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Un Pontefice in sintonia con la gente

Ormai l’apparecchio televisivo ha preso il posto di quello che era un tempo il focolare: la famiglia si riunisce davanti ad esso per desinare. Solitamente si ascoltano i telegiornali; nel caso della famiglia del vostro reporter, con il telecomando ben a portata di mano. Quando, come spesso accade, parte la litania di omicidi, rapine, stupri et similia, con tanto di intervista strappalacrime alla vittima di turno e primo piano con domanda se il suo dolore è grande, immenso o stratosferico, ci precipitiamo a cambiare canale; alle brutte ripieghiamo su quello che trasmette il telegiornale sportivo.
 
Temevamo di avere usi ed atteggiamenti quanto meno singolari; sino all’intervento di Papa Benedetto XVI a Roma a Piazza di Spagna nella giornata consacrata all’Immacolata Concezione. A questo punto abbiamo capito che non eravamo i soli: quanto meno lo stesso succede anche al Pontefice.
 
"Ci siamo abituati alle cose più orribili, siamo intossicati dal meccanismo perverso dei media, che tendono a farci sentire sempre spettatori del male” ; queste le Sue parole e la Sua decisa condanna morale dei media, usi a ricercare audience facendo leva su reconditi bassi istinti della loro utenza.
 
Parla il Pontefice di mancato rispetto della dignità delle persone comuni, così portate indecentemente alla ribalta mediatica; non parla, ma lo fa solamente intuire, che questo è un imbroglio, nel senso che si spaccia per “informazione” quello che potrebbe essere al più sensazionalismo ed intrattenimento di bassa lega.
 
Sono cose che succedono anche in altri Paesi: in Inghilterra, ad esempio, troviamo i tabloid, che tanto si dedicano alle vicende della famiglia reale dei Windsor, sino a far giungere la Regina ad implorare una specie di tregua da parte dei paparazzi. Ma nessuno dei sudditi di Sua Maestà pensa che quella dei tabloid sia “informazione”. Insomma, chi vuol farlo, i tabloid se li compra e se li legge, chi vuole essere informato si compra il Guardian o il Times. Dalle nostre parti, invece, si mescolano le due cose, trasformando in audience di “informazione” quello che è, invece, audience di “intrattenimento”.
 
Mentre gli addetti ai lavori dell’informazione si propongono di meditare sulle parole di Benedetto XVI, nell’abitazione del vostro reporter si continuerà a tenere sempre a portata di mano e ben funzionante il telecomando durante l’ascolto dei telegiornali. E saremo sempre più entusiasti sostenitori di un Papa che appare alla gente comune una persona eccezionale.

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