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 Home page > Attualità > Politica > Veltroni e le dimissioni: welcome to new Italy

Veltroni e le dimissioni: welcome to new Italy

Di scissione in scissione, di leggina in leggina. Walter Veltroni si è dimesso. Ci metteremo qualche giorno per capire “quanto” si sia dimesso, ma il moto di orgoglio, l’assunzione di responsabilità mediatica c’è stata. Di questo diamogli atto. Con le sue dimissioni si è dissolto il non partito Pd (di fatto una coalizione). Il Pd è tanto un “non partito” che i “patrimoni” (in mobili e in immobili) non sono mai stati fusi. Ognuno (Margherita e Ds) si è tenuto soldi e mattoni: società separate e una scatola vuota, il Pd. Già i rutelliani si stanno muovendo, si agitano, chiedono, contano, sommano. La Binetti sta pensando di trasferire l’inginocchiatoio che usa per scrivania al Gruppo misto. D’Alema si atteggia a statista benevolo e preoccupato, ma sotto sotto probabilmente gongola. Colpito e affondato. Come quando trascorreva pomeriggi (da direttore) all’Unità giocando a Doom (dicono i più informati). Colpito! Colpito! Bersani è l’erede delle macerie, affiancato da Letta (nipotino) e dalla Bindi. Molto Nord per quello che rimane del Pd. E con la sconfitta in Sardegna tramonta anche il flirt con Casini e l’Udc rei di aver trovato un comodo ingresso in Regione con Cappellacci (che detta fra noi con lo stile “petto in fuori, pancia dentro” del nuovo berlusconismo manganellesco non ci azzecca molto). Un flirt che in Sicilia si stava trasformando in qualcosa di raggelante, in un tripudio di cannoli.


Rifondazione concede le armi. «È stato sconfitto un progetto, non l’uomo», ha dichiarato Ferrero. Diciamocela tutta, Ferrero con ogni probabilità è incazzato nero con Veltroni. Con leggine e inciuci gli ha spostato il partito fuori dal Parlamento, con trattative e inviti e vassoi di pasticcini al party delle future liste elettorali ha probabilmente innescato la scissione vendoliana. Ferrero in privato metterebbe sotto con un tir Veltroni, ma ha la sua immagine da buon comunista con loden da difendere e quindi, magnanimo, non infierisce.

Risultato? Non c’è più una sinistra (in termini parlamentari), il centro-sinistra è andato a sbattere definitivamente (dopo non si sa quanti rimbalzi) contro un nuraghe. Le europee e le amministrative sono a due passi e si andrà al congresso (di che? Del Pd?) in piena campagna elettorale. E Berlusconi monetizza. Mette in saccoccia la Presidenza della Repubblica al prossimo passaggio dal via, liquida la Costituzione a colpi di leggine ordinarie, e gestisce la crisi economica come se fosse una giornata di speculazione ordinaria in borsa: con una lunga serie di bluff. Welcome to new Italy.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.241) 18 febbraio 2009 17:19
    Damiano Mazzotti

    Il problema non risiede solo nei politici italiani... Se non si riesce a trovare un politico italiano decente è a causa della media molto scarsa di civiltà italiana.... Quando i cittadini italiani la smetteranno di tollerare l’indecenza (anche le loro) e si faranno avanti, con le buone o con le cattive, allora inizierà a cambiare qualcosa...

  • Di mabo (---.---.---.244) 18 febbraio 2009 21:25

    Veltroni ha avuto un sussulto di dignità di cui non dubitavamo.

    Attendiamo fiduciosi un riscatto che faccia della questione morale un cardine imprescindibile, anche se la compagine costituitasi con la fondazione del PD non garantiva la trasparenza necessaria, almeno per la presenza di figure, quantomeno discutibili per il loro passato.

    Imbarcare tutti è stato un errore che la nuova formazione non potrà permettersi di ripetere, se vuole convincere l’elettorato più esigente, che vede nella compagine di Di Pietro una alternativa valida, almeno a breve termine.

    Non credo comunque che l’avvicendamento ai vertici possa contrastare efficacemente la deriva qualunquista che pervade il nostro paese. Per invertire la tendenza in atto sarà necessario lavorare per molti anni ancora, purtroppo.

    Un saluto.

    Mauro Bonaccorso

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