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Vendola: diritti globali e diritti di conoscenza

 

Bello il congresso della SEL. Bello il discorso di Vendola, pieno di analisi e contenuti concreti, di rigore e di apertura verso tutti i soggetti anche quelli più lontani. Un intervento incentrato sulle “cose” che rimanda alla realtà dei problemi, come base per un confronto, che bandisce quelle distorsioni della politica che hanno ostacolato quei rari tentativi di dialogo che pure si erano realizzati a cominciare dalla bicamerale di D'Alema alle disponibilità di Veltroni.

E in quest’ottica di rigore e di apertura il governatore della Puglia, sgombra dal campo da tutte quelle pratiche che hanno determinato i problemi del nostro paese e ne condizionano la soluzione. E quindi via il solipsismo belursconiano incentrato suoi suoi interessi giudiziari, via il tatticismo dalemiano imperniato sul dialogo tra i vertici di partito, via il curialismo ecclesiale fondato sul potere ecclesiastico, via l’equazione confindustriale di riduzione della politica industriale all’alternativa incentivo/costo del lavoro. E per converso promuove il dialogo tra i partiti basato sulle cose da fare, con i cattolici sui temi del vangelo, con l’impresa sull’innovazione e sulla ricerca.

Eppure è mancata un’esauriente disamina e proposta sui diritti globali che oggi si pongono al centro di dei temi del lavoro e dell’ambiente, e una riflessione approfondita e propositiva sui temi della comunicazione. 

La omogeneizzazione su scala planetaria di taluni diritti fondamentali a livello di salario minimo, della turnazione, del diritto di sciopero, del welfare, costituiscono la condizione essenziale per evitare quella nuova subordinazione, quella guerra tra i poveri che nasce dalla globalizzazione e che si realizza attraverso il ricatto della delocalizzazione. Se l’operaio polacco per normativa e per accordi sindacali europei, guadagnasse non meno di millecinquecento euro al mese invece di 350, se facesse dei turni decenti, se avesse garantito il diritto di sciopero, la Fiat non potrebbe ricattare gli operai di Pomigliano.

In tema ambientale è fondamentale il diritto del cittadino di un Paese a non avere al confine centrali nucleari che vanificano la sua scelta antinucleare e per le energie alternative. E questo può derivare solo dal riconoscimento globale di un diritto di sicurezza ambientale.

E sul piano del diritto a conoscere, la riflessione non può essere limitata all’ambito scolastico o negli stretti confini del conflitto di interessi ma deve operare sul piano più ampio del diritto dei cittadini ad essere informati diritto oggi menomato non solo dalla distruzione della scuola pubblica, ma anche dalle notizie non date, dalle notizie enfatizzate, dalle notizie emarginate o date, come dice Saviano, a volume basso.

Ciò premesso una proposta per l’avvio di consultazioni sindacali e politiche per una riflessione comune sui diritti globali in materia di diritti minimi dei lavoratori, e di sicurezza ambientale e la possibilità di una loro realizzazione quantomeno a livello europeo, sembra necessaria.

E d’altra parte il diritto ad essere informati si può realizzare pienamente solo attraverso la conoscenza della manipolazioni mediatiche come strumento di liberazione da false conoscenze o da ignoranza e sul ruolo politico della tv. Di qui al necessita di un’operazione divulgativa non solo sui fatti .ma su come essi vengono comunicati. Sul ruolo politico della tv che supporta o affossa le iniziative politiche promosse dai partiti, ne condiziona le scelte a livello di azione politica e di selezione del personale.

Commenti all'articolo

  • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.229) 27 ottobre 2010 16:24
    Gian Carlo Zanon

    Già un sacco di analisi e contenuti concreti "sono innamorato di Cristo" "Ci eravamo smarriti, ci siamo ritrovati" (sic) Vendola ha anche parlato di adozione da parte di coppie gay, e questo in linea di principio mi trova d’accordo. Meglio avere dei genitori gay che certe nostre mostruose famiglie.
    Non sono però d’accordo su una adozione di bambini da parte di Vendola; almeno fintanto che non abbia chiarito se in fatto di pedofilia la pensa ancora come anni fa quando il 19 maggio 1985 in un’intervista su La Repubblica affermò queste sue idee sulla pedofilia che ora sarebbero apologia di reato: " Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè il diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro o con gli adulti" cosa ne pensa lei di questo sig. Pignata.


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