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Commento di Alfonso C.

su Armi italiane sparano sul popolo Libico


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Alfonso C. 27 febbraio 2011 00:48

No Damiano, per ragioni che non sarebbe "carino" spiegare qui, ti posso dire che dove c’è la mano di "quelli che non è bene nominare" si vede il "caro vecchio" fucile d’assalto AK47 più noto come kalashnikov. Molto più probabilmente una parte delle forniture alla Libia hanno preso la via dell’Africa Sub-Sahariana dove l’influenza politica ed economica di Gheddafi è sostanziale. Per portare un esempio, nel 2006 la Libia ha fornito al Chad (Ciad) un Aermacchi SF.260W (poi abbattuto) aereo leggero "ideale" per mitragliare forze di terra.
Mi colpisce invece la coincidenza della fornitura del 2009 citata nell’articolo di Giorgio con la presentazione ufficiale del "giocattolino" che ho usato come illustrazione. E’ l’ARX 160 abbinato al GLX 160 della Beretta, uno strumento studiato appositamente per il combattimento urbano, fucile e lanciagranate abbinati in un unico strumento di morte.
I dettagli potrai trovarli qui.
http://www.thefirearmblog.com/blog/2009/05/07/beretta-arx-glx-160/
Dalle ferite visibili (fori di proiettili e contemporaneamente smembramento da esplosione) nelle foto più crude delle vittime di questi giorni (che non posso presentare per ovvie ragioni di delicatezza) non mi sentirei di escludere che questo "gioiellino" frutto del genio italico sia stato sperimentato sul campo per la prima volta.
Questo spiegherebbe "certe voci" di mercenari italiani... o forse di "consulenti"???
Ma certamente sono solo un paranoico... non prendetemi sul serio.


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