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Un nuovo Regime: la Democrazia

Volutamente ho scritto la parola “Regime” con la “R” maiuscola. Vi è un motivo. Essenziale. In effetti, la Democrazia è un regime. Con la “R” minuscola assume solamente il significato di “sistema”. Di conseguenza, se si è in “regime di Democrazia” significa che il sistema che si utilizza per governare una nazione è in questo caso, quello appunto democratico.

Sulla Democrazia c’è molto da dire ed argomentare. Poiché in troppi si pensa che uno stato “democratico” sia quello in cui viga la libertà di ogni essere di scegliere per se stesso il modo migliore di vivere dignitosamente e secondo le proprie attitudini. Lo dice anche la nostra Costituzione.

Eppure, vi è un “regime democratico” che deve esser scritto “Regime Democratico” – “R” maiuscola - e che nulla ha a che vedere con un sistema di governo del tutto liberale ed a sostegno dei diritti individuali dei cittadini di una nazione.

Pier Paolo Pasolini, scrisse nel 1974 relativamente l’”Anarchia del potere”. Concordo in pieno. Poiché il potere, così come lo immaginiamo e così come lo stiamo scoprendo di giorno in giorno – fonte costante ed ambigua di corruzioni di ogni ordine e grado - è l’ambiente ove il concetto di Anarchia alberga quotidianamente e rende ogni suo componente totalmente lontano da quelle regole che siamo poi quasi tutti chiamati ad osservare. “Quasi tutti”. Appunto. Ed in quel “quasi tutti” si delinea già il contorno di questa ambigua democrazia che dovrebbe regolare ogni ambito della nostra nazione, e che invece tira calci proprio su due concetti ampiamente abusati proprio dai componenti del cosiddetto potere: anarchia e democrazia.

Abusati oltretutto su due livelli differenti: si utilizza la parola “anarchia” ogni qual volta la propaganda “necessiti” di colpevoli inafferrabili ed ambigui. Si abusa della parola “democrazia” durante il percorso di obnubilazione ai danni della popolazione. Così si compie il quotidiano misfatto di agire in nome di un’assente democrazia operata da un gruppo di anarchici assurti a poteri per nulla aderenti – di contro – a qualsiasi individuale lettura della parola e del concetto di Democrazia.

Si giunge persino alla follia di voler “esportare” un concetto di “democrazia” oltre i nostri confini. Ma di quale democrazia si parla se persino in Occidente si confondono – volutamente – criteri di Democrazia e Regime, mischiandoli fino a produrre un sistema di Regime totalitario che ha ormai tutta l’aria di aver radicato proprio in quegli ambiti istituzionali che avrebbero dovuto proteggere il Diritto di Esistere e quello – non meno importante – di partecipare attivamente e liberamente alle questioni nazionali che tutti ci riguardano.

Siamo si in regime di Democrazia – e fin qui, nulla di male – ma abbiamo sconfinato fino a subire un Regime Democratico. Scadente ossimoro e inquietante panorama di una realtà che sta in qualche modo emergendo “grazie” ai troppi fatti che vedono coinvolti ormai tutti i componenti istituzionali nazionali.

C’è da notare che, sebbene possa sembrare “democratico” sapere quanto marcio esista all’interno degli ambienti istituzionali, allo stesso tempo questo continuo emergere di schiuma vischiosa che ogni giorno ci riporta notizie che affondano ora uno ora un altro componente del cosiddetto “potere” portando tutti alla realizzazione palese di un sistema corrotto fino al midollo, non fa che alimentare questo strano connubio fatto di anarchico potere democratico. Il caos.

In basso – molto più in basso - la società civile. Che da tempo non può accedere a quella democratica forma di esistenza che consentirebbe ad ognuno di accedere a Diritti ormai alienati a suon di parole e di azioni che hanno avuto il solo scopo di sconfiggere ogni criterio democraticamente condivisibile.

Uscire dall’inganno non è facile. Perché la gente, abituata ad attingere dalle parole, piuttosto che dai fatti, segue ancor oggi la musica ammaliante sciorinata dal “potere” che “democraticamente” uccide ogni giorno la dignità di esistere di milioni di persone.

L’Italia, in regime democratico, ha scelto a suo tempo di far emergere un nuovo Regime “Democratico”. Se le parole ancor oggi hanno un senso, forse il metodo per illuminare la mente di ognuno è consigliare la lettura di ogni parola al suo esatto contrario. Di modo che si abbia – finalmente – la comprensione adeguata e non più artefatta di ciò che viene detto e di conseguenza imposto. Democraticamente.
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Rosario Grillo (---.---.---.210) 3 novembre 2012 17:56
    Rosario Grillo

    Credo che si stia giocando con le parole, quando occorre una lettura filologico-politica, profonda e seria, per ristabilire i connotati autentici della Democrazia. Quella che viene scambiata per Anarchia, altro non è che l’insieme delle scorribade di profittatori e speculatori interessati a confondere le acque e a lucrare in proprio. Concordo quando si dice che occorre oculatezza e vigilanza ed in questo farei rientrare anche la lettura all’incontrario, che è un efficace momento della logica ( e della dialettica ).

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