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Un po’ di Guareschi e le lotte studentesche

 

 

 

 


Giovannino Guareschi muore il 22 luglio del 1968, nel pieno della contestazione studentesca, ma prima di lasciarci scrive questo pensiero quanto mai attuale: “Anche in Italia, i giovani della Rivoluzione culturale hanno rotto teste a poliziotti, hanno fracassato vetrine, hanno occupato e devastato Università e mostre d’Arte, hanno disselciato strade, hanno lanciato “bottiglie Molotov”, hanno bruciato automobili e via discorrendo. Io non so cosa vogliono i giovani studenti e non sono in grado quindi di stabilire se ciò che essi hanno fatto sia giusto oppure no. Considerando, però” conclude ironicamente “che tutte queste imprese rivoluzionarie erano attentamente controllate e protette dalle autorità responsabili dell’ordine pubblico, ritengo si sia trattato, perlomeno, di azioni inquadrabili nella legalità democratica”.

 


Voglio poi raccontarvi di quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, Guareschi, sempre prontissimo ad attaccare con la penna qualunque fatto fosse per lui meritevole di critica, insultò sotto l’effetto di una sbornia Benito Mussolini. Venne arrestato dopo breve tempo ma liberato il giorno dopo per volere dello stesso Duce, il quale, per “punizione”, visto che Giovannino doveva comunque arruolarsi, lo destinò più tardi all’11° Battaglione di Artiglieria di Alessandria come Ufficiale.

 

 

 

 

Nel 1950, nel pieno della “democrazia” fu condannato con la condizionale ad otto mesi di carcere nel processo per diffamazione all’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che era stato bonariamente preso in giro in quanto permetteva che sulle etichette dei vini di sua produzione venisse messa in evidenza la sua carica pubblica di "presidente". Guareschi non era l’autore materiale della vignetta (l’autore fu Carletto Manzoni), ma fu condannato in quanto direttore responsabile di Candido.

 

Nel 1954 Guareschi, pur se grande sostenitore della D.C.,  venne nuovamente accusato di diffamazione per avere pubblicato sul Candido due lettere di De Gasperi risalenti al1944, in una delle quali De Gasperi, avrebbe chiesto agli anglo-americani di bombardare la periferia di Roma allo scopo di demoralizzare i collaboratori dei tedeschi.

 

Il giudice non accolse la difesa di Guareschi che chiedeva che queste lettere fossero sottoposte a perizia calligrafica per accertare che fosse veramente De Gasperi l’autore, come era emerso da una prima perizia ad opera di un perito accreditato e Giovannino fu condannato a dodici mesi di carcere in primo grado. Essendosi rifiutato di ricorrere in appello contro quella che lui riteneva un’ingiustizia, venne recluso nel carcere di Parma, dove rimase per 409 giorni, più altri sei mesi di libertà vigilata ottenuta per buona condotta. Sempre per coerenza, rifiutò in ogni momento di chiedere la grazia.

 

 

 

 

 

 

 

Fonti: “Non solo Don Camillo. L’intellettuale civile Giovannino Guareschi - edizioni l’Uomo Libero” www.luomolibero.it - Wikipedia - No Reporter ecc...

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