre fatti di cui due sono manifestamente opera di gente che ha “sbroccato” di testa e si imputano questi fatti all’inerzia di decisioni politiche o giudiziarie o di sicurezza si collegano artificiosamente tre problemi diversi: 1) immigrazione (clandestina o no) che va regolamentata nel quadro di iniziative politiche europee e che in italia è “regolamentata” dalla legge Bossi-Fini; 2) sicurezza (che è problema diverso da quello dell’immigrazione perché in Italia ci sono quattro o cinque milioni di immigrati che lavorano, pagano l’affitto, pagano le tasse e non delinquono) che riguarda sicuramente una fascia di immigrati, la cui pericolosità sociale è stata ampiamente amplificata per motivi strumentali in questi ultimi dieci o venti anni (ma certamente meno pericolosa di quanto non si sia dimostrata la speculazione finanziaria ad esempio); 3) sanità o insanità mentale che riguarda una percentuale minima della popolazione, ma può riguardare bianchi, neri, gialli e rossi indistintamente.

L’articolo di Grillo lega insieme i primi due problemi per denunciare l’inerzia delle istituzioni, cioè, nella sua logica strumentale, il fallimento della classe politica italiana di qualunque colore. Elencando i fatti e sottolineando come tutti e tre fossero conosciuti e liberi (e lo fa anche lei nel suo commento). Come se fosse pensabile tenere indefinitivamente sotto custodia tutti quelli che hanno infranto la legge in un qualche momento. O come se il programma delle espulsioni fosse facile da fare avendo spesso a che fare con gente di cui non si conosce nemmeno la nazionalità (e con quello che costa fra l’altro).

Ma tiene insieme questi due problemi parlando in particolare di Kabobo, a cui dedica il titolo, cioè di un caso che non rientra nelle prime due categorie, ma nella terza. Che con le prime due non ha niente a che vedere. Se si fa questo giochetto, collegando immigrazione, sicurezza e pazzia, e si costruisce un articolo in questo modo si fa un’operazione politica ABBERRANTE, che ha una chiarissima sostanza RAZZISTA: tutti gli immigrati sono pericolosi perché pazzi. Questo è il succo della comunicazione. E non è difficile capirlo, non mi venga a raccontare la barzelletta della semplice fotografia asettica della situazione. Non mi prenda per scemo, per favore.

Io ho volutamente criticato QUESTA operazione che è, insieme politica e culturale. E che, per me, è repellente. Non ho estratto dodici righe dal contesto, ma ho fatto esattamente il contrario: ho letto l’insieme della comunicazione del post. Se lei non ci legge quello che ci leggo io e non capisce i motivi della mia critica non so proprio che cosa farci. Ma, mi faccia la cortesia, la smetta di accusare chiunque non sia d’accordo con lei di poca intelligenza e poca onestà: non è né intelligente né onesto da parte sua.

P.S. Non ho scritto altri articoli su questo post di Grillo. Quello che ha letto è di qualcun altro e, per quello che ho visto, tutti gli articoli pubblicati su Agoravox sono, più o meno dello stesso tenore. Evidentemente non sono il solo a pensarla così. In ogni caso ho scritto altri articoli su Grillo tutti indistintamente critici, perché il personaggio non mi piace, non mi piace come si comporta, non mi piace la sua strategia, non mi piace la sua logica e non mi piacciono i suoi apocalittici compagni di avventura. Non l’ho mai nascosto e, anzi, l’ho sempre detto a chiare lettere, anche se sono consapevole che i motivi della sua critica alla classe politica italiana sono comprensibili e condivisibili. Ma questo non è sufficiente; Grillo e il M5S non hanno l’esclusiva dell’indignazione e se pretendono di averla dimostrano semplicemente, una volta di più, la loro ottusità.

Saluti


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