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Venezuela: già 7 i morti per le proteste anti Maduro

Aggiornamento: Capriles ha annullato la manifestazione che si sarebbe dovuta svolgere oggi, mercoledì 17 aprile, a Caracas sotto la sede del Consiglio Nazionale Elettorale, a suo dire per paura di infiltrazioni di oppositori e quindi nuove violenze, che metterebbero nuovamente in secondo piano la sua richiesta di rinconteggio.

Come c'era da aspettarsi, l'era del dopo Chavez ha preso il via tra i disordini, conseguenza di elezioni che si annunciavano controverse vista la necessità dei candidati di tener testa al carisma del defunto e amatissimo presidente bolivariano.

Alla fine l'ha spuntata Nicolas Maduro, ex Ministro degli Esteri, ex conducente di metropolitana, seguace dell'ideologia chavista e designato dallo stesso Hugo Chavez come suo successore durante il ricovero all'Havana del dicembre 2012.

Con una vittoria del 50,8 % Maduro ha ottenuto la presidenza per uno scarto minimo rispetto al candidato oppositore Henrique Capriles, che ha raccolto il 49% dei consensi.

La cosa non è comunque risultata gradita ai sostenitori del leader dell'opposizione, che hanno dato il via a una serie di proteste a Sabaneta, nella provincia di Barinas, città natale di Chavez, alle quali le forze dell'ordine hanno risposto con lacrimogeni e proiettili di gomma. L'onda di manifestazioni ha poi investito le città di Merida e Maracay, e il caos domina anche a Caracas.

Il bilancio delle violente proteste contro quei 235mila voti in più che hanno decretato Maduro vincitore è di 7 morti, 60 arresti e centinaia di feriti.


Il presidente in carica, furioso, ha dichiarato in un discorso alla Nazione la sua convinzione che l'opposizione stia mettendo in atto un colpo di stato, data la forte insofferenza che ha sempre manifestato nei 14 anni di governo chavista, e la frustrazione per il golpe fallito dell'11 aprile 2002.

Henrique Capriles dal suo account Twitter lancia invece invettive contro l'avversario accusandolo di aver innescato i disordini per distogliere l'attenzione della Nazione dalla richiesta di riconteggio dei voti.

Il presidente argentino Cristina Kirchner, questo mercoledì 17 aprile, ha chiesto ad Obama che riconosca ufficialmente il risultato delle elezioni venezuelane, sperando in tal modo di sancire più autorevolmente una vittoria quanto mai contraddetta.



 

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