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Un’occasione per il Pd

La Repubblica farebbe bene a pubblicare altre dieci domande. Quello che emerge dall’inchiesta di Bari è ben più grave e interessante dell’oscura vicenda di Noemi Letizia. É vero che la vicenda di Noemi è ben degna d’attenzione e preoccupazione da parte dell’opinione pubblica, soprattutto perché il premier ha più volte mentito su questa vicenda, dimostrando così non solo di non volerla chiarire, ma soprattutto di non poterla chiarire senza compromettersi in maniera definitiva. Tuttavia, almeno finché qualcuno non si decide a parlare, la questione rimane oscura e incerta su più punti.

Al contrario, ciò che emerge dall’inchiesta di Bari è sempre più chiaro, evidente, limpido e nello stesso tempo grave. Si è partiti dalle sconvolgenti confessioni della prostituta (mi perdonerete se non dico escort) Patrizia D’Addario, alle intercettazioni pubblicate da l’Espresso che hanno confermato senza ombra di dubbio l’affidabilità della D’Addario, fino ai verbali dell’imprenditore Tarantini, pubblicati qualche giorno fa dal Corriere della Sera, che hanno mostrato nei dettagli ciò che si poteva prevedere. Insomma, non sappiamo quale sia stata la natura dei rapporti tra Berlusconi e la minorenne (allora) Noemi Letizia, ma sappiamo per certo quali siano stati i rapporti tra Tarantini e Berlusconi, ovvero tra le ragazze che Tarantini portava da Berlusconi e lo stesso premier.


L’imprenditore pugliese ha descritto con in maniera dettagliatissima un grande numero di cene e incontri, da cui si evince come egli fosse solito portare da Berlusconi donne disposte ad avere rapporti sessuali con lui. Ciò che è chiaro, dunque, è che Berlusconi aveva rapporti con molteplici prostitute e con un imprenditore pugliese che, oltre a svolgere quel suo onorevole compito, comprava e smerciava droga in giro. Tutto ciò potrebbe destare qualche interesse in Italia, ma i maggiori telegiornali hanno cose più importanti da trattare. Basta vederne uno qualsiasi.

 

La cosa interessante è che Tarantini, il quale, come lui stesso dice, faceva di tutto per avere contatti con l’alta società pugliese, riforniva di ragazze disposte a prostituirsi anche un importante esponente del Pd, ovvero Sandro Frisullo, allora vicepresidente della Regione Puglia. Il rapporto tra i due era simile a quello tra Tarantini e Berlusconi: donne in cambio di favori. Nel primo caso, Tarantini ottenne di mettersi in contatto con un certo Valente, direttore amministrativo dell’Asl di Lecce; nel secondo caso, Tarantini ottenne un incontro con Bertolaso, che poi gli permise di avere contatti con Finmeccanica. Dunque, tanto nel Pd quanto nel Pdl vi sono due personaggi invischiati in questa vicenda. Chiaramente la posizione di Berlusconi, che è Presidente del Consiglio, è più grave di quella di Frisullo, che peraltro si è dimesso dalla sua carica ben meno importante di vicepresidente della Puglia. Tuttavia, ciò non toglie che il Pd abbia una ottima occasione per dimostrare nei fatti di essere diverso dal Pdl.

Sulla questione morale il Pd si è sempre dichiarato molto rigoroso, ma molti fatti in passato hanno mostrato il contrario: aveva ragione Berlusconi quando diceva che quelli del Pd predicavano bene e razzolavano male. Adesso però i democratici hanno la possibilità di mostrare di essere un vero partito, di essere una vera alternativa al Pdl. Devono semplicemente espellere dal partito Frisullo, che non è certo stato condannato, ma il cui comportamento devia abbastanza dai principi morali tanto declamati.

Ad ottobre ci saranno le primarie. Franceschini e Bersani possono cogliere una grande occasione. Qualcosa mi dice che non lo faranno.

Commenti all'articolo

  • Di il terzo incomodo? (---.---.---.194) 11 settembre 2009 16:12

    Si dimentica il terzo candidado Ignazo Marino

    Libertà. Vogliamo un’Italia della democrazia e della partecipazione. Vogliamo un Paese dove i poteri dello Stato agiscano nel rispetto reciproco, formale e sostanziale, preservando il prestigio e la credibilità delle istituzioni. Un Paese in cui esista una rigorosa responsabilità politica: dove la maggioranza abbia efficaci strumenti di governo, e l’opposizione efficaci strumenti di controllo ed entrambe siano sottoposte al vaglio critico del corpo elettorale. Un Paese dove i partiti non occupino le istituzioni. Dove al cittadino sia data la possibilità di formare, prima che di esprimere, liberamente la propria opinione. Un Paese nel quale l’informazione sia libera e che risponda sempre all’opinione pubblica e mai al potere. Un Paese nel quale la compagine parlamentare sia scelta dai cittadini e non dalle oligarchie, dove il potere sia effettivamente contendibile e le differenze di posizioni emergano alla luce del sole per essere liberamente valutate dalla pubblica opinione.
    (Mozione a sostegno della candidatura del Sen. Ignazio R. Marino a Segretario del Partito Democratico)

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