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Va via il prete che chiese i soldi ai commercianti

Il prete delle parrocchia di Scopello (provincia di Trapani) aveva inviato una lettera ai commercianti del piccolo borgo per chiedere “un contributo di sponsorizzazione”. Tradotto voleva dire che “cacciate fuori la grana”. In seguito alla notizia che avevo intitolato “Se è dio a chiedere il pizzo”, si era creato scandalo e indigazione, adesso il prete va via!

Eh, si capita anche questo! A Scopello il parroco della Paroccchia “Maria SS. Delle Grazie” tale padre Michele A. Crociata decise tempo fa di fare dei lavori di ristrutturazione alla chiesa.



Lodevole iniziativa, ma i soldi – si sa – non sono mai sufficienti e il prete, consapevole del fatto che non basta spolpare solo i fedeli che si presentano alla messa, ha dovuto inventarsi qualcosa di meglio per aggiudicarsi una cifretta un po’ più consistente. A Scopello lo conoscono bene: Padre Crociata è di quelli ne sa una più del diavolo! Il parroco così mise mano al pc e scrisse una lettera, inviata poi a tutti gli operatori economici presenti sul territorio parrocchiale. La lettera era chiara, secca e decisa: “qui ci vogliono i soldi”. Certo non è facile motivare una richiesta così diretta e spicciola, ma Padre Crociata sapeva come fare: toccando gli interessi e il portafoglio del commerciante sprovveduto, spesso non praticante ma ossequioso nel confronti del clero (perché non si sa mai). Così nella lettera il parroco ha ricordato agli operatori economici che la chiesa favorisce tutti, anche e soprattutto i commercianti, gli stessi commercianti che ogni domenica percepiscono notevoli guadagni grazie ai clienti che dalla messa si riversano poi nei vari bar, paninerie, negozi di souvenir. Insomma, la chiesa vi dà i soldi dei fedeli, adesso dovete darne un po’ voi alla chiesa! Questa era la strana richiesta che è risuonata quasi come una estorsione dolce facendo sollevare indignazione, proteste e articoli di denuncia. Alcuni abitanti del luogo addirittura decisero di girarla alla curia vescovile di Trapani per capire se fosse lecito che un prete realizzasse un’azione del genere, così lontana dal pensiero cattolico (in fin dei conti a pensarci bene non è poi così lontana). Il parroco di Scopello, per dar forza alla sua richiesta, allegava anche il conto consuntivo dell’anno 2006, una specie di dichiarazione dei redditi, con tanto di entrate ed uscite così quantificate: 7.027,95 euro le entrate tra battesimi, matrimoni, anniversari, libere elargizioni, offertorio; 5.910,33 euro le uscite tra acqua, luce, giardiniere, spese generali e per liturgie! C’è da chiedersi se quanto dichiarato corrisponda poi al vero, visto che le entrate per matrimoni e battesimi sono solitamente nettamente superiori alle cifre dichiarate, ma è meglio non stare qui a chiedersi se dio lavora in nero o fa evasione fiscale (non vorrei che mi arrivasse un fulmine tra capo e collo mentre sto scrivendo questo articolo), meglio occuparsi solo della strana lettera del parroco che, come incentivo alla sua richiesta, aveva anche scritto che nel corso della messa avrebbe letto i nomi dei contribuenti (una sorta di pubblicità ai negozianti più “generosi” all’interno della santa messa, neanche un team di pubblicitari di Pubblitalia avrebbe mai pensato ad una cosa più blasfema di questa) non dimenticandosi però di dare ampio risalto anche a quelli che NON avrebbero contribuito, un po’ per dovere di chiarezza, un po’ per vendicarsi dei commercianti più tirchi che devono essere messi alla gogna dai fedeli. Quei fedeli che, in attesa delle manutenzioni che verranno realizzate con quei soldi, sognano una chiesa più bella, più comoda. Magari con l’aria condizionata. D’altronde è risaputo che “senza soldi non si canta messa!”. Padre Crociata non si aspettava che la sua iniziativa, ribattezzata “lettera gogna”, avrebbe alzato un vespaio inimmaginabile e il 19 aprile – epilogo della vicenda – l’ingegnoso prete dovrà lasciare la parrocchia a padre Puma. Cartellino rosso, quindi, per padre Crociata che però comunica via lettera (arridagli) che la decisione è dovuta ad un semplice cambio della guardia e noi (cittadini, fedeli, contribuenti) come sempre vogliamo crederci!

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