• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Una risposta alla crisi

Una risposta alla crisi

Vi è stato un tempo in cui uscendo di casa incontravi una determinata serie di persone: cittadini, vicini di casa e concittadini, individui suddivisi tra uomini, donne, adulti, bambini, lavoratori.

Dicevo, vi è stato un tempo, oggi ognuna di queste tipologie è stata assorbita da un solo status, quello del consumatore.

Stabilire esattamente la data di trasformazione è cosa da esperti del settore statistico, noi concentriamoci sullo status evidenziato e facciamo un ulteriore disamina: ad essere onesti, siamo consumatori tanto quanto consumati, grazie alla logica della produzione perpetua.

Ormai non siamo null’altro che ciò che consumiamo, e sul consumo ormai basiamo anche le nostre relazioni, popolo bue che brucia ad ogni passaggio l’ecosistema, minima preoccupazione per il futuro, sia del nostro che di quello dei nostri figli o nipoti.

La categoria ormai vive praticamente di un presente perpetuo speso ad acquistare status symbol ed ad accumulare denaro da spendere spadroneggiando; nulla a che vedere coi principi dei nostri padri e dei nostri nonni, che spesero la vita nella prudenza e nell’investimento teso al futuro, senza egoismi, pensando alle discendenze, consapevoli che una società con dei valori fosse il nettare della vita. Sarebbe ora di risvegliarci da questo stato di torpore, da questa situazione di automi del consumo, sarebbe ora di capire che quei valori sopracitati ancora contribuiscono al nostro “vivere bene”.

Il consumatore, quello vero, è vorace, convinto che tutto risieda nell’economia e nel denaro… in un certo senso ha ragione, col loro (col nostro) comportamento creano un moto perpetuo che genera lo stesso risultato: rendere i ricchi sempre più ricchi e peggiorare la condizione degli oppressi e degli sfruttati.

Qualcuno probabilmente pensa io lanci la tesi di un complotto, magari esiste, ma più che di un complotto sono convinto che siamo vittime delle nostre scelte e malgrado che i risultati sociali di tali scelte siano visibili a tutti ci incapponiamo nel bruciare il nostro futuro, la nostra umanità.

Prima sia troppo tardi occorre fermarsi, tirare fuori i nostri ego e cercare di reimporre al nostro corpo lo status di essere umano, completo di valori e pronto ad attingere dalle esperienze pregresse…è un compito che tocca a tutti, a me per primo, lasciare i nostri giocattoli e pensare cosa ci può davvero rendere sicuri e felici.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares