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Un nuovo sistema monetario è possibile?

Lo stile di vita nel moderno sistema capitalistico fonda le proprie regole sul principio del“profitto economico” e a questo “dogma” viene sacrificato ogni altro valore umano che non sia strettamente finalizzato al raggiungimento di tale obiettivo.

Il benessere sociale conseguente allo sviluppo armonico di valori come: ambiente, salute, ricerca scientifica, innovazione tecnologica, crescita culturale e prospettive di lavoro sicuro, sono pesantemente condizionati dalle assurde regole del profitto parassitario, ottenuto attraverso lo sfruttamento forsennato ed irrazionale delle risorse umane e naturali imposte forzosamente dal potere incostituzionale del sistema capitalistico.

Anche i più elementari bisogni della vita quotidiana sono condizionati, appunto, dalla capacità di ogni cittadino/lavoratore di procurarsi il reddito necessario ad un minimo di dignitosa sopravvivenza per sè e la propria famiglia.

In questo contesto è facile immaginare che la questione monetaria assume un’importanza assolutamente centrale per i cittadini di una nazione che usa definirsi “Sovrana".

Da qui l’importanza di capire ancora meglio la funzione del denaro come “sangue” e “linfa vitale” del nostro organismo economico. E non meno importante è comprendere il funzionamento dei principali “istituti” preposti alla gestione degli strumenti monetari: la Banca Centrale di emissione e il sistema bancario privato.

Il denaro svolge la delicata funzione di “misura” del valore dei beni e dei servizi offerti dal mercato. Non è possibile pensare che la massa monetaria in circolazione possa essere determinata da scelte di politica economica prese discrezionalmente da un sistema bancario di natura privata senza che questo non modifichi il delicato equilibrio tra unità di misura ed oggetto misurato.

Quando le variazioni della quantità di moneta non sono il linea con i movimenti (crescita o decrescita) della produzione economica, si verificano fenomeni di inflazione o di deflazione. È quindi necessario legare l’emissione ed il ritiro di denaro dal mercato alle variazioni del valore di beni e servizi effettivamente esistenti ed offerti dal sistema produttivo.

A prima vista sembrerebbe un po complicato ma, in realtà è abbastanza semplice. Basterebbe individuare un “indice” che misuri la produzione del mercato, stabilire necessariamente una “parità” con la moneta presente in un dato momento e, in seguito, modificare l’emissione della quantità di denaro seguendo le variazioni percentuali di tale indice. L’economia reale cresce o si contrae del 10%? Allora anche la massa monetaria in circolazione deve necessariamente aumentare o diminuire della stessa percentuale.

A questo punto si pone l'esigenza di trovare un nuovo modo per emettere il denaro, ovvero un sistema che permetta di avere moneta libera dal debito. Nei libri di testo di economia “ortodossa” “l’interesse sul debito” viene presentato come l’elemento necessario per regolare la richiesta di liquidità del mercato. Secondo le tesi ufficiali (a mio avviso strampalate) in mancanza di un certo tasso di interesse non ci sarebbe nulla a frenare la domanda di moneta e sarebbe impossibile evitare fenomeni di iperinflazione.

Allo stesso tempo, però, l’applicazione di un tasso di interesse, non importa quanto alto o basso esso sia, comporta l’impossibilità di estinguere il debito iniziale poiché, nel tentativo di saldarlo, la domanda di moneta che viene dalla comunità è obbligata costantemente a crescere in modo incontrollato ed irrazionale proprio per via dell’infernale meccanismo degli interessi.

Infatti, l’incremento della domanda di moneta è assolutamente slegato, e quasi indipendente dalla crescita della produzione e, nella pratica, comporta comunque il verificarsi di fenomeni inflattivi fuori controllo.
Ecco perché è necessario eliminare “il debito ad interesse” come condizione unica per l’emissione di denaro e, contemporaneamente, bisogna trovare un altro modo per regolare e governare le variazioni della massa monetaria circolante.

La creazione o la distruzione di moneta, infatti, dovrebbero essere regolata da semplici operazioni contabili relative ai movimenti effettivi dei beni e servizi prodotti dall’economia nazionale.

Insomma, un “PIL” reale e quantificabile e non indeterminato come è attualmente e ad uso e consumo delle autorità monetarie delle Banche Centrali private, che emettono moneta non in base le esigenze della collettività ma bensì secondo le fameliche bizzarrie dei banchieri usurai!

Naturalmente, se si dovesse configurare uno scenario di questo tipo, dovrebbe essere lo Stato (s’intende uno Stato federale con forte connotazione a democrazia diretta) ad occuparsi di gestire l’emissione della moneta e la politica monetaria. È evidente che essa, come la intendiamo oggi, non avrebbe più senso e sarebbe auspicabile che l’attuale sistema monetario diventi negli anni a venire solo un brutto ricordo del passato. 

In molti ritengono che concedere ai politici la possibilità di creare denaro sarebbe troppo rischioso, e, vista la “qualità” della nostra classe politica, i timori non sarebbero affatto infondati ma, il timore sparisce se si comprende che il politico non avrebbe modo di sfruttare questo delicato potere a suo vantaggio. L’esercizio di tale facoltà sarebbe, di fatto, fortemente vincolato ai suddetti parametri e, aggiungo, sotto il costante e diretto controllo di istituzioni pubbliche e democratiche.

Non solo, ma un sistema di questo genere sarebbe assolutamente trasparente. È anche vero che fenomeni circoscritti di inflazione e deflazione potrebbero verificarsi comunque, con la differenza che tenderebbero a compensarsi nel lungo periodo (probabilmente sarebbero dovuti alla “vischiosità” del mercato).

Del resto se certe “disfunzioni” si dovessero prolungare nel tempo, sarebbero individuate e se fossero riconducibili alla cattiva gestione degli istituti responsabili della politica monetaria, si potrebbe rimediare rimuovendo opportunamente eventuali ostacoli di qualunque genere.

In altre parole si avrebbe: spazio praticamente nullo per manovre “illecite” da parte di funzionari “infedeli” e possibilità di individuarle subito e senza possibilità di errore.

Per capire meglio basta considerare che in questo nuovo e più equilibrato sistema monetario, fasi di inflazione e deflazione prolungate potrebbero essere dovute solo alla mala gestione del politico e non sarebbe possibile attribuirne l’origine a “misteriose” congiunture del mercato.

Aggiungo anche che con l’istituto della “revoca del mandato”, pilastro istituzionale di una vera Democrazia Diretta, il politico in questione si guarderebbe bene dal mettere in atto certe “insane abitudini” che invece l’attuale sistema finisce per autorizzare quasi automaticamente.

Infatti, il sistema attuale gestito da privati, al contrario, è talmente “opaco” nei suoi meccanismi che la comunità percepisce l’innalzamento costante dei prezzi (e quindi il suo continuo impoverimento) come un fenomeno “naturale” e perciò “inevitabile”. Ovviamente fino al verificarsi del prevedibile “crack finanziario” che si incaricherà di palesare le storture intrinseche al sistema stesso.

Inoltre, non sarebbe da sottovalutare un altro aspetto fondamentale della questione: il Signoraggio sulla moneta; pubblico o privato? La differenza non è di poco conto visto che da questo si decide dell’indebitamento pubblico e privato della nazione e quindi il destino economico e sociale dei cittadini.

Ma la parte peggiore del “fenomeno Signoraggio”, oltre all’appropriazione indebita di ricchezza creata collettivamente della comunità, da parte di una ben individuata e ristretta combriccola di banchieri privati è l’applicazione di un interesse sul denaro creato dal nulla ed emesso “a debito” e che, per sua natura, non potrà mai essere restituito. Se gli enti che hanno il monopolio sull’emissione del denaro (capitale) richiedono un valore maggiore di quello che hanno creato (capitale + interesse) è conseguenziale che la comunità non sarà mai in grado di estinguere i propri debiti.

Si tratta di un principio molto semplice e comprensibile anche ai “non addetti ai lavori”. L’emissione monetaria “statale” e non “privata” presenta un ulteriore vantaggio: la possibilità di esercitare un prelievo fiscale “a monte” invece di ricorrere a quello “a valle” col quale abbiamo a che fare oggi. Non avrebbe senso, infatti, tassare il reddito quando sarebbe possibile tassare direttamente la moneta. Invece di chiedere denaro a chi lo ha ricevuto questo potrebbe essere trattenuto al momento stesso della sua creazione. Non si tratta di guadagnare di più, il livello di remunerazione del singolo resterebbe invariato. La differenza però sarebbe nel fatto che i pesanti apparati burocratici che gravano sulla società, e per i quali noi Italiani siamo tristemente famosi, diventerebbero improvvisamente inutili ed obsoleti.

Si potrebbe ipotizzare, ad esempio, che lo Stato trattenga una percentuale del denaro che emette. Teoricamente potrebbe bastare una quota molto bassa (attorno al 10%) dato che il venire meno di un debito pubblico inestinguibile che grava sulle spalle della popolazione diminuirebbe in modo molto significativo le necessità economiche dello Stato, che sarebbe finalmente libero di impiegare il denaro nella produzione di beni e servizi e non nella copertura degli interessi (dovuto attualmente ai banchieri privati della B.C.E.) sul cosiddetto debito pubblico.

Parte di questi introiti potrebbero essere utilizzati per attribuire ad ogni singola persona un reddito minimo di cittadinanza, in grado di garantire il diritto ad una esistenza dignitosa e una vita finalmente vissuta pienamente come si conviene a Cittadini liberi e responsabili in una Nazione dove il Popolo è veramente Sovrano.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.90) 1 giugno 2012 19:36

    Sannna il problema é proprio la costruzione dell indice! Non é cosí banale come lo vuoi fare intendere te! Generazioni di economisti si sono scontrati con questo problema! 

    Anzi come spieghi che viviamo in un periodo di bassa inflazione se non deflaziione? ( almeno 15 anni)
    Oppure indicami chi l ha costruito! Aureti l ha costruito il modello matematico?
  • Di (---.---.---.250) 1 giugno 2012 20:03

    Scusa ma i casi sono due: o io sono deficente oppure tu ti esprimi in una lingua che non conosco.

    Auriti ha enunciato molto bene "la teoria del valore indotto della moneta" quindi ha fatto assai di più che costruire un modello matematico.

    Cosa sia "l’indice" poi rimane un mistero, e sono pure convinto che l’articolo da me pubblicato meriti un commento leggermente più impegnato che non uno sproloquio da economista improvvisato.

    Lo so sono un presuntuosa ma ognuno ha i difetti che si merita.

  • Di (---.---.---.186) 1 giugno 2012 20:21

    Il punto é questo: se si parla di "dominio delle cose" non puoi che appoggiarti ad un modello matematico che "descriva" questo dominio.

    Una teoria che ha lo scopo di regolare il mondo materiale senza questa descrizione é monca. É come se la fisica fosse fatta di "valutazioni qualitative" senza una descrizione matematica. 

    Il mio ë piú che altro un consiglio per rendere credibile questa idea del "signoraggio".

    Finché rimanete a questo livello sembra "vodoo economics".

    Ciao e in bocca al lupo per il " progetto".
  • Di (---.---.---.186) 1 giugno 2012 20:28

    Un ultima cosa: 

    l indipendenza delle banche centrali é nata da una esperienza del passato : prima erano sotto contollo governativo. In particolare ti segnalo la banca d inghilterra che fino a non molti anni fa era parte del tesoro (7 - 8 anni fa).
  • Di (---.---.---.250) 1 giugno 2012 21:43

    Scusa ma è inutile, parliamo due lingue differenti, senza offesa !
    Se hai tempo da perdere cerca nel mio blog http://sovranidade.org nella sezione dedicata al Signoraggio o alla Sovranità monetaria, giusto per farti capire cosa penso dell’argomento.
    Comunque grazie dell’attenzione.

    Lucio Sanna

  • Di (---.---.---.250) 1 giugno 2012 21:56

    A proposite del "mistero" sull’indice, questa frase non ha nessun bisogno di spiegazioni o chiarimenti...è sufficiente leggerla con un minimo di attenzione, senza complicarla. OK ?

    " Basterebbe individuare un “indice” che misuri la produzione del mercato, stabilire necessariamente una “parità” con la moneta presente in un dato momento e, in seguito, modificare l’emissione della quantità di denaro seguendo le variazioni percentuali di tale indice."

    In una società capitalistica strapiena di economisti, (sic) realizzare una cosa del genere dovrebbe essere uno scherzetto, non ti pare ?

  • Di (---.---.---.56) 2 giugno 2012 08:53

    Si. É vero lucio. Ciao in bocca al lupo


    La societa capitalistica di fatto l ha é il pil che deriva dalla cosiddetta contabiltà nazionale ( hanno tutte le info). E sono in grado di fare previsioni accurate da un anno con l altro.



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