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Verso le elezioni politiche: nuovi scenari e vecchia legge elettorale

I risultati delle elezioni regionali in Sicilia hanno chiaramente aperto nuovi scenari nella politica italiana. Il movimento cinque stelle, il cui leader autoproclamato è il comico Beppe Grillo, ha ottenuto più del 17% delle preferenze, configurandosi come il partito più votato nella seconda regione più popolosa del meridione d’Italia, nonché epicentro pulsante del mediterraneo.

Il tutto a pochi mesi dalle votazioni politiche di aprile, che ancora sono completamente in balia delle lotte interne dei partiti: il partito democratico alle prese con il continuo e spesso imbarazzante scontro Renzi-Bersani, il popolo della libertà alla ricerca di un leader capace di far risorgere un partito quasi completamente disgregato, a tal punto da invocare delle elezioni primarie di partito che, oltre a non essere previste o regolamentate per legge, potrebbero poi generare meccanismi di “voto di scambio” interni tra gli stessi attori coinvolti nella competizione.

Altro interessante argomento di discussione, spesso affrontato dalla stampa nazionale, è quello inerente le piccole e grandi alleanze, se a Roma il segretario UDC Casini apre ad un possibile dialogo con i vertici del Pdl, in Sicilia la stessa vittoria di Rosario Crocetta sostenuto dall’alleanza Pd-Udc non può che generare grande confusione, in considerazione delle dinamiche nazionali che tanto si discostano da quelle locali-regionali.

A sei mesi dalle elezioni politiche, la campagna elettorale è nel pieno della sua attività, tra accordi sottobanco posti alla votazione dei cittadini che si configurano come inermi spettatori di uno show che non presenta nulla di nuovo, ci si chiede dove sia finita la proposta di riforma della legge elettorale, tanto auspicata prima dell’insediamento del governo tecnico guidato dal Prof. Monti; Nessuno, perciò, si preoccupa più di legge elettorale. E a leggere i resoconti delle discussioni in commissione appare più che evidente: l’obiettivo è ritardare la sua presentazione. In attesa di accordi più espliciti. In considerazione di tutto ciò, i problemi, dunque, sono essenzialmente due: la pericolosa infiltrazione dell’antipolitica e la riforma della legge elettorale.

Il primo aspetto inquietante è senza dubbio la pericolosa infiltrazione dell’antipolitica promossa dal Movimento cinque stelle, il cui fondatore si è autoproclamato leader indiscusso, naturalmente in controtendenza con la scelta “democratica” degli altri partiti di affidarsi alle elezioni primarie. Un gruppetto, quello proposto dal comico Beppe Grillo, sicuramente eterogeneo, che però annovera casalinghe, artisti, metalmeccanici, l’ultimo tentativo far eleggere come presidente della regione Sicilia, un simpatico ragazzone di 37 anni assunto come magazziniere e promosso all’ufficio tecnico di una ditta di Caltanissetta, sicuramente una persona semplice legata ai valori del proprio territorio, ma ciò contrasta con la visione europea di affidare il governo dei paesi globalizzati a personalità con esperienza tecnica alle spalle ed una credibilità guadagnata sul campo; invece la proposta di Beppe Grillo è il liquid feedback, una sorta di “piattaforma liquida” in cui si immergono mail con nomi e proposte da commentare e votare in modo da fare emergere quelle che ricevono «feed positivi e non negativi»

Secondo problema è la riforma della legge elettorale. E non è affatto un problema da poco, infatti, si è ormai fuori tempo massimo. Sono due grossi istituti a dirlo: l’Unione Europea e l’Ocse, entrambi concordi sul fatto che “si dovrebbe evitare di apportare modifiche poco prima delle elezioni“ poiché deve essere necessariamente garantita la stabilità del diritto elettorale, “al fine di non apparire come oggetto di manipolazioni partitiche”

Nessuno, però, sembra essere minimamente toccato da questo problema, si sta temporeggiando in attesa di accordi e alleanze più nitide e convenienti per poi ripremere sull’acceleratore in vista di un’approvazione lampo della riforma. Basta d’altronde andare a leggere i resoconti delle sedute di Commissione per rendersene conto.

Questa situazione cosi delineata accentua il problema della crisi economica italiana, mentre i partiti sono impegnati per la ripartizione delle poltrone e delle cariche, chi veramente subisce tale stato di degrado sono i pensionati privi di assistenza sociale ed i giovani senza lavoro, essenzialmente costretti ad appoggiare le mire rivoluzionistiche di un comico autoritario alla guida di una pattuglia di adepti reclutati con metodi, sicuramente innovativi ed originali, ma che tanto si discostano da quel desiderio di meritocrazia auspicato dai giovani d’Italia.

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