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Lucio Sanna

Lucio Sanna

Sono un convinto sostenitore della Sovranità che appartiene al Popolo e di conseguenza un autentico Federalista.

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  • Primo articolo venerdì 07 Luglio 2011
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Ultimi commenti

  • Di Lucio Sanna (---.---.---.29) 7 settembre 2011 05:12
    Lucio Sanna

    Ringrazio Rita De Angelis per l’attenzione dedicata alla mia amatissima Sardegna.
    Se mi è permesso aggiungo al bell’ articolo un mio piccolo contributo fotografico.

    http://www.muralesinsardegna.net/

    Lucio Sanna

  • Di Lucio Sanna (---.---.---.107) 24 luglio 2011 11:14
    Lucio Sanna

    Hires, sarà l’intelligenza e il buon senso dei lettori a stabilire chi tra noi dice idiozie e se tu sei o meno un "disinteressato sostenitore del sistema bancario privato".
    Perciò non mi dilungo a controbattere "punto per punto" alle tue contorsioni tautologiche. Ostinatamente ti esibisci nei tuoi patetici equilibrismi verbali nel vano tentativo di convincerci che i banchieri e i politici a loro asserviti sono, buoni, onesti, altruisti e lavorano tutti per il "bene comune" e non invece per arricchirsi spudoratamente alle spalle del popolo. Il fatto è che possono farlo anche grazie allo stato di "ignoranza" e di disinformazione nella quale è volutamente mantenuto il popolo da quelle stesse "istituzioni" e dai "poteri statali e europei" che tu citi di continuo e che, a modo tuo, sostieni con tanto zelo e servilismo.
    Purtroppo ogni volta che ti leggo, qui o nel tuo cesso di sito, mi assale il dubbio se tu sei proprio in totale malafede o se invece sei veramente convinto, intimamente convinto, delle baggianate che scrivi.
    Propendo per la prima ipotesi, infatti non credo una persona dotata di normali facoltà mentali possa perseverare forsennatamente nel tentativo di propinarci la stupida tesi che la Banca d’Italia è ciò che dice di essere sulla base del suo statuto.
    Sono costretto a citare un frase del tuo sodale Paolo Ferro Luzzi: " La risposta alla domanda: cos’è la Banca d’Italia è molto semplice ed apparentemente tautologica: la Banca d’Italia è ciò che è, secondo il suo statuto".
    Come dire che il vino è buono perché così dichiara solennemente l’oste !

    Nessun dubbio Hires?

    Contento tu...e, tanto per capirci, gli interessi sul debito pubblico, in quota pro capite, alla fine sono costretti a pagarli in un modo o nell’altro, anche i servi del sistema come voi, mica solo i complottisti come noi.

  • Di Lucio Sanna (---.---.---.6) 22 luglio 2011 08:45
    Lucio Sanna

    In buona sostanza il nostro disinteressato sostenitore del sistema bancario afferma una cosa molto semplice e puerile, che non c’è motivo di dubitare della bontà del vino perché è proprio l’oste a dichiarare che il vino è buono. E se lo dice lui bisogna credergli... cari complottisti...
    Padronissimo Hires di bersi tutte le sciocchezze della Banda d’Italia e dei giudici a libro paga della stessa ma lasci a gli altri la possibilità di dubitare almeno un po della buona fede dei signori banchieri che, secondo me, qualche tornaconto lo avranno pure a volersi assumere questa incombenza di voler fabbricare a tutti i costi il "nostro" denaro, non foss’ altro per applicarci sopra un piccolo "interesse" che noi Popolo ci paghiamo con le tasse imposte da un governo "amico" del sistema bancario "privato" .
    Comunque sia, questa di seguito è la mia versione dei fatti e se il buon Hires volesse cortesemente leggere ed eventualmente confutare gli e ne sarei grato.
    La B.C.E. / Banca d’Italia mette in circolazione le euro/banconote stampate a costo zero “prestandole” agli Stati, in cambio di titoli del tesoro (B.O.T o C.C.T), attenzione: non “accreditando” bensì “addebitando” agli stati sovrani, ovvero cedendo le banconote non al costo tipografico ma al valore nominale (50, 100, 500 euro), gravandole poi degli interessi, al tasso che la stessa Banca Centrale decide in totale autonomia.
    La Banca Centrale Europea, quando “fabbrica” una qualunque banconota, sostiene un costo di soli 0.3 centesimi di euro. La differenza tra il costo di stampa e il valore nominale delle banconote viene comunemente definito “Reddito da Signoraggio”.
    Ad esempio: su un biglietto da 100 la Banca Centrale incamera 100 euro più gli interessi, diciamo del 2,50%, meno il costo di produzione di circa 3 centesimi, perciò il guadagno da Signoraggio per la banca è pari a euro 102.47, che in parte vanno ad incrementare il debito pubblico e in parte vengono incassati come interessi dalla stessa Banca Centrale.
    In effetti, la Banca Centrale Europea quando stampa cartamoneta, non è altro che una normalissima “tipografia” ma si comporta e ne trae benefici come se fosse “proprietaria della moneta” !!!
    E’ bene precisare che dal 15 agosto 1971 con l’abolizione degli “accordi di Bretton Woods” e la fine del “Gold standard”, per le banche centrali non esiste più nessun obbligo di riserva o deposito in oro a garanzia delle banconote emesse. Quindi, di conseguenza, la B.C.E., stampando banconote “senza copertura”, mette in circolazione semplice “cartastraccia” priva di valore, sulla quale però non esita a chiedere illegittimamente interessi alla collettività, che peraltro è anche obbligata ad usarla in maniera forzosa come “valuta dello Stato a corso legale”.

    Gli utili reali però vengono “occultati” attraverso semplici e collaudati artifici contabili.
    In effetti si falsificano i bilanci, iscrivendo nelle poste passive il “valore nominale” delle banconote in circolazione e nell’attivo il controvalore dei titoli di stato avuti in cambio dal Ministero del Tesoro, ottenendo così un finto “pareggio di bilancio” che produce l’occultamento della maggior parte del reddito da Signoraggio.
    La banca per regola dovrebbe iscrivere nelle passività solo il costo di produzione delle banconote in circolazione e non il valore nominale, così facendo si avrebbe, per un biglietto da 100 euro, una passività di 0,3 centesimi e non di 100 euro e nelle attività si registra giustamente il valore “nominale” dei titoli di stato emessi dal Tesoro cioè 100 euro perché questo è l’introito effettivo a fronte dei titoli che la banca realizza (più gli interessi). Ecco dove spariscono gli utili di bilancio. In altri termini, un credito cioè il titolo di stato del valore di 100 euro viene pareggiato con il controvalore nominale della banconota da 100 euro che in realtà è costato alla banca solo 0,3 centesimi perciò: 100 (banconota) meno 100 (titolo di stato) = (falso) pareggio di bilancio. Il calcolo corretto dovrebbe essere invece: 100 (titolo di stato) meno 0,3 cent. (costo banconota) = guadagno 99,70 più interessi.
    Quanto poi alle banconote in circolazione, non si possono considerare un debito per la Banca Centrale, lo sarebbero se la stessa emettesse moneta a fronte di una riserva aurea, ma così non è dal 1971 con l’abolizione degli accordi di Breton Wood infatti da allora tutte le Banche Centrali emettono moneta creandola dal nulla, cioè senza riserva, insomma…cartastraccia.
    Per quanto riguarda l’incongruenza di voler considerare "il circolante" un debito della Banca di emissione bosogna osservare anche che se le banconote in circolazione fossero effettivamente un debito per la Banca non si spiega come faccia la stessa a “prestarle” chiedendo pure il pagamento di un interesse…Si è mai visto che un debitore chieda gli interessi sul proprio “debito” come se fosse un “credito” ?
    Infine, non dimentichiamo che la Banca Centrale di emissione è praticamente sotto il controllo di S.p.A. private. La Banca d’Italia in realtà “non è pubblica” o “dello Stato” come ingenuamente è indotta a credere la gente comune, sopratutto per la generica ma ingannevole definizione di “Istituto di diritto pubblico” contenuta nel suo statuto.
    La banca d’Italia in pratica è e si comporta come una S.p.A. gestita da privati e anche se continua ad apparire a tutti come “la Banca Centrale dello Stato Italiano”, in realtà Bankitalia è “di fatto privata” perché controllata per il 90%, attraverso “le quote”, dalle maggiori banche private italiane e da alcune grandi Assicurazioni come “Le Generali” e solamente il 5% di quote è posseduto dall’INPS come “ente pubblico” (più una parte trascurabile dall’I.N.A.I.L.).
    E questa è solo la parte che riguarda il Signoraggio primario che fa capo alla Banca Centrale di emissione ma vogliamo parlare anche della truffa della "riserva frazionaria" carissimo Hires ?
    O forse è troppo per un "matematico"?

  • Di Lucio Sanna (---.---.---.35) 20 luglio 2011 13:23
    Lucio Sanna

    Il mio nome è Lucio Sanna, anzi per l’esattezza all’anagrafe faccio Luciano Sanna e risiedo in Oristano, Sardegna.
    Avrei solo una richiesta da fare agli estensori della denuncia: come posso fare per aggiungere la mia firma alla denuncia in questione ?

    Grazie

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