Niente di nuovo da Marchionne.
Relegare le relazioni industriali all’esame della gestione ordinaria di breve periodo (volumi, costi, ..).
Sopperire a carenze logistiche, impiantistiche ed organizzative con: a) incremento di intensità (ritmo, durata, ..) e flessibilità (orario, ripartizione, ..) della prestazione lavorativa; b) riduzione degli spazi di non governabilità (assenze, scioperi, ..) del fattore umano.
Vincolare la sussistenza dell’unità produttiva all’accettazione del “patto” aziendale.
Questa è la modernità versione Marchionne?
“E’ il massimo della democrazia – chiosa Renato Schifani – perché saranno gli operai, in libera coscienza, a valutare il quesito posto”.
Come dire che va sempre bene quello che privilegia la libertà d’impresa.
Anche un referendum improntato a toni da Dossier Arroganza …