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Woody Allen: il cineasta americano compie 81 anni

Il prossimo primo Dicembre Woody Allen spegnerà ottantuno candeline sulla sua torta di compleanno. Tra i registi della New Hollywood, egli, insieme a Martin Scorsese (quest’ultimo, però, artisticamente parlando muove i suoi passi da coordinate espressive completamente differenti) è quello che meglio ha saputo raccontare, dal punto di vista del ceto intellettuale borghese, lo spirito della città di New York e il proprio sviscerato amore per essa.

New York, infatti, è quasi sempre presente da “protagonista” o in sottofondo, nella cinematografia alleniana (da rivedere Manhattan, Pallottole su Broadway, Misterioso omicidio a Manhattan, Hannah e le sue sorelle). I caratteri del cinema di Allen, che a cinquant’anni dal suo esordio cinematografico e a ottantuno di età – è nato a New York il primo Dicembre del 1935 da una famiglia di origini ebraiche – continua ad operare con successo di critica e di pubblico, sono ben noti: il suo è uno stile che fin dai primi lungometraggi come autore si è sempre posizionato in maniera ibrida sia rispetto ai classici canoni della cinematografia statunitense che al percorso intrapreso dal cinema mondiale dopo l’affermazione della nouvelle vague. Filosofia, psicanalisi, il gusto per la battuta colta (che sembra denotare, da parte del regista, anche una certa dose di autocompiacimento intellettuale) l’ironia e il sarcasmo, la rappresentazione di circostanze grottesche e nevrotizzanti, l’umorismo irresistibile dei primi lavori (Prendi i soldi e scappa, Il dittatore dello stato libero di Bananas, Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso…), una tendenza evidente all’“autobiografismo” in modo particolare nei film interpretati in prima persona nei quali recita la parte di personaggi problematici e/o perennemente invischiati in situazioni freudiane, oppure in relazioni sentimentali improbabili quanto prive di sbocchi concreti o, ancora, assillati da interrogativi esistenziali (vere e proprie “fissazioni”, in realtà…) cui non riescono a fornire risposte soddisfacenti (Hannah e le sue sorelle). Nei film di Allen il richiamo all’ebraismo in tutte le sue molteplici espressioni è frequentissimo (Prendi i soldi e scappa, Hannah e le sue sorelle, Radio Days, Crimini e misfatti ).

Se da un lato appaiono evidenti le molteplici influenze esercitate dal cinema classico hollywoodiano e dalle commedie dei fratelli Marx sulla poetica del regista americano (Rosa purpurea del Cairo, ancora Crimini e misfatti, La maledizione dello scorpione di giada, Tutti dicono I Love You, dall’altro appare altrettanto evidente il debito contratto da Allen nei confronti di mostri sacri del cinema di tutti i tempi come Fellini e Bergman (in particolare, i tratti essenziali e le atmosfere del cinema bergmaniano possono essere rinvenuti nel film Interiors, del 1978), di certo cinema d’azione (il parodistico Pallottole su Broadway, La maledizione dello scorpione di giada), e noir (Misterioso omicidio a Manhattan). Ex cabarettista e comico, scrittore (alcuni suoi libri pubblicati anche nel nostro Paese, Saperla lunga, Citarsi addosso ed Effetti collaterali, pubblicati da Bompiani, sono raccolte di scritti in cui l’autore esercita la sua inestinguibile, comicissima e raffinatissima verve), sceneggiatore, commediografo, attore, musicista jazz con una propensione particolare per lo stile classico delle origini, dopo un periodo in cui all’interno della propria vita personale si verificano eventi che si rivelano fonte di clamorosi scandali perché legati alla relazione intrapresa dal cineasta con la figlia adottiva della propria compagna Mia Farrow - Soon Yi - e alla rottura del legame con la stessa Farrow, a partire dall’inizio del nuovo millennio, anche dal punto di vista artistico, Woody Allen attraversa un periodo non felicissimo e i suoi films conoscono fortune alterne.

Il cineasta newyorchese torna ad essere acclamato nel 2005 quando esce Match Point, il primo dei tre film in cui chiama a recitare la nuova attrice prediletta, una delle “stelle” cinematografiche di questi ultimi lustri, Scarlett Johansson, con la quale in seguito (rispettivamente nel 2006 e nel 2009) gira anche Scoop e Vicky Cristina Barcelona.

Gli anni più recenti ci presentano un regista sempre molto prolifico: sono otto i film girati dal regista americano in appena sette anni: Basta che funzioni (2009), Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni (2010), Midnight in Paris (2011), To Rome with Love (2012), Blue Jasmine (2013), Magic in the Moonlight (2014), Irrational Man (2015) e Café Society (2016). Opere tanto perfette sotto il profilo della tecnica cinematografica e della sapienza narrativa dovute al genio alleniano, quanto lontane, anche se apprezzabili, dai capolavori degli anni Settanta, al loro interno sono sempre presenti le tematiche più care all’autore. 

Allen è personaggio controverso, che molti amano o respingono “in blocco”, all’apparenza fragile e spesso contraddittorio. Tuttavia non è difficile essere indulgenti (alzi la mano chi non si è riconosciuto, almeno una volta nella vita, in uno degli stravaganti ma vitalissimi, tutto sommato sinceri e umanissimi personaggi interpretati da Woody) nei confronti di un artista che meritatamente continua a figurare nel novero dei più grandi maestri che il cinema americano di sempre abbia finora espresso. 

Buon compleanno, Woody!

 

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