Vogliono mandarci in pensione a 70 anni nella speranza che a riscuoterla ci si arrivi in pochi!
Della riforma delle pensioni non se ne parla più, brutto segno perchè di solito chi tace acconsente. Ovvero, in assenza di una contro-riforma delle pensioni, permane, viva e vegeta, la famigerata legge Fornero.
Il che, tradotto in soldoni, vuol dire, per chi già possiede già una certa anzianità di servizio, tirare il collo fino a 67 anni e oltre (calcolando la speranza di vita) ed essere liquidati con quattro soldi (calcolando l'assegno previdenziale con gli anni di retributivo maturati fino al 1995 e col sistema contributivo dal 1996 in poi).
La ratio della riforma previdenziale di ieri - ma anche di quella di domani - è nel suo cinismo una e soltanto una:
allungare il più possibile l'età di vecchiaia nella speranza che in pochi rimangano ancora in vita per poter riscuotere la pensione!
Ma se i lavoratori più anziani piangono lacrime e sangue, non è che i più giovani se la ridono, dacchè per loro la situazione è ancora più pesante.
Infatti, chi ha oggi 30 anni e ha cominciato a lavorare da poco riuscirà ad andare in pensione a 74 anni, se non riesce a versare almeno 20 anni di contributi.
E' quanto emerge dal simulatore Inps "Pensami" appena aggiornato con le nuove regole della legge di Bilancio.
In particolare, sottolinea l'Inps, sono stati aggiornati gli adeguamenti agli incrementi alla speranza di vita dei requisiti pensionistici sulla base dello scenario demografico Istat mediano (base 2022) relativo alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario elaborato dalla Ragioneria Generale dello Stato e pubblicato a dicembre 2023 sul sito istituzionale del Ministero dell'Economia e delle finanze.
Inoltre, spiega l'Inps, è stato aggiornato, per l'anno 2024, l'importo massimo della pensione anticipata flessibile maturata sulla base dei requisiti perfezionati entro il 31 dicembre 2023, da porre in pagamento fino al compimento dell'età richiesta per la pensione di vecchiaia.
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