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Una manovra correttiva per fessi e fessacchiotti

Una manovra correttiva per fessi e fessacchiotti

Sconfessati in un colpo solo due anni di imbonimenti e propaganda del sorriso, offerti gratuitamente dal governo ai suoi sudditi. Con la "manovra correttiva" Tremonti dice che: 1) la crisi c’era e c’è tutt’ora, 2) non ne siamo usciti "meglio degli altri" ma siamo, se non peggio, come tutti gli altri, 3) c’è bisogno di altre entrate, palesi od occulte non ha importanza, che si chiamano comunque tasse, 4) il "ridurremo le tasse" era un candelotto fumogeno per occultare la realtà, 5) la sinistra "disfattista e pessimista" aveva ragione, con buona pace dei vari Capezzoni e dei Buon-aiuti del premier.

Le prime impressioni mi lasciano perplesso, ma io sono l’uomo di strada che non capisce una mazza di economia, destinato per definizione a subire e pagare senza protestare. Ma anche chi ci capisce sul versante del centro destra pare non proprio soddisfatto delle misure del ministro dell’economia, versione aggiornata del tanto vituperato Visco.

Gli economisti dovrebbero spiegarmi una volta per tutte cosa sono le riforme strutturali che dovrebbero rilanciare la produttività del Paese.

Ho sempre pensato che riforme strutturali volesse dire dare maggior vigore alle imprese (snellimento della burocrazia, chiarezza delle leggi, impulso a settori innovativi, e via discorrendo), sostegno ai consumi (riduzione delle tasse dei dipendenti e dei piccoli contribuenti), progetti per il futuro di giovani e famiglie, e soprattutto taglio drastico dei costi (trasparenza ed economia dei lavori pubblici, lotta all’evasione e all’elusione, guerra totale alle mafie, abolizione di tutto quello che è inutile, dalle provincie ai parlamentari).

Mi accorgo, invece, che riforme strutturali vuol dire pensioni e sanità, punto e basta. Risaniamo il paese cioè mandando in pensione il più tardi possibile con la minor pensione possibile, e - se possibile - trasformiamo l’assistenza sanitaria nel fai-da-te, il contrario di quanto imboccato da Obama con la sua riforma. Per i fautori di questo modo di pensare la soluzione a tutti i mali dell’Italia, mi par di capire, è un paese di vecchi che lavorano (ma chi li prende mai?) ed ammalati (perché non possono pagarsi le cure).

Non ho mai letto una riga sul taglio drastico alle spese della Difesa o sui super redditi e le super rendite, per fare qualche esempio fra i molti. Quello che importa ai "mercati" è colpire pensioni e sanità, ed anche questo non l’ho mai capito.

Il parametro, forse, è colpire chi tanto non protesta mai perché rincoglionito o in via di rincoglionimento, come anziani ed ammalati. Mancano solo quelli che non capiscono ancora, come i neonati ed i bambini, ma non disperiamo: prima o poi qualche bella tassa su misura arriverà anche per loro. Con buona pace del re e di tutta la corte.

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