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Un grande uomo del cinema: Gabriele Muccino

Un grande uomo del cinema: Gabriele Muccino

Forse è arrivata la svolta per il nostro Paese! A quanto pare attori e registi italiani vengono finalmente apprezzati e riconosciuti da tutto il mondo cinematografico. Un fuoco di paglia? Chi può dirlo. Sofia Loren: colei che porta alta la nostra bandiera, rendendoci orgogliosi di essere italiani; forse è giunto anche per lei il momento di passare a qualcun altro questo glorioso testimone? In realtà a quanto pare, qualcuno si sta timidamente offrendo, un uomo che ha esportato il proprio talento cinematografico anche nel tempio Hollywoodiano. Il suo nome è: Gabriele Muccino.

 

Figlio di un dirigente RAI e di una famosa pittrice, Muccino può quasi apparire come un “mezzo raccomandato”, ma non è affatto così, dopo la laurea infatti comincia ad avvicinarsi al mondo del cinema, facendo da assistente a registi già affermati come Pupi Avati. Continua lavorando in qualche film, dopodiché studia recitazione per affinare meglio la sua tecnica. Realizza qualche cortometraggio per poi diventare il regista di una nota soap. Muccino però capisce ben presto che la sua strada è un’altra, vuole infatti diventare un regista del grande schermo, uno di quegli uomini che fanno la storia del cinema, Gabriele vuole essere ricordato. Dopo due anni (durante i quali ha girato ben due lungometraggi molto apprezzati dalla critica) viene presentato “L’ultimo bacio” film straordinario che narra le vicende di un gruppo di ragazzi arrivati ormai alla trentina che cominciano a tirare le somme di quello che è stato, di quello che è e di quello che sarà il loro futuro, tra mille intrecci amorosi e riflessioni profonde. Inoltre, il cast d’eccezione (con Stefano Accorsi, Giovanna Mezzogiorno, una giovane Martina Stella e con Stefania Sandrelli, Giorgio Pasotti, Sergio Castellitto, Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria) e la meravigliosa colonna sonora (di Carmen Consoli) ha fatto sì che “L’ultimo Bacio” divenisse un grandissimo film che sarebbe stato apprezzato anche dalle generazioni a seguire. Il film ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui: cinque David di Donatello, un Ciak d’oro e tre Nastri d’argento.

Il film, uscito nel 2001, è tutt’ora riconosciuto e molto apprezzato, tanto che l’acclamata Hollywood ha ben pensato di girare una versione “a stelle e strisce” intitolandolo ovviamente “The last kiss” (2006) con un cast molto più modesto (degno di nota Zach Braff) e con la regia di Tony Goldwyn. Il film ovviamente non ha riscosso alcun successo deludendo moltissimo (il film in Italia è inedito) dato che stravolge completamente la profondità e la morale stessa della sceneggiatura originale rendendola semplicemente una commedia romantica priva di senso. Due anni dopo L’ultimo bacio, Muccino “sforna” un altro grandissimo film: “Ricordati di me”, film in cui si assiste ad un collasso di una famiglia apparentemente normale (anche in questo caso Muccino ci delizia con un film tutt’altro che piatto e con significati molto profondi, inoltre anche in questo film è presente un cast eccezionale).

La svolta però arriva nel 2006, la chiamata di quel santuario sacro che si sente nominare solo in televisione: Hollywood. È la prova del nove per Gabriele e non si lascia affatto sfuggire l’occasione, infatti il suo film “La ricerca della felicità” con Will Smith ha incassato ben 162 milioni di dollari solo negli Stati uniti. Quest’ultimo film presenta in tutto e per tutto lo stile “mucciniano”, stile in cui la trama è sempre affascinante e che lascia allo spettatore un grande insegnamento. Dopo l’enorme successo avuto, il regista nostrano si cimenta due anni dopo (sempre ad Hollywood e sempre con Will Smith) in “Sette anime” film definito come capolavoro da alcuni mentre da altri è solamente un film totalmente mediocre. Quest’opera di Muccino ha infatti spezzato a metà la critica, ma nonostante ciò, riceve comunque un enorme incasso. Muccino sente però la nostalgia del nostro paese e torna infatti per girare “Baciami ancora”, sequel del film che l’ha consacrato. Il cast rimane quasi totalmente immutato, ma nonostante questo si rivela essere un’opera molto deludente, che non riesce a reggere il confronto con il predecessore. A parte quest’ultimo “calo di genio”, Muccino è stato comunque capace di imporsi in un mondo fatto di squali come quello del cinema non solo italiano, ma anche mondiale e forse, la nostra cara Sofia Loren, sarà contenta, un giorno (speriamo tra cent’anni), di lasciare il nostro tricolore in mano ad un grande uomo del cinema chiamato: Gabriele Muccino.

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