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Usa, le ong denunciano l’inquinamento del petrolchimico in Texas e Louisiana

Due rapporti sulla crisi ambientale negli Usa, pubblicati contemporaneamente da Amnesty International e Human Rights Watch hanno denunciato i danni connessi all’inquinamento provocato dalle industrie petrolchimiche degli stati dei Texas e della Louisiana.

Il rapporto di Amnesty International, dal titolo Il prezzo degli affari? L’inquinamento tossico dell’industria petrolchimica negli Stati Uniti d’America, descrive i danni causati da centinaia di impianti petrolchimici e di combustibili fossili lungo lo Houston Ship Channel in Texas; il rapporto esamina inoltre le emissioni e i registri di sicurezza di quattro stabilimenti industriali appartenenti a società multinazionali.

La ricerca di Human Rights Watch, intitolata Qui stiamo morendo”. La lotta per la vita in una zona di sacrificio dei combustibili fossili in Louisiana, documenta una crisi sanitaria nell’area conosciuta come “Cancer Alley” in Louisiana, provocata dalla negligenza delle istituzioni governative e dall’inquinamento ambientale. La ricerca mette in luce come i residenti siano esposti a rischi elevati di cancro, patologie respiratorie e danni alla salute materna, riproduttiva e neonatale.

Molte delle persone intervistate hanno raccontato ad Amnesty International che, loro stesse o i loro familiari più stretti, hanno ricevuto diagnosi di malattie respiratorie, quali cancro ai polmoni e asma, o hanno frequentemente avuto problemi respiratori. Tutto ciò è in linea con le ricerche accademiche che indagano sugli effetti che la vicinanza all’industria petrolchimica ha sulla salute.

Le comunità coinvolte sono ampiamente caratterizzate da bassi redditi e sono vittime di discriminazione razziale; si trovano frequentemente private dell’accesso alle cure mediche necessarie e di fronte a barriere praticamente invalicabili nel perseguire la giustizia.

La speranza di vita media nelle comunità che vivono lungo lo Houston Ship Channel è ridotta anche di 20 anni rispetto a quella di chi si trova nei quartieri a maggioranza bianca situati a soli 24 km di distanza. Nelle parole di Amnesty International, siamo di fronte a un caso di razzismo ambientale.

In Texas, le aziende possono evitare sanzioni dichiarando che una perdita è stata “non pianificata e inevitabile”. Le normative spesso non vengono applicate e molte delle aziende coinvolte sembrano considerare eventuali multe da parte delle autorità, se mai applicate, semplicemente come un ulteriore costo d’impresa. Inoltre, l’alta concentrazione di strutture rende difficile individuare quale impianto sia all’origine di una perdita o della causa di una malattia.

Un danno derivante da una fuoriuscita tossica potrebbe affliggere decine di migliaia di persone, ma nonostante gli incendi e le perdite verificatesi negli ultimi anni, non esiste ancora un sistema di allarme e di emergenza efficace per avvisare i residenti. Alcune strutture hanno ripetutamente esposto le comunità locali a sostanze chimiche pericolose con avvisi scarsi o inadeguati.

Il rapporto di Amnesty International chiede che venga effettuato un miglior monitoraggio dell’inquinamento lungo i confini degli impianti, un maggior numero di ispezioni e azioni di regolamentazione, nonché che l’Agenzia federale per la protezione dell’ambiente eserciti più frequentemente i suoi poteri per far rispettare le leggi nazionali in Texas e punire gli inquinatori. Le comunità locali devono avere accesso a rimedi e risarcimenti per i danni subiti, inclusi finanziamenti per l’assistenza sanitaria.

 

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