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Una questione di identità

Oggi quasi tutti hanno uno smartphone o un tablet per comunicare o per navigare in rete. Spesso, non tutti sanno usare questi nuovissimi strumenti di comunicazione, non si rendono conto che possono non solo danneggiare gli altri, ma anche se stessi. E allora si nascondono dietro una falsa identità. Accade con i giovani, ma anche con chi meno giovane non è. Con molta facilità, si cerca di “dare aria” alla rabbia, all’odio, alle gelosie, alle cattiverie, alle invidie che nella vita di ogni giorno abilmente si riesce a nascondere. In Rete, alla tastiera, sotto una falsa identità, molti riescono a liberarsi di queste angoscie e cattiverie represse trasmettendole in forma anonima.

Trenta anni di Internet hanno creato notevoli problemi di sicurezza. Non tutti si rendono conto dei rischi che si corrono sulla questione della identità. Rischi che generano paure non sempre infondate. Tutto ciò ha concorso ad aumentare nel nostro paese uno sport che ha carattere nazionale, già molto antico e diffuso. La piaga dell’anonimato. Alzi la mano chi non ha mai ricevuto o è stato calunniato da una lettera anonima.

C’è sempre qualcuno che crede di poter fare il giudice ed anche il giustiziere. Prende un foglio e scrive una denuncia contro il suo vicino e la invia firmandosi in maniera anonima, oppure con uno pseudonimo o addirittura con nome vero di qualcun altro che non c’entra con la cosa in essere. Questo comportamento, diciamo così, di natura “letteraria”, si è trasferita in Rete dove ha trovato un terreno molto, molto fertile. Sono nati così i “nick” e i “fake” di tutte le tendenze: sociali, religiose, politiche, filosofiche, libertarie. 

Non ci sono chat, forum, social dove non vi accade di essere attaccati da qualcuno che ha un nome composto da lettere e numeri, oppure strane invenzioni linguistiche. Tu ti presenti con tanto di nome e cognome, con il link dinamico dedicato alla tua scheda personale, con tanto di foto e riferimenti sicuri e veritieri, clicchi sul link di chi hai di fronte in rete e scopri che il soggetto non ha inserito dati, oppure ha esternato e messo per iscritto deliri social politici religiosi dai quali è opportuno fuggire immediatamente. 

Questo non accade soltanto sul social più importante e usato come Facebook, ma anche su siti, portali e piattaforme dedicate a libri, problemi di una certa importanza culturale e scientifica. C’è sempre il rischio che dietro un nome e cognome apparentemente vero e registrato si nasconda un classico “odiatore” un “fake” in agguato, uno che vuole soltanto provocare, istigare, insinuare. 

Che fare in un mondo gestito sempre di più in maniera sociale, in cui la identità e l’individualismo giocano un ruolo fondamentale? Il Web è uno spazio davvero infinito che aspetta ad essere riempito in ogni momento da informazioni e presenze. Lo stesso Facebook ha compreso l’importanza del problema e sta cercando di realizzare una politica contro l’anonimato e la falsa identità. 

C’è chi pensa che una “identità aperta” sia altrettanto pericolosa quanto quella “falsa” per il rischio di troppa esposizione. Non è un caso che sia apparso in Rete un sito chiamato “Secret” che fa di questa parola la sua politica: puoi dire tutto di tutti in perfetto anonimato. Questo vuol dire che una persona non è più tale, ma soltanto un individuo privo di responsabilità sia personale che sociale. Sarebbe come creare una incontrollabile tempesta mediatica, in inglese “shitstorm”, una tempesta di sterco sociale ed umano mai vista prima.

Resta il problema di come controllare la carica di “odio” che la razza umana continua a portarsi dentro anche dopo tanti millenni, dopo Caino. Che nessuno lo tocchi, e siamo d’accordo. Ma facciamo in modo che almeno le parole che ci diciamo con i cellulari, i tablet e i pc non siano armi per uccidere ma per creare una nuova e diversa civiltà del vivere. Nell’antica Agorà (in greco antico: ἀγορά, da ἀγείρω = raccogliere, radunare) dell'antica Grecia si indicava la piazza principale della polis. La gente si guardava in faccia e diceva quello che pensava dando voce alla propria libertà.

Facciamo sì che anche su AgoraVox tutti sappiano tutto di tutti.

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