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 Home page > Tribuna Libera > Walter Rossi, l’antifascismo e i luoghi della memoria

Walter Rossi, l’antifascismo e i luoghi della memoria

I luoghi della memoria… Per i nostri padri erano la Val d’Ossola o le montagne tra Lazio e Abruzzo. Per noi ragazzi del ’77, a Roma, uno dei luoghi a più forte connotazione simbolica è Piazza Walter Rossi.

di Franco DE IACOBIS

Insieme con Viale delle Medaglie d’Oro, tristemente noto alle cronache come il posto in cui Walter fu ammazzato da un manipolo di ben addestrati tiratori scelti dell’allora Terza Posizione, dei NAR ed MSI.
Figli – bene di quella maggioranza silenziosa che votava un po’ per la DC de “Lo Squalo” Sbardella, ex picchiatore nero confluito alla corte di Andreotti, ma soprattutto per il MSI – DN di Almirante.

La nascente Banda della Magliana era sullo sfondo a far da mastice tra il crimine organizzato e questi mondi apparentemente lontani.
Ma cosa c’entra Walter, esponente di spicco di Lotta Continua, in tutto questo?

Semplice: Walter era un GRANDISSIMO ANTIFASCISTA MILITANTE.
Uno che presidiava fisicamente il territorio, che non le mandava a dire, che proteggeva le scuole dai continui raid neofascisti, fronteggiando gli avversari sia politicamente che, se necessario, in strada. Era scomodo.
Poco simpatico alla sinistra ufficiale che negli anni più critici si limitò a deprecare “la guerriglia urbana”: un incredibile errore di valutazione.

Quel giorno il commando nero uscì, coperto da un gippone della Celere (e da Cossiga…), dalla sede del MSI.

Fui testimone oculare, impietrito, della calma olimpica con cui i killer (si fecero i nomi di Andrea Insabato, mai indagato ufficialmente, e di Cristiano Fioravanti) fecero fuoco.
Un colpo. Un secondo. Un terzo: ginocchio a terra e con una pistola di grosso calibro a canna lunga, il killer aveva mirato e colpito la nuca di Walter che cadde riverso sull’asfalto in una pozza di sangue.

La polizia? Venne a perquisire noi, ostacolando oltretutto l’arrivo dell’ambulanza, ormai inutile.

Ebbene ieri notte ho fatto un giro in tutti quei quartieri di lusso: dormitori di lusso per arricchiti dell’ultim’ora. Il cuore batteva. Le immagini di 40 anni fa davanti agli occhi.

Un’intera zona della città costruita senza un collettore fognario, abusivamente, al tempo del “Sacco di Roma”, da costruttori (chiamiamoli così per diplomazia…) del calibro di F.G. Caltagirone ed altri meravigliosi tenutari del potere DC dagli anni ’50 in poi.

I voti dell’MSI erano sempre decisivi nelle delibere comunali o nelle decisioni delle commissioni.
Mettersi di traverso a tutto questo, come tutta la sinistra alternativa fece, era davvero un qualcosa di potente e pericoloso per il potere: gli studenti manifestavano in piazza, il ’77 era appena divampato, il PCI non si esponeva ma aveva più del 30% dei voti, una combinazione assai temuta da DC e fascisti, organicamente alleati al Campidoglio e fuori.

Fecero muro nel più becero e violento dei modi.
Abbattere fisicamente i compagni era forse l’unica strada.

Ripercorrere i luoghi della memoria oggi, portando un fiore a Walter mentre tutti dormono, è stato illuminante: quei quartieri ancora oggi vanno DISINFESTATI dai razzisti in scooterone, poggiati al muretto sotto l’hotel Hilton, figli di quei fascisti di allora che uccisero Walter e che oggi osteggiano lo Ius Soli.

Piazza Igea, ora intitolata a Walter, Piazzale degli Eroi…tutto il quartiere, le scuole superiori erano occupati dalle autogestioni e dai cortei ANTIFASCISTI.
Clima torrido. Allora si combatteva perché nel nostro territorio i fascisti NON VINCESSERO.

Ora ci si deve battere contro un nemico torbido ed invisibile: il qualunquismo, stretto parente e brodo primordiale in cui sguazzano certe balzane convinzioni.

Ciao Walter. La lotta è ancora aperta.
Ma faremo il possibile anche noi del MovES per far sì che la tua morte diventi un messaggio per TUTTI: ANTIFASCISMO!

Questo articolo è stato pubblicato qui

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