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Un bene confiscato trasformato nella Casa del Giornalista

Alla domanda se si sente sicuro, Ciro Pellegrino, tra i fondatori del Coordinamento Giornalisti Precari della Campania, replica: “no, perché è già capitato un faccia a faccia con me e altri colleghi. Però che vuoi farci, rinunciare? Non esiste, ora è dello Stato, ce l'hanno assegnato e ce lo prendiamo. Senza eroismo ma con determinazione, non so se mi spiego”.
 
E’ questo il pensiero che anima i giornalisti precari, uniti nel Coordinamento campano, che dopo un anno di tribolazioni, finalmente sono riusciti ad ottenere l’assegnazione dello spazio ai Quartieri Spagnoli, confiscato al boss della camorra Ciro Mariano - mandante ed autore di stragi di camorra - da utilizzare per promuovere dibattiti, mostre e la creazione di una piccola redazione aperta a tutti quei cronisti che non hanno a disposizione postazioni nei giornali in cui lavorano.
 
Nonostante abbiano ricevuto un “caloroso” benvenuto dalle donne della famiglia del capoclan in occasione della prima visita all’immobile, i giornalisti del Coordinamento non si scoraggiano: “Vogliamo testimoniare coi fatti la voglia di cambiare di una città straziata e violentata ma resistente, mai rassegnata. Ma abbiamo bisogno del sostegno dei napoletani. E per sostegno non si intende quello economico ma un ‘cordone’ civile affinché tutti gli eventi del coordinamento nel bene confiscato nei Quartieri abbiano tanti partecipanti. Solo accendendo un faro costante su quella zona sconfiggeremo chi non vorrebbe farci ritornare in quell’immobile” spiega ancora Pellegrino.
 
Il piccolo locale, al piano terra, nel vicolo Caritatoio, sarà trasformato nella “Casa dei giornalisti” cioè “un luogo per ospitare dibattiti sulla libertà d’informazione, una biblioteca di libri di camorra, uno spazio per mostre fotografiche, una ‘mini-redazione’ con laptop e wifi da mettere a disposizione agli operatori della stampa straniera che periodicamente vengono qui per raccontare l’emergenza rifiuti e la rivoluzione arancione di Luigi de Magistris” come scrive Vincenzo Iurillo su Il Fatto Quotidiano.
 
Una piccola, grande, rivoluzione. Un’occasione di sviluppo e di cultura in un quartiere difficile, cuore della città.

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