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Vizi e vizietti di Vittorio Feltri

Dedico questo articolo a quelli che si dilettano a leggere il Giornale di Berlusconi-Feltri, che di sicuro però non leggono questo giornale (mica si può aver tutto dalla vita).

Per capire chi è e come lavora il "giornalista" Vittorio Feltri, rimando a due begli articoli. Il più recente è uno scambio di corrispondenza tra Luca Telese, ex redattore del Giornale che fu di Montanelli, ed il direttore: già in queste righe si capisce abbastanza del modo di operare (e di pensare) del dipendente di Berlusconi br. Risale invece a quasi un anno fa il servizio di Alessandro Gilioli per l’Espresso, dove vengono evidenziate tutte le bufale scritte e pubblicate da Feltri nella sua onorata carriera di falsario e killer mediatico, per le quali

Nel giugno 1997 Feltri è stato condannato in primo grado dal tribunale di Monza con Gianluigi Nuzzi, per diffamazione a mezzo stampa nei confronti di Antonio di Pietro, per un articolo comparso sul Il Giornale il 30 gennaio 1996, in cui si sosteneva che negli anni di Mani Pulite "i verbali finivano direttamente in edicola e soprattutto all’Espresso".
Nel gennaio 2003 è stato condannato dal tribunale di Roma, insieme a Paolo Giordano, su richiesta di Francesco De Gregori, per avere travisato il pensiero del cantautore su Togliatti e sul PCI in un’intervista del 1997 pubblicata sul Il Giornale, di cui Feltri era direttore.

Il 14 febbraio 2006 è condannato dal giudice monocratico di Bologna, Letizio Magliaro, ad un anno e sei mesi di carcere per diffamazione nei confronti del senatore Ds Gerardo Chiaromonte (scomparso nel 1993). La condanna si riferisce ad un articolo comparso sul Quotidiano Nazionale alla fine degli anni ’90, secondo il quale il nome del senatore compariva nel dossier Mitrokhin.
Il 7 agosto 2007 è condannato assieme a Francobaldo Chiocci e alla società Europea di Edizioni spa dalla Corte di Cassazione a versare un risarcimento di 45 mila euro in favore di Rosario Bentivegna, uno degli autori dell’attacco di via Rasella, per il reato di diffamazione. Il quotidiano Il Giornale aveva pubblicato alcuni articoli, tra i quali un editoriale di Feltri, nei quali Bentivegna era stato paragonato a Erich Priebke. (Wikipedia)

Questo è il personaggio al quale viene affidata "la campagna più desiderata dal suo editore - come afferma Gilioli -, puntando a tre obiettivi: intimidire i giornalisti non allineati (occhio che se critichi il premier ma poi paghi la colf in nero o non versi gli alimenti all’ex moglie, io lo scrivo in prima pagina); livellare tutti nel fango per provare che Berlusconi non è peggiore di chi lo attacca, in base al "così fan tutti" autoassolutorio; far fuori quanti nella Chiesa osano criticare il premier".

Vizietto di FeltriIl motto di Feltri è il famoso aforisma di Voltaire: non importa come se ne parla, importante è che se ne parli. Tanto, una smentita tardiva non si nega a nessuno, ed una multa giudiziaria - per quanto salata - la sopporta bene chi gli ha fornito cannoni e proiettili per colpire gli avversari.

Non mi è mai piaciuta quell’aria falsa da perbenino con cui appare spesso e volentieri anche in video. Trovo che c’è qualcosa che non va (come in Giordano e Belpietro, guarda caso stessa pasta, stessa missione, stessi sistemi) proprio come persona e da tempo ho un sospetto: non è che il castigatore dei vizi abbia egli stesso il vizietto? Attendo le vostre impressioni.

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