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Commento di Prince de Saint Brown

su Pagliara e la scuola Onu di Beit Lahia


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Prince de Saint Brown 27 gennaio 2009 11:30

Non si capisce perchè di fronte a immagini come queste gli ebrei italiani si ostinino a difendere lo Stato d’Israele. Una cosa è la religione ebraica e la memoria dell’Olocausto, altro è il comportamento terrorista d’Israele.
Non si possono mischiare le due cose per poi dare dell’antisemita a chi critica il governo dello Stato di David.
Israele, e queste immagini lo dimostrano, si è macchiato di crimini contro l’umanità, ma l’idea che si vuole sempre far passare - e giornalisti come Pagliara sono funzionali a questo disegno - è di uno Stato sotto assedio, accerchiato da nemici, sempre sotto tiro.
Ma se si prova ad andare prima in Israele e poi in Palestina ci si potrà fare un’idea della realtà: da una parte un paese in tutto e per tutto occidentale e capitalista, con la ricchezza e gli agi del primo mondo; pochi chilometri più in là, un popolo tenuto in ostaggio, a cui viene negato anche l’accesso al mare, con condizioni di vita disumane, senza alcuna prospettiva di futuro.
E adesso anche bombardato, umiliato, ferito.
In condizioni di questo genere la propaganda di Hamas e il fanatismo religioso fanno facile presa sulla popolazione.
Nessuno nè in Israele, nè tra le cosiddette democrazie occidentali ha il coraggio di dire che se non si ridà dignità al popolo palestinese, offrendo un piano di sviluppo economico e l’indipendenza territoriale, questa situazione continuerà immutata per secoli.
Piuttosto si continua a sottolineare il diritto di Israele a vivere in pace.
Ma non ci può essere pace senza giustizia.
Dai discendenti di uomini e donne che hanno patito la Shoah non si può accettare l’accanimento del loro Stato contro altri uomini e donne. Questo, assieme all’informazione complice, è francamente inaccettabile.


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