Venezia, Myung-Whun Chung al Teatro Malibran direttore e solista al pianoforte

Certo che qui Myung-Whun Chung  è di casa e anzi sembra il direttore principale di un teatro, la Fenice, che il direttore principale in realtà non ce l’ha proprio, ma che ondata di luce il suono dell’orchestra del Teatro la Fenice con lui a dirigere tra il podio e pianoforte!

Chung, ha saputo scivolare tra il Settecento di Mozart e l’Ottocento di Beethoven, tra il solista al pianoforte e il direttore d’orchestra con la consapevolezza, l’eleganza e l’aplomb di chi di fronte alla Musica mette da parte qualsiasi personalismo in vista di un progetto superiore in cui protagonista è la Musica. Nel primo brano in programma, il Concerto n. 23 KV 488 di Mozart, suona l’orchestra quasi si trattasse della tastiera del suo pianoforte, mentre dirige i tasti del suo Steinway in un dialogo fluido con l’orchestra stessa. Non ne esce il suono perlato richiesto al pianismo mozartiano, ma la malìa della profonda sintonia con orchestrali che si fidano e si affidano dopo tanti anni di feconda collaborazione.

Per quanto riguarda il secondo brano eseguito, l’Eroica di Beethoven, pulizia di suoni, bilanciamento e senno nella concertazione e nell’esecuzione, che vale a dire: tutto.

Anche l’organico contenuto è stata una buona scelta: dal palcoscenico del Malibran, di dimensioni ridotte rispetto alla Fenice, esce un suono più adatto per Mozart e comunque compatto e convincente per Beethoven.

Applausi sinceri e meritatissimi. Chung quasi elude gli applausi rivolti a sé stesso per dedicarli agli orchestrali che ringrazia uno per uno.

 

Marina Bontempelli