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Unione europea ed Egitto avanti nelle “priorità comuni”: i diritti umani non lo sono

Diritti umani | La data scelta per la settima riunione del Consiglio di associazione Unione europea-Egitto è davvero infelice: ieri, 25 luglio, diciottesimo mese dalla sparizione al Cairo di Giulio Regeni (nella foto).

Dai documenti ufficiali preparatori della riunione arriva la conferma che dei diritti umani in Egitto all’Unione europea interessa ben poco.

Nel rapporto sul paese non si fa menzione di Giulio né di Ibrahim Halawa, il ragazzo irlandese agli arresti dall’agosto 2013 e nel frattempo diventato maggiorenne (proprio oggi è fissata l’ennesima udienza).

Non c’è traccia del peggiore massacro della storia moderna egiziana, quello di Rabaa al-Adawiya (sempre dell’agosto di quattro anni fa) né si accenna alle esecuzioni extragiudiziali e alle uccisioni illegali.

La piaga della tortura viene derubricata come “denunce di presunte torture in carcere, di morti a causa della tortura o di negligenza medica”. L’ultimo caso risale a soli 10 giorni fa.

Dell’altra piaga delle sparizioni forzate, secondo Amnesty International tre o quattro al giorno, ci si limita a segnalare che la Commissione nazionale sui diritti umani ha prodotto un rapporto.

Non si parla delle detenzioni arbitrarie, seppure si accenni ai processi di imputati civili in corte marziale e a sentenze di massa al termine di processi irregolari.

Il paragrafo sulla libertà di stampa è un capolavoro di understatement: “Preoccupazioni sono state espresse su azioni apparentemente destinate ad accrescere la pressione su alcuni giornalisti e organismi della società civile”.

Il rapporto dà conto dell’inchiesta n. 173 avviata nel giugno 2011 contro le Ong che ricevono fondi dall’estero (peraltro facendo espressa menzione solo della chiusura del Centro el-Nadeem per la riabilitazione delle vittime della violenza) ed esprime preoccupazione sulla nuova legge sulle Ong firmata dal presidente al-Sisi nel maggio di quest’anno.

Lo scarso peso dato alla situazione dei diritti umani si riverbera anche analizzando l’ammontare dei finanziamenti dati dall’Unione europea.

Per il periodo gennaio 2015 – maggio 2017 l’assistenza finanziaria dell’Unione europea verso l’Egitto è stata di oltre un miliardo e 300 milioni di euro: di questi, solo il 10 per cento è stato destinato a “migliorare la governance, i diritti umani, la giustizia e la pubblica amministrazione”.

Complessivamente, in quel periodo la somma dell’assistenza finanziaria dell’Unione europea, dei suoi stati membri e delle istituzioni finanziarie europee ha superato gli 11 miliardi di euro.

“Impegnarsi nelle priorità comuni” è lo slogan della riunione di oggi. I diritti umani sono i grandi assenti. Quanto suona ipocrita, anche e soprattutto oggi, l’espressione tante volte ascoltata a Bruxelles e Strasburgo: “Giulio era un cittadino europeo”.

No. Giulio non era un cittadino europeo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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