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Wessi vs Ossi. Il Muro è caduto, ma la nostalgia fa capolino

Questo anno appena trascorso e quello presente sono tra i più importanti della storia recente della Germania. Un anno di lunghi festeggiamenti cominciati il 9 novembre e che termineranno il 3 ottobre, giorno dell’unificazione delle due Germanie.

In realtà quel muro crollato il 9 novembre è rimasto, seppur invisibile, nelle menti di molti ed in questi anni 20 anni si è consolidato.

 

Il turista, il viaggiatore occasionale non se ne accorge, ma se si presta attenzione ed orecchio si riesce a scorgerlo, sia nei pensieri degli Ossi che dei Wessi. Gli uni e gli altri per motivi diversi sono ancora divisi e non mancano quelli che ad Est rimpiangono i tempi, se non del muro, della DDR, magari senza Stasi.

I tedeschi dell’ovest non amano particolarmente i fratelli dell’est. Li giudicano un po’ provinciali, forse un po’ arretrati, li reputano un po’ indolenti e credono che siano una palla al piede dal punto di vista economico. Sì, perché il reale problema sta in questo, nell’altissimo costo pagato per la riunificazione. Pagato personalmente in busta paga dai lavoratori, pagato in termini di tasse e debito pubblico, oltre 1200 miliardi di Euro, e pagato in termini di posti di lavoro a causa del trasferimento, su impulso del governo, ad est di alcune aziende. Peccato però che queste, finiti i contributi, siano emigrate per lidi più favorevoli lasciando la Germania Est.

Ma anche a est, nonostante gli sforzi per abbatterlo, il muro si fa ancora sentire. Gli Ossi sono arrabbiati e disillusi. Disillusi da ciò che era loro stato promesso e non mantenuto, arrabbiati per com’è andata la riunificazione. Dal loro punto di vista sentono di essere stati occupati o annessi alla vecchia repubblica federale e questo fa forse sentire loro un po’ cittadini di serie B. Quel poco di buono che c’era nella DDR è stato smantellato o cancellato senza che vi fossero discussioni. È cosi scomparso il loro sistema scolastico, forse migliore e più paritario, è stato smantellato il sistema sanitario, gratuito e pubblico, per far posto al sistema dell’ovest basato sulle assicurazioni. Sono quasi scomparsi gli asili nido, per accorgersi ora della loro assenza, è stata smantellata l’industria locale ed in quella rimasta la classe dirigente locale è stata sostituita da quella dell’ovest.

La Germania Est ha un tasso di disoccupazione altissimo e molti, anche per questo rimpiangono la quasi assenza di disoccupazione della DDR.

Tutto ciò è successo senza che fosse chiesto loro un parere, ma semplicemente allargando l’art.23 della costituzione dell’ovest anche ad Est. Questo ha fatto dimenticare che si viveva sotto una dittatura, dove non era a volte possibile fare delle scelte e dove era semplicemente impossibile andarsene, ma la memoria si sa è selettiva. Nulla di strano quindi se da un recente sondaggio il 15% dei tedeschi rimpiange o rivorrebbe il Muro.

Ed a Berlino, simbolo della divisione prima e dell’unificazione poi?

Se è possibile, il muro è ancora più alto e contagia anche i nuovi arrivati, i non tedeschi. Tutti pronti a criticare gli ossi; cosa strana anche gli italiani arrivati dopo la caduta e che nulla sanno della storia della Germania, ma tutti pronti a vivere a Friedrichshain o a Prenzlauer Berg perché è più Trendy vivere ad Est. Ma Berlino è ancora divisa sotto un altro aspetto. Dietro le vetrine sfavillanti e l’alto numero di pub e ristoranti si nasconde una città piena di debiti e povera esempio dei contrasti e delle differenze di una nazione ricca ancora a meta; quale capitale di uno stato ricco infatti è tra le città più povere della Nazione? Comunque in questi giorni si festeggia, ad abbattere questo altro muro ci si penserà un’ altra volta o magari no. Essendo invisibile è più difficile da abbattere, piccone e bulldozer non basteranno.

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