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Una stagione politica è finita: ha perso Berlusconi e ha perso la Sinistra

Oggi (Ieri, ndr), dice Letta in un’intervista SKY tv, è finita un stagione politica. Certo è finita una stagione politica, ma all’insegna della continuità: la destra c’era prima, la destra c’è oggi. Certo più accettabile e moderata ma sempre destra. In compenso non c’è più la sinistra.

Giornali, radio e tv, sono tutti d’accordo, dall’operazione Letta/Alfano, che ha portato al rinnovo della fiducia al governo, esce sconfitto uno ed uno solo, e si chiama Berlusconi. 

Ma non è così, l’alleanza dei due ex Dc ha messo fuori gioco Berlusconi nel PDL e la sinistra nel PD. Non è solo il Cavaliere a perdere la partita, sono due gli sconfitti, sono due a subire uno smacco che segnerà la politica dei prossimi anni: Berlusconi e la sinistra . La sinistra è scomparsa dalla scena politica, la assistito da spettatore muto al suo processo di emarginazione dal PD, e così ha rivelato in tutta evidenza la sua inconsistenza politica, la sua incapacità di incidere su i processi di formazione di linee ed assetti politici. Eppure, ieri come oggi, la sinistra di occasioni per far sentire la sua voce, ne ha avuto tante. Poteva battersi per allearsi con il MOV5S, poteva votare Rodotà, imporre questa linea nel partito oppure andarsene.

Certo Grillo non ha aiutato, ma la proposta di votare Rodotà andava accolta e sostenuta. La richiesta al Presidente di un incarico pieno a Bersani, andava fatta e sostenuta. Non doveva passare sotto silenzio, anzi andava combattuta la propensione di Napolitano per le larghe intese. E quando è nato il movimento di base “occupy pd”, la sinistra doveva supportalo, non doveva lasciare la base del partito a macerarsi nella sua impotente solitudine. La lotta contro le larghe intese, doveva intestarsela. E nella definizione e dei contenuti e dei tempi del governo Letta doveva dire la sua.

Assistiamo oggi all’atto finale del processo di emarginazione della sinistra che non ha messo becco nella vicenda della scissione PDL e del rinnovo della fiducia del governo Letta. Ha taciuto la sinistra del PD, ha taciuto la sinistra fuori del PD. Il risultato è un governo di centrodestra, un programma di centro destra e il PD in mano alla DC.

E’ stato emarginato Berlusconi ma anche la sinistra. Nel PD ci sono solo Letta e Renzi, mentre Cuperlo ogni tanto si affaccia su qualche tv, giusto per dire due parole e nulla più. Con Renzi si vince, e allora viva Renzi segretario del PD, con Letta si governa bene, e allora viva Letta premier. Ma al peggio non c’è mai fine: e cosi succede che la cultura e l’ideologia politica che sta dietro questa virata a destra, man mano si sta insinuando nel cuore e nella mente dei compagni, così da essere accolta e condivisa dalla base del partito.

Ne migliori sono le prospettive per il futuro, che anzi sono pessime. Le ipotesi sono due: Alfano si stacca da Berlusconi per formare un PPE italiano e conseguentemente nasce un polo bipolare Alfano/Letta. In alternativa, Alfano e Letta si alleano e nasce una nuova DC che accoglie nel suo seno gli scissionisti. In ogni caso la sinistra è tagliata fuori. 

 

Foto: Enrico Letta/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.136) 8 ottobre 2013 16:58

    "Ha perso Berlusconi e ha perso la sinistra".
    MAGARI FOSSE!
    Purtroppo, finora ha perso e continua a perdere il Popolo Italiano!

  • Di (---.---.---.135) 8 ottobre 2013 19:13

    Camillo, ma Bersani dov’era quando succedeva tutto questo?!?!

    Come mai non si pone alla testa di un movimento interno al PD per ricostruire la sinistra?!?

    La triade - o meglio trimurti - Bersani/D’Alema/Prodi sicuramente riporterà la sinistra agli antichi fasti.

  • Di (---.---.---.15) 8 ottobre 2013 20:03

    (dis) Servizio >

    Vespa, rifacendosi alle note vicende giudiziarie di Berlusconi, ha proposto un servizio tv teso ad avvalorare la seguente tesi.

    In Italia, per dei fatti analoghi, a parità di capi di accusa e di identiche prove assunte, una stessa persona, dopo tre gradi di giudizio, può indifferentemente essere prima assolto e quindi condannato.
    Questo, conclude Vespa, è il “pasticcio” desumibile dalla condanna inflitta a Berlusconi.

    Se tale tesi trovasse puntuale riscontro oggettivo, la cosa più grave, oltre che intollerabile, sarebbe dover constatare che finora nessuno, neppure la Corte Costituzionale, si è mai accorto di siffatta anomalia.
    Una “ambivalenza” aberrante che toglierebbe ogni credibilità e validità al nostro intero sistema giuridico.

    Di fatto è un servizio tv scientemente improntato ad accreditare una certa tesi, di parte.
    Rimane tuttavia il rischio concreto di essere Travolti dalle Informazioni

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