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 Home page > Tribuna Libera > Vik e l’uso dei nostri morti

Vik e l’uso dei nostri morti

Riesce difficile parlare di Vik, di quelli che come lui hanno speso la loro vita per una causa. Ieri ho partecipato alla commemorazione di Miccichè. Un operaio di 25 anni che nel 1975 fu ucciso a Torino, durante un'occupazione di case, da una guardia giurata.
 
Un colpo di pistola tra gli occhi e la sua vita finì.
 
Quello che mi imbarazza è leggere il modo in cui la vita di questi compagni viene usata. Hanno un comune denominatore, durante la loro vita fanno fatica a farsi ascoltare, le loro azioni vengono viste come quelle di isolati estremisti, fanatici. Quando fai puntano il ditino su di te. Ti giudicano, scrivono frasi vaporose che cercano di rompere quell'immagine di cavaliere solitario ed errante. Ti prendono per il culo.
 
E' evidente che non parlo di chi con loro condivide ideali, modalità di lotta e (con tutti i limiti) si applica nella propria vita cercando in qualche modo di essere coerente con principi ed orizzonti ideali.
 
Parlo di quelli che accendono il lumino, che se ne accorgono quando è ormai troppo tardi. 
 
Nell'esercizio di comunicare le proprie emozioni facebook è uno strumento incredibile. Ho visto gente cambiare la propria immagine mettendo quella di Vik per celebrarlo. E' durato un giorno nel migliore dei casi. Poi si torna alla faccina gioconda, alle tette, alla crema solare ed alle minchiate. Altri scrivere cose improbabili accartocciandosi dietro a questioni geoglobali. Improbabili perché scritte da personaggi da cui Vik ed i compagni sono distanti. Eppure a loro tutto serve, anche i nostri morti.
 
Ieri qualche centinaio di ragazzi ha scortato altri ragazzi a Ventimiglia. Testimoniavano la libertà. Quella che appartiene a quel diritto oggi non codificato che è quello di potersi muovere liberamente. Ovunque. Indipendentemente da frontiere e fili spinati.
 
A quella razza di persone appartiene Vik ed appartiene Tonino Miccichè. Gli altri erano in spiaggia o a farsi i cazzi loro.
 
Per questo tipo di persone ho una sola preghiera, togliete i lumini, le immagini retoriche e vivete la vita per come siete. Se avete il culo di pietra sarà difficile che il viso di un altro vi restituisca dignità.
 
Oppure fate un po' di ginnastica mentale ed unitevi a quei ragazzi. Altro da fare non c'è.

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