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 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Venezia: Geoffroy Couteau a Palazzetto Bru Zane

Venezia: Geoffroy Couteau a Palazzetto Bru Zane

Giovedì 28 Febbraio al Palazzetto Bru-Zane, a Venezia, si è tenuto il concerto di chiusura del festival "Le Salon Romantique". 

Padrona di casa M.me Florance Alibert, general manager del "Centro di Musica Romantica Francese", ed è proprio lei a condurci a scoprire la storia di questa "piccola casa" destinata allo svago, che Marino Zane fece costruire nel 1695 accanto alla dimora di residenza. La decorazione degli interni fu affidata ai più prestigiosi artisti dell'epoca e un rispettoso restauro ha riportato a splendere i bellissimi affreschi di Sebastiano Ricci, gli opulenti stucchi di Abbondio Stazio e Andrea Pelli e la magnifica balaustra in legno del salone principale attribuita al bellunese Andrea Brustolon.

Dopo la visita, che ci sentiamo di consigliare come prezioso angolo segreto e poco battuto dai soliti turisti, un programma ad alta gradazione romantica, tutto dedicato a Camille Saint-Saëns: Mazurche, Bagatelles, Studi ed il poema sinfonico trascritto per pianoforte da Liszt (Danse Macabre).

Volge lo sguardo al soffitto, dà l'impressione di non ascoltare, bensì di sentire interiormente ciò che suona Geoffroy Couteau, giovane dal nome antico, che ci offre la magia di questi pezzi con acrobatica agilità, tocco pulito, carattere che ti inchioda alla sedia ma ti fa volare alto!

Di sapore slavo, soprattutto la prima proposta, le 'Mazurche' vengono tuttavia filtrate da Saint-Saëns attraverso il gusto francese e interpretate da Couteau in maniera sottile. La seconda è un frullo d'ali, si dispiega in echi orientaleggianti, mentre la terza è francesissima e traghetta chi ascolta nei salotti raffinati della seconda metà del 1800.

Delle sei 'Bagatelles' op.3 colpisce la temerarietà armonica che contraddistingue in particolare la prima e l'ultima, e pure i riferimenti a Beethoven, Liszt e Schumann.

Lungi dal significato letterale del termine, queste 'bagatelles' racchiudono un mondo di profonda consapevolezza compositiva che Couteau interpreta con mani virtuose e totale abbandono.

Dei 'Sei Studi' per la mano sinistra op.135 Geoffroy Couteau ci presenta il n.5: Elegie. Questa raccolta di Studi fu composta nel 1912 e dedicata a Caroline Montigny, pianista raffinata che suonò a lungo con Saint-Saëns, ma che restò menomata nell’uso della mano destra: a lei è dedicata la 'Danse Macabre', che ha concluso questo equilibrato e virtuoso concerto.

"Ad impossibilia nemo tenetur": queste le parole che Liszt adopera per giustificare con Saint-Saëns “l'incapacità di ridurre al pianoforte i meravigliosi colori della partitura", ma Saint-Saëns stesso rimase entusiasta della trascrizione pianistica, tanto da suonarla in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Liszt.

Il termine 'poema sinfonico' (Symphonische Dichtung) col quale si definisce la 'Danse Macabre' è un genere musicale introdotto proprio da Liszt, che sosteneva si dovesse fondere l'ispirazione letteraria con la musica strumentale pura e la sua trascrizione per pianoforte è significativa dell'apprezzamento nei confronti di Saint-Saëns.

È il pezzo più atteso e Couteau, a nostro avviso, lo libera dal senso macabro intrinseco al tessuto armonico per renderlo magico, intrigante, sardonico: una lettura beffarda ma meno sinistra dello “Zig e zig e zig, la morte...a mezzanotte suona un'aria di danza…" come recita la poesia di Henri Cazalis che Saint-Saëns appunto musicò nel 1872.

Applausi riconoscenti e ammirati alla fine dell'esecuzione hanno fatto sì che Geoffroy Couteau ci donasse un bis dai Klavierstück di Brahms opus 76.

Un'ennesima conferma della raffinata qualità dei programmi musicali messi a punto dal "Centro di Musica Romantica Francese" di Palazzeto Bru-Zane.

 

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