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Wikileaks e Berlusconi. Gli affari Eni, i rapporti con Putin e il conflitto di interessi

Alla fine da Wikileaks, come speravano in molti, non sta arrivando solo gossip. Anzi. E arriva anche su Berlusconi, o meglio sui rapporti fra Putin e il nostro premier. Prima di tutto è necessario spiegare come vengono rilasciati i documenti di Wikileaks sui media. In realtà non è il sito di Assange a rilasciarli in rete, ma un gruppo internazionale di giornali che hanno condiviso le informazioni consegnate all’inglese The Guardian. Giornali che hanno messo squadre di giornalisti a spulciare migliaia di documenti e che rilasciano le informazioni (ripulite dalle informazioni che potrebbero mettere in pericolo qualcuno) a blocchi territoriali e tematici. Ieri il New York Times, l’unico giornale Usa ad aver avuto i file di Wikileaks, ha aperto il dossier Russia. E come ci si poteva aspettare, e in gran parte era stato già annunciato, uno dei co-protagonisti del dossier è il nostro Silvio Berlusconi.

Al centro la questione gas. In un file attribuito all’ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, compare un’analisi impietosa. E molto allarmante non solo per Washington. Gli Stati Uniti pensavano, e lo esprimono con molta chiarezza con il loro capo delegazione a Roma, che Berlusconi approfittasse dei rapporti coi russi per trarne benefici economici. “La Georgia crede che Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti dai gasdotti costruiti da Gazprom con Eni”. Punto e a capo.

“La relazione dell’Italia con la Russia è complessa”, prosegue il report dell’ambasciatore che sottolinea l’esistenza di “relazioni personali fra i top leader. La combinazione di questi fattori” permetterebbe che “la politica estera italiana sia altamente ricettiva agli sforzi russi di guadagnare maggiore influenza politica nell’Unione Europea e sostenere gli sforzi russi nel diluire gli interessi di sicurezza americani in Europa”. Spogli, poi, sottolinea come “nei rapporti con la Russia, l’energia è il tema bilaterale più importante e la richiesta di stabili forniture energetiche dalla Russia di frequente spinge l’Italia a compromessi su temi politici e di sicurezza”.

Ovviamente a fare la parte del leone oltre a Berlusconi nel report del diplomatico è l’Eni di Scaroni. “Il governo italiano – continua Spogli – ha sostenuto gli sforzi dell’Eni e di altri giganti energetici nella creazione di una partnership con la Russia e Gazprom per una cooperazione di lungo termine”: l’Eni esercita un ”enorme potere politico” e in base ai report della stampa ”noi riteniamo che il primo ministro Berlusconi garantisca a Paolo Scaroni maggior accesso quanto ne venga garantito al ministro degli Esteri”. Spogli definisce ”la visione dell’Eni sulla situazione energetica europea in modo preoccupante simile a quella di Gazprom e del Cremlino” e constata come ”un membro del Pd” ha riferito ”che la presenza dell’Eni in Russia supera quella dell’ambasciata italiana a Mosca che è a corto di personale”.

Il 26 gennaio 2009 l’ambasciatore Spogli affonda ancora il coltello individuando una figura chiave in tutta la vicenda. “Ogni volta che sollevavamo il problema dei rapporti tra Berlusconi e la Russia – scrive Spogli – le nostre fonti nel Pdl e nel Pd ci indicavano Valentino Valentini, un deputato e una figura in qualche modo misteriosa, come colui che opera come uomo chiave di Berlusconi in Russia, sebbene non abbia uno staff e nemmeno una segretaria. Valentini, che parla il russo e che si reca in Russia molte volte al mese, frequentemente appare al lato di Berlusconi quando incontra gli altri leader mondiali. Cosa faccia in questi viaggi così frequenti a Mosca non è chiaro. Ma si vocifera in modo ampio che sia là per curare gli interessi e gli affari di Berlusconi in Russia”.

Le smentite delle ultime ore di Berlusconi sono tutt’altra storia. Raccontano un altro mondo. Che si inchiodano davanti a un altro report del diplomatico datato 26 gennaio 2009. “Esponenti della maggioranza di centrodestra e dell’opposizione del Pd credono che Berlusconi e i suoi amici stiano approfittando personalmente e in modo generoso dei tanti accordi intercorsi tra l’Italia e la Russia”. Titolo “Relazioni tra Italia e Russia: il punto di vista di Roma”, classificato “segreto”.

 

Uscito originariamente su Gli Italiani

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.230) 2 dicembre 2010 14:53

    e che c’e’ di strano? Da Wikileaks la Russia di Putin viene definita "stato mafioso", l’italia e’ la patria mondiale della mafia piu’ mafiosa del pianeta, lo psiconano che la soggioga e’ legato a filo doppio a mafia e mafiosi, il suo tirapiedi dell’utri e’ condannato persino per mafia...tout se tient. certo, che tristezza vivere in questo paese di merda. bisogna andarsene finche’ si e’ in tempo, se lo si puo’ fare.

  • Di Toscana (---.---.---.3) 2 dicembre 2010 21:13

    Dire molto interessante, è un bene che fatti personali escano alla luce del sole. Io credo anche che sia giusto sostenere le società ma fare tutto senza nascondere la verità. Ritengo inoltre giusto che ci siano relazioni importanti tra i vari leder del mondo ma senza nessun secondo fine personale, il capod ello stato ed il capo del governo devono agire per il bene esclusivo dello stato e non per ottenere qualcosa in cambio. O meglio in cambio otterrano il consenso popolare se agiranno bene.
    Ciao dalla Toscana .

  • Di (---.---.---.55) 2 dicembre 2010 21:19

    Mi ritengo un oppositore di questo Governo, mi auguro che cada al più presto, che Berlusconi vada in pensione ma penso che attaccarlo in questo modo sia delittuoso, i rapporti con la Russia dal punto di vista energetico ci sono da oltre un cinquantennio (scusatemi allora erano rapporti con l’URSS) e mi sembra anche normale; cosa c’entra Berlusconi in questo caso mi sembra stia facendo gli interessi italiani nulla più!

  • Di paolo (---.---.---.126) 3 dicembre 2010 09:33

    " Pecunia non olet " dicevano i latini e , probabilmente , avevano coniato questa espressione avendo dei contemporanei del tutto simili a Silvio Berlusconi .

    Che il nostro premier ,nelle sue frequentazioni con Putin (ex capo KGB) , fosse anche a fare gli affaracci suoi lo ha capito anche il più tordo dei tordi . Soltanto " i paladini delle libertà", nel loro cieco fanatismo , ancora si eccitano al grido di comunisti che l’anfitrione ogni tanto lancia come fosse una dose di richiamo da somministrare ai beoti che ancora abboccano .
    Tuttavia è possibile , anzi probabile , che i suoi ottimi affari con il peggior comunista degli ultimi trent’anni abbiano anche avvantaggiato gli interessi dell’italia nel campo delle forniture di energia primaria come il gas russo .
    Quindi , se vogliamo applicare il realismo di Macchiavelli , risultato raggiunto .
    E’ anche probabile , anzi sicuro , che i rapporti "intensi" del nostro premier con la Russia , abbiano sollevato le " gelosie" e i sospetti delle diplomazie occidentali , quindi nulla di strano che i giudizi su Silvio da parte americana siano stati acidi . La Clinton ha cercato di rimediare con una dichiarazione pubblica riparatrice ed un attestato di stima molto generico e scontato .
    Resta l’anomalia di un paperon dei paperoni che trascina il paese nel ridicolo e nell’imbarazzo con le sue imprese estemporanee . E questo non ha alcuna contropartita positiva per il paese .

    paolo

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