Venezia, Otello inaugura la stagione lirica 2024-2025 del Teatro la Fenice
Myung-Whun Chung, grande interprete verdiano, nuovamente in laguna per dirigere la penultima opera di Verdi
Dramma lirico in quattro atti, Otello di Giuseppe Verdi su libretto di Arrigo Boito, vide le scene per la prima volta a Milano, al Teatro alla Scala il 5 febbraio 1887. La prima rappresentazione fu un trionfo e consacrò Otello come uno dei capolavori assoluti del compositore. Questa recente produzione di Otello al Teatro La Fenice di Venezia, per l’inaugurazione della nuova Stagione Lirica, ha offerto una lettura visivamente sfarzosa e musicalmente raffinata del capolavoro verdiano. Fabio Ceresa ne firma la regia e sceglie un’ambientazione ispirata ai mosaici bizantini della basilica di S.Marco che Massimo Checchetto interpreta e realizza in scene di spettacolare impatto visivo assecondato dai sontuosi costumi di Claudia Pernigotti che richiamano l’oro e le decorazioni tipiche dell’arte veneziana.
Nello staff creativo dello spettacolo contribuiscono efficacemente alla resa monumentale: il disegno luci di Fabio Barettin, i video di Sergio Metalli e, per la “tinta” cupa, viscida e subdola, i movimenti coreografici di Sergio Agatiello, i cui mimi impersonano un’idra (a simboleggiare invidia e gelosia), mostro pericoloso che si rigenera e si adatta, e un giovane leone a rappresentare Venezia. Questa scelta per “ciò che si vede” ha dato vita ad un’atmosfera grandiosa che certo non ha distratto dall’azione drammatica grazie all’incisiva direzione musicale affidata a Myung-Whun Chung la cui interpretazione ha esaltato le dinamiche contrastanti della partitura verdiana.
Chung alla testa dell’Orchestra del Teatro la Fenice ha saputo coniugare l’energia dei momenti più tragici e passionali con un’acuta sensibilità che ha valorizzato i tratti più marcatamente intimistici. Francesco Meli ha debuttato il ruolo dando voce e corpo ad Otello scegliendo di non ricorrere al tradizionale blackface.
Pur non possedendo la vocalità di Francesco Tamagno, primo interprete del Moro di Venezia, la sua performance ha evidenziato una solida tecnica vocale e fraseggio curato, dimostrando anche un adeguato carisma scenico, che ci ha restituito un personaggio giovane e vibrante nei panni del fiero condottiero militare della Repubblica di Venezia. Luca Micheletti ha offerto una performance notevole nei panni di Jago distinguendosi per eccellenza di mezzi artistici quali presenza scenica e vocalità traboccante veleno. Karah Son, nel ruolo di Desdemona, ha mostrato volume e vigore vocale. Completano adeguatamente il cast: il Cassio di Francesco Marsiglia, dal timbro e dal fraseggio interessante ed Emilia, Anna Malavasi, dalla presenza e dalla vocalità convincenti; Enrico Casari, Roderigo; Francesco Milanese, Lodovico; William Corrò, Montano; Antonio Casagrande, un araldo. Prestazione elegante e musicalmente impeccabile, esempio di rigore professionale quella del Coro del Teatro la Fenice, preparato da Alfonso Caiani. Puntuali ed efficaci gli interventi dei Piccoli Cantori Veneziani preparati da Diana D’Alessio.
Il pubblico ha decretato con lunghi applausi e ovazioni il successo della messinscena, dedicando particolare entusiasmo a Luca Micheletti, interprete di Jago. Marina Bontempelli
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