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Avvisi ai naviganti (3)

Troppo spesso ci facciamo prendere dalle notizie del giorno e dalle scadenze a breve, sono pochi coloro che cercano di fare il “punto nave” e quasi tutti si accontentano della tattica e della eventuale limitazione dei danni rinunciando alla via maestra della “strategia”.

Fino a pochi anni fa le strategie erano legate alle due ideologie dominanti, quella capitalista e quella comunista, che non erano solo ideologie, ma realtà economiche vive, antagoniste, che creavano nelle persone identità precise e scelte di campo.

A venti anni esatti di distanza dalla caduta del comunismo, ecco il pieno fallimento del capitalismo, nella sua fase suprema delle multinazionali globali, che è entrato in crisi strutturale non solo per le truffe e le malversazioni del suo sistema finanziario, per i favolosi appannaggi dei “manager” che, essendo legati ai profitti, li volevano ad ogni costo e con qualunque mezzo illecito, ma anche perché si è creato un sistema di consumi e di distruzione di tutte le risorse naturali che ha già portato il pianeta a consumare più di quanto sia capace di rigenerare.

Siamo fuori dalla “sostenibilità”, ci sono un miliardo di persone alla fame per la progressiva desertificazione, nulla è stato fatto per il contenimento delle nascite, fenomeno che non si può fronteggiare se non si combattono e si ridimensionano le due grandi religioni monoteiste, e nel caso di quella cristiana alleata di ferro del liberismo economico, che prevede uno sviluppo “infinito”.

Siamo sotto pressione irresponsabile delle due più grandi forze esistenti, il capitalismo e le religioni, che vogliono continuare a dominare, facendo scelte che determinano il collasso dell’ecosistema.

Due sono oggi gli obiettivi di chiunque abbia a cuore il futuro della umanità: l’economia deve accettare le regole che impone la politica, di una buona politica, che lascia agli scienziati l’ultima parola per quanto riguarda le grandi scelte energetiche, la sostenibilità, il contenimento del riscaldamento globale, l’autosufficienza alimentare, il contenimento demografico.

L’altra regola è quella di tassare duramente chi fa più di un figlio, fino ad ottenere in ogni nazione un rapporto tra abitanti e territorio che sia sostenibile. Per capirci in Italia da 60 milioni dovremmo arrivare a 30 milioni (ai primi del ‘900 eravamo 20 milioni), per essere in equilibrio, con spazi e produzione agricola sufficienti per tutti.

Le sole forze che contrastano ferocemente questa prospettiva di salvezza sono capitalisti e religioni, alleati di ferro contro una evoluzione della società umana che oggi non è diversa da quella di 2000 anni fa, a riprova che chi ha dominato in questi secoli non ha risolto i problemi della umanità, ha alimentato guerre e creato odi insanabili, anche la democrazia è stata usata per fare imperi e colonialismo.

La “democrazia” non è mai esistita, né nei regimi comunisti né in quelli capitalisti. In Italia l’uomo più ricco è al potere politico, e sta lì grazie ai suoi soldi e al possesso privato di gran parte dei mezzi di informazione. Noi tutti viviamo sotto la dittatura capitalista che possiede i mezzi per fabbricare il consenso elettorale e, in nome della libertà, ci hanno tolto anche il potere di dare il voto di preferenza.

Dobbiamo anche subire l’impudenza di chi definisce la RAI “servizio pubblico”, mentre fu già 20 anni fa spartita in tre: Rai1 ai democristiani, Rai2 ai socialisti, Rai3 ai “monarchici di sinistra”, divisione che regge ancora oggi, con i due principali canali a favore del governo di destra, 5 a 1 se aggiungiamo le Tv del cavaliere, e dove Rai3 non dice una parola contro questo monopolio né contro il Vaticano, e dove tutti i giornalisti sono assunti tramite l’ufficio di collocamento che ha sede nei principali partiti.

Nessuna “alternativa politica” è possibile in questa situazione, parlo non del governo Prodi che non era alternativo a nulla, ma dell’alternativa necessaria a fronteggiare la crisi finale del capitalismo e prevenire quella irreversibile dei cambiamenti climatici e della insostenibilità del consumismo senza regole.

All’immenso potere privato dei media si deve aggiungere l’altro potere storico della destra, che è l’appoggio che riceve dal Vaticano che avvia al voto milioni di pecorelle grazie ad una presenza capillare e radicata in tutto il territorio nazionale, specialmente tra i poveri e gli ignoranti, abbandonati dai grandi partiti di massa.

A fronte di questo blocco storico, ricco, potente, compatto, si contrappone il NULLA, e le elezioni sono solo una ridicola farsa, proprio come lo è il campionato italiano di calcio, dove il denaro decide chi vince lo scudetto, anche se in apparenza molti partecipano alla competizione e gli imbecilli lo chiamano ancora SPORT, proprio come in politica siamo convinti di essere in democrazia.

Si può capire quanto sarebbe importante espropriare i partiti della Rai, cominciando a non pagare il canone, per avere un vero servizio pubblico i cui azionisti siano i cittadini con il potere di eleggere il direttore generale, con tutti i poteri, ogni 5 anni, in concomitanza con le elezioni politiche, canone pagato alla mano.

Senza incrinare il monopolio dell’informazione non c’è né democrazia, né è possibile alcuna campagna di massa contro gli irresponsabili che sanno solo dire che per uscire dalla crisi dobbiamo consumare di più.

Se alziamo la testa dagli avvenimenti quotidiani, lo scenario è quello descritto.

 

Commenti all'articolo

  • Di Claudio (---.---.---.210) 19 gennaio 2009 15:50

    Pur codividendo quasi tutti gli argomenti trattati nell’articolo mi sembra che essi siano un po` slegati fra di loro.
    Siamo poi sicuri che queste regole/principi si possano considerare universalnente applicabili?
    Perche` in Burundi dovrebbero accettare senza prima aver potuto sfruttare per almeno un paio di secoli i paesi bianchi del nord del mondo?

    • Di Francesco Piccinini (---.---.---.58) 20 gennaio 2009 13:22
      Francesco Piccinini

      be’ in linea di principio la capisco il punto è che si entrerebbe in un circolo vizioso... Mi viene sempre in mente la "lezione" di Mandela. Dopo tutto quello che aveva subito la popolazione nera avrebbe avuto il "diritto" di vendicarsi e invece la sua grandezza fu proprio quella di evitare tutto cio’... Non è facile ma ha cambiato la storia

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