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Un’Italia che si avvicina sempre di più alla Grecia

La nostra Borsa sembra davvero aver subito un crollo, voci di corridoio parlano di un'Italia che si avvicina sempre più alla Grecia. Gli animi generali sono irrequieti e il cittadino continua a "rimanere all'oscuro".

Roma. La situazione della nostra Borsa di Milano sta vivendo ore “decisive”. Già da un paio di giorni nei palazzi del potere pubblico, compreso il Tribunale di Roma, si parlerebbe di “Crollo della Borsa”.

I nostri leaders politici, consapevoli delle ripercussioni emozionali che una notizia di tale portata avrebbe negli animi collettivi, stanno “prendendo tempo” e sotto banco gestiscono la faccenda senza che il cittadino sappia realmente la portata dell'evento.

Pare, infatti, che entro venerdì (quindi domani) si voterà d'urgenza la Legge di Stabilità per chiedere formalmente le dimissioni preannunciate dal nostro attuale Premier. L' Europa, a quanto pare, non soltanto non crede più nella nostra politica e nella nostra classe dirigente, come purtroppo era già da tempo nell'aria, ma sembra non credere più nell'affidabilità delle parole di Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio.

Questa votazione d'urgenza sarebbe conciliabile con le dichiarazioni fatte ieri pomeriggio a partire dalle 14:00 dal nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha cercato di placare gli animi e di rassicurare gli investitori italiani e non, circa gli ultimi tormentati avvenimenti politici nostrani. Oltre a proporre alla guida dell'esecutivo "post Berlusconi", l'economista Monti.

Leggittima azione di una delle nostre maggiori cariche dello Stato ma dalla tempistica alquanto dubbia, che genera una immediata domanda: “Siamo davvero agli sgoccioli?”. Sembrerebbe che entro sabato, dopo l'approvazione della Legge di Stabilità, il nostro Presidente del Consiglio sarà costretto alle dimissioni per cercare di salvare ( in “calcio d'angolo” usando un po' di gergo calcistico) l'ultimo scampolo di credibilità internazionale che ci è rimasto.

In tutto ciò, come al solito, il cittadino italiano è totalmente tagliato fuori dalle vicende del Paese come se no fosse un contribuente e non ne subisse alcuna ripercussione; se la situazione della Borsa non dovesse migliorare la Grecia sarebbe, di diritto, molto vicina, più di quanto si possa credere.

Resta l'interrogativo che, comunque vadano le cose, la nostra economia possa risolvere i propri problemi o, come alcuni temono, la realtà dei fatti sia più grave di quello che si pensi.

Attendiamo gli ultimi svolgimenti per trarre delle risposte meno vaghe.

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