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Venezia, Teatro la Fenice – Inaugurata da Myung-Whun Chung la stagione sinfonica 2022-2023

Venezia, Teatro la Fenice – Inaugurata da Myung-Whun Chung la stagione sinfonica 2022-2023 

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Sala Grande del Teatro gremita, la piacevole consueta accoglienza cortese del personale, il rasserenante ritrovarsi dopo gli anni sconfortanti segnati dall’incertezza di poter godere della bella musica dal vivo del nostro Teatro. Quest’anno addirittura qualche caloroso abbraccio, magari con la mascherina tra noi, affezionatissimi al Teatro e al pluripremiato Myung-Whun Chung che ha diretto la prestigiosa Orchestra del Teatro La Fenice in un programma musicale in due parti in cui hanno aperto la serata le Vesperae solemnes de confessore in do maggiore per soli, coro e orchestra KV 339 di Wolfgang Amadeus Mozart, cui ha fatto seguito la Quinta Sinfonia di Gustav Mahler.

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Mozart scrisse nel triennio 1779-1781 le Vesperae solemnes de confessore a Salisburgo, per la festività dei Santi, dove era stato assunto nuovamente dall’arcivescovo Hieronymus Colloredo come organista del Duomo, dopo una permanenza a Parigi. Nel catalogo mozartiano di questo fruttuoso periodo si possono trovare in notevole quantità composizioni sacre, in primis la Messa dell’incoronazione KV 317, con cui le Vesperae condividono diversi aspetti: l’organico, la semplicità e il nitore delle forme, l’alternarsi di stili nei sei numeri complessivi di modo che risulti esservi sempre un brano in stile severo a metà dell’opera e uno di chiaro disegno lirico, per soprano solo, al penultimo posto e, non meno importante, l’orecchiabilità dei temi. Protagonisti della prima parte del concerto, le voci soliste del soprano Zuzana Marková, del mezzosoprano Marina Comparato, del tenore Antonio Poli e del basso Luca Tittoto, e l’ottimo Coro del Teatro preparato dal maestro Alfonso Caiani. La voce di Zuzana Marková, ha dolcemente affascinato, siderale, nel celeberrimo brano melismatico Laudate Dominum.

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Nella seconda parte del concerto è stata eseguita La Quinta Sinfonia di Gustav Mahler, composta tra il 1901 e il 1902, considerata un punto di svolta nella produzione dell’autore poiché è la sinfonia che inaugura il ciclo delle sinfonie strumentali e inserisce nella scrittura elementi soggettivi e autobiografici. In cinque movimenti, risulta più complessa e articolata rispetto alle precedenti, tanto che si contano ben sei stesure prima di arrivare alla definitiva. 

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Si tratta di una composizione estremamente densa e complessa che Chung ha saputo valorizzare sottolineando senza mai esasperare le idee musicali, la varietà e la ricchezza di sfumature e colori, dalle profonde tenebre solenni della marcia funebre iniziale, alla travolgente, buia seconda sezione nonchè marcando l’abbacinante energia dello Scherzo centrale. Giunti all’Adagietto gli archi e l’arpa ci hanno traghettato verso una dimensione di pacata serenità che Chung ha governato attraverso una lettura spirituale senza indulgere in zuccherosi eccessi. Il Rondò finale ha segnato la meta del viaggio, la consapevolezza del momento presente della nostra piccola, infinita umanità che Chung non smette mai di rammentarci.

Pubblico attentissimo e rapito, calorosi applausi e ripetute chiamate alla ribalta per tutti.

Marina Bontempelli

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