You’re next, una strage nella villa
La base di You’re next è quella classica di molto horror (o thriller se credete): un gruppo di persone assediate in una casa. E Adam Wingard svolge il compito con diligenza e senza sbagliare quasi nulla.
Si comincia con due che trombano, ed è sempre una buona cosa, poi ci si fionda subito nell’ansia.
Tre fratelli e una sorella si ritrovano a casa dei ricchi genitori per festeggiare l’anniversario del loro matrimonio. Con loro compagni e compagne.
Il clima tra i parenti non è proprio serenissimo, si intuiscono vecchie ruggini, si dichiarano poche frequentazioni, ma tutto viene spazzato via da una freccia che entra dalla finestra e centra in piena fronte uno dei presenti.
Da quel momento la tensione fin lì già presente (manca la parte di presentazione serena della situazione di partenza) diventa terrore e omicidi in salsa varia si susseguono.
La freccia che arriva dal nulla è un bel colpo, una sorpresa. Ma tutto poi ruota sul terrore inspiegabile, sulla morte che arriva senza che nessuno capisca cosa sta succedendo e riesca a capire i motivi di tanto accanimento.
In casa si muore uno dopo l’altro. Gli assalitori poi si presentano con improbabili e inquietanti maschere di animali e la morte arriva corpo a corpo. Ovviamente non vi dico i motivi di tanto sangue (e di sangue ce n’è tanto, in crescendo verso il finale).
Vi dico però che Sharni Vinson è l’eroina combattente e sorprendente per tecnica e capacità di sopravvivere, vi dico anche che c’è un uso del rallenty un po’ esagerato e spesso inutile e che invece è ben utilizzata la musica, sia quella diegetica che quella extradiegetica.
Ma soprattutto vi dico la frase mito del film: “L’ho ucciso, gli ho frullato il cervello”.
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