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Vietato protestare. Non levate ai nostri ragazzi il diritto di sognare

Manifestazione studentesca, proteste inarrestabili. Non ci stanno i ragazzi a vedersi togliere una scuola sempre più sgangherata, e oltremodo vilipesa. Da quando soffiano i venti della crisi non ci sono più certezze, in Italia si recide ogni cosa per far soldi e conservarli nei forzieri delle banche. Non hanno più futuro questi giovani, la speranza è una parola da non pronunciare e non c'è nessuna luce in fondo da seguire al tunnel.

Non lo accettano tutto ciò i ragazzi, la scuola è un vivaio, un cantiere di pensieri dove si forgiano le attitudini di uomini e donne di un domani che non c'è, che si è perso in questo carnaio, in un mondo che sta implodendo su se stesso. Quando si sta male si grida, e l'esprimere il proprio disagio non è altro che una richiesta d'aiuto, che però veniva repressa sul nascere. Scorrevano le immagini della protesta a Roma e nel vedere quei giovani si apriva il cuore: belli, visi puliti, forti delle loro idee, convinti della necessità di protestare. Tuttavia non solo quei giovani sono stati dirottati altrove per impedirgli di arrivare presso il Ministero dell'Istruzione, ma quando chiedevano strada per avanzare civilmente, gli agenti in tenuta antisommossa hanno cominciato ad aggredirli a manganellate.

Eppure non avevano davanti criminali, teste calde, ma ragazzi appena quindicenni che reclamano il diritto ad una scuola pubblica che li traini fuori dalle secche dell'ignoranza. E quando Il ministro Profumo nei tg ha dichiarato che la protesta non deve scadere in forme di violenza, ancora una volta la grande bugia è venuta fuori. Non erano violenti i ragazzi, ma chi li stava selvaggiamente attaccando. Un tempo vicino alle loro proteste c'era la classe operaia, gente che reclamava diritti, lavoro, servizi. Oggi la classe lavoratrice è stata cancellata. L'industria in questo Paese è morta. Nonostante una disoccupazione galoppante, le uniche ricette per banchettare sono tasse e tasse.

E' tempo di decidere se vale di più la vita umana, se è più giusto che uno stato viva o se in nome del risanamento di un metafisico debito si debbano spennare inermi cittadini per pagare in contante quegli interessi che costituiscono l'unico contante che si mette in circolo. Basta con le bugie. Basta approfittare di falle per forare la montagna e farla cadere in testa di chi ci abita sotto. Ma soprattutto non private i nostri giovani del diritto di sognare e di cambiare un mondo che vuole staccare la spina. Questo sarebbe un misfatto intollerabile

 

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