Ucraina e Israele. Tragedia che sta diventando una farsa

Ormai possiamo a pieno titolo dare una definizione di "giornalista italiano". E' giornalista " all'italiana" colui che, iscritto all'albo professionale nazionale, è in grado di distinguere perfettamente la verità da una notizia falsa e decide scientemente di pubblicare la seconda.
Fatte salve rarissime eccezioni è la regola che vige in questo paese di manipolatori seriali, che rispondono ad interessi di editori, o presunti tali, a vario titolo. Quindi non c'è da meravigliarsi se L'Ucraina è sparita dalle cronache quotidiane, fatto salvo il tradizionale sbaciucchio della Meloni con il questuante Zelensky. Dopo la marea di balle che per oltre due anni ci hanno raccontato ad ogni piè sospinto, adesso tutto tace. E perché?. Perché va male, molto male e l'Ucraina è ad un passo dal crollo totale sotto l'avanzare dell'armata rossa.
Ucraina, passo indietro di due anni. Politici di punta, supportati da pseudo esperti militari e giornalisti "all'italiana" appunto, ci hanno deliziato con predizioni catastrofiche per Putin e la Russia. Russia fatta a brandelli con Putin fatto fuori dal popolo ridotto alla fame dalle sanzioni. Insomma troppo superiore la Nato per quei cenciosi comunisti tecnologicamente arretrati per resistere più di qualche mese ( Draghi) se non settimane ( Letta). Stroncati dalle sanzioni ( ad oggi siamo a circa 14.000) non avrebbero potuto reagire alle inevitabili sconfitte sul campo. La realtà, che i nostri media ben si guardano dal dire, è che la Russia non solo sta militarmente ridicolizzando la Nato, ma che la sua economia marcia a vele spiegate ( + 3,5% del PIL nel 2023). Butta invece male per chi celebrò quel viaggio in treno a KIEV, ovvero il trio Draghi Macron Sholz, con circondario di asserviti al padrone americano. Chi trae vantaggio dalla situazione sono anche gli USA del presidente Biden che, assieme al figlio Hunter, ha promozionato il conflitto, facendo leva sul nazionalismo malato di Zelensky. Il circolo mediatico data l'inizio del conflitto nel febbraio del 2022. Ovvero quando Putin decise di prendere l'inaziativa per strappare la regione ucraina russofona del Donbass dai bombardamenti delle milizie naziste, al soldo di Zelensky, che andavano avanti da una decina di anni. E' uno stratagemma mediatico per poter differenziare l'invasore (Russia) dall'invaso (Ucraina), tecnicamente incontestabile ma prescindendo da tutto quello che ha proceduto l'evento. Questa mancata contestualizzazione consente di poter far leva sul diritto all'inviolabilità di un territorio sovrano e sollevare tutta una serie di capitoli del diritto internazionale, che poi porteranno alla condanna della Corte Penale internazionale nei confronti di Putin. Come vedremo lo stratagemma giuridico temporale si ripeterà anche nel caso di Israele.
Infatti nel caso di Israele la data fatidica è il 7 ottobre 2023, quando le milizie di Hamas misero in atto quell'orrendo capitolo di ordinario terrorismo che fu definito un pogrom. A prescindere da tutti i dubbi sulle modalità con il quale è potuto accadere, il fatto in se è stato di una gravità assoluta. Manca tuttavia una contestualizzazione consequenziale, dal momento che nel frattempo Israele stava massacrando decine di migliaia di civili a Gaza, oltre ai continui crimini contro la popolazione palestinese della Cisgiordania, ad oggi quasi totalmente nelle mani dei coloni israeliani, assecondati dall'esercito di quel criminale di Netanyahu Per non parlare dei quasi settanta anni di conflitto che hanno preceduto gli avvenimenti in corso. Anche in questo caso il circolo mediatico malato pone come rapporto di causa ed effetto la data del 7 ottobre, tralasciando i decenni passati e sorvolando sui fatti presenti. Un modo subdolo e artificioso per distinguere il buono dal cattivo; l'invaso dall'invasore appunto.
Come finirà? Nel caso dell'Ucraina malissimo. Nell'ipotesi migliore perdita di parte dei territori, nessuna concessione all'entrata nella Nato e nella UE per la parte restante. Zelensky è un morto che cammina, sulla sua vita non scommeterei un centesimo. Nell'ipotesi peggiore tutta l'Ucraina sparirà e non è detto che finirà tutta in mano russa, visti gli appetiti di alcuni "amici" confinanti. Nel caso di Israele tutto dipenderà da quel pazzoide di Netanyahu e dal suo circondario di integralisti religiosi con spiccate propensioni nazistoide. Se perseguirà nel sogno del grande Israele, con annessioni a destra e a manca a suon di bombe e sterminio di civili, porterà il paese al disastro e lui in galera per crimini contro l'umanità.
Come dire, due storie di ordinaria follia umana proprio a non lieto fine.
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