Pietrologia >
Su molti organi di stampa è partita la caccia alle “motivazioni” più recondite ed “inespresse” dal Papa all’atto della Sua improvvisa “rinuncia” al Ministero Petrino.
Un fenomeno niente affatto insolito per chi segue i media e la loro “attitudine” a disvelare ciò che appare “insondabile”.
Ecco allora che non è sufficiente assumere la “sofferta” decisione di Benedetto XVI° come pura e sincera testimonianza di straordinario senso di responsabilità e di umiltà.
L’umiltà di chi ha preso coscienza della caducità del proprio vigore fisico e dello scemare della forza d’animo.
La responsabilità di chi ha piena consapevolezza del ruolo svolto e delle “sfide” che ne discendono.
Basta chiedersi chi, più di un Papa, può e deve credere nel valore e nella crucialità della missione affidata.
Non solo.
La “fragilità” dell’essere umano non va confusa con la sua “capacità” di prendere decisioni.
Decisione (diritto e dovere) che, secondo il Diritto Canonico, spetta al Papa, confrontandosi con se stesso in totale “libertà e autonomia”.
Questa è l’unica sensata chiave di lettura.
Segno di rispetto per quella “scelta” che è impronta di una Fede, senza miracoli …