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Una commissione d’inchiesta accusa Bolsonaro per la gestione del Covid

Il presidente Bolsonaro è stato accusato da una commissione d'inchiesta parlamentare per la gestione del Covid. Un corposo dossier di milleduecento pagine lo accusa di un atteggiamento negazionista, non avendo promosso il vaccino e le misure del lockdown. 
Il Brasile ha avuto seicento mila morti e il dossier afferma che molte di queste si potevano evitare.

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Ricordiamo che anche in Italia a Bergamo si è cercato di mettere sotto accusa governo e regione per le molte morti. 

L'inchiesta in Brasile è promossa da deputati dell'opposizione e ha poche probabilità di essere approvata dal parlamento dove Bolsonaro ha la maggioranza.

In Italia l'immagine di Bolsonaro non gode di popolarità. Per molti aspetti è paragonato a Trump poiché sembra sottovalutare o negare i temi più scottanti.

È stato accusato di aver sottovalutato il Covid e di promuovere la deforestazione della foresta amazzonica non riconoscendo i diritti degli indigeni e soprattutto l'importanza della foresta per ridurrre le emissioni di CO2 e quindi i cambiamenti climatici.

Bolsonaro è di origini italiane e la sua formazione è quella di un ufficiale dell'esercito, file da cui proviene. È un uomo di destra e il suo partito ha vinto le elezioni dopo trentacinque anni di opposizione. Le ha vinte anche a seguito di scandali in cui è stato coinvolto il partito dei lavoratori, di Lula.

Il Brasile ha da poco superato il 50% delle vaccinazione e comincia a vedere una riduzione dei decessi. Per numero di vaccinazioni è fra i primi dell'America Latina. Gli stessi Stati Uniti registrano difficoltà e non hanno raggiunto il 55% dei vaccinati. I morti sono settecento mila, più di quelli del Brasile. La Russia non ha raggiunto il 40% e ha oltre mille decessi al giorno.

Per quanto riguarda la deforestazione bisogna tener presente che va avanti dal 2003, molto prima dell'inserimento di Bolsonaro.

La foresta amazzonica del Brasile copre una superficie pari a mezza Europa e controllare un territorio così vasto non è facile.
In Italia non riusciamo a controllarne una molto più piccola e in estate dobbiamo fare i conti con gli incendi . 
Sembra che in Brasile nei primi anni del duemila con incendi si disboscassero ogni anno superfici di circa quaranta mila chilometri quadrati. Oggi se ne disbosca lo 0,1 per cento, circa ottomila chilometri quadrati e ci sono aree in cui si favorisce il rimboschimento.

Inoltre il Brasile grazie alle sue centrali idroelettriche e i parchi eolici è uno dei paesi con una fra le più alte percentuali di energia da fonti rinnovabili. 
Bolsonaro riporta poco questi dati e si fa principalmente forte della crescita economica del paese, fra i primi dieci al mondo per Pil. Si fa inoltre forte della lotta contro la criminalità, che in Brasile imperversa. E della lotta contro la povertà con sussidi a circa quattordici milioni di poveri e creando posti di lavoro. 

In altre parole forse nonostante Bolsonaro il Brasile è un paese che contribuisce positivamente alla lotta al Covid e ai cambiamenti climatici.

(foto da Wikimedia Commons)

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