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Tutti contro Granata... e Fini

La tre giorni ad Orvieto organizzata di circoli nuova Italia di Alemanno, doveva servire a parlare di rilancio dell’azione di governo, di federalismo, di rinnovamento della classe dirigente, ma a tenere banco, e non poteva essere diversamente, sono state le dichiarazioni di Granato.

Prima di tutto Berlusconi apre alla proposta di Alemanno di aprire congressi locali nel 2011 ma ribadisce: ”Dobbiamo far crescere il nostro partito, dobbiamo organizzarlo sempre meglio sul territorio, garantendo la piena partecipazione democratica a tutti gli iscritti e a tutti gli elettori secondo quanto previsto dallo statuto per lo svolgimento dei congressi” ma ,dice il cavaliere,”di non lasciare spazio a contrapposizioni correntizie che paralizzerebbero la vita del Pdl”.

Alfredo Mantovano, che secondo Granata sarebbe uno di quei pezzi di governo che impediscono di raggiungere la verità, chiama direttamente in causa Fini, chiedendo al Presidente della camera di dissociarsi e di pronunciare una parola definitiva sull’argomento in parlamento.

La Russa, invece, pretende pubbliche scuse da parte di Granata, e invita Fini a dimettersi da Presidente della Camera e a entrare nel governo come Ministro dello sviluppo economico.

“Dico all’amico Fabio Granata - dice La russa - o dici nomi, cognomi o almeno dai indizi forti sui pezzi del governo che starebbero ostacolando la lotta alla mafia, e in quel caso io non potrei stare un minuto di più nel governo se una cosa del genere fosse vera, oppure tu chiedi scusa o lascia il partito”.

Alemanno invece dichiara: ”Ho sentito quanto ha detto Granata contro Mantovano, un membro della nostra comunità. Io credo che siano necessarie due cose: primo che Fini e tutti coloro che hanno intenti costruttivi prendano le distanze da Granata ma credo anche, e mi duole dirlo, che sia tempo che Granata vada a farsi un giro fuori”.

Granata invece contrattacca dichiarando:”Nel Pdl a minare la credibilità del partito agli occhi dell`opinione pubblica e della gente comune non sono le cricche, le consorterie, le logge che parlano di affari, denaro, potere e dossier: il vero problema siamo noi, i professionisti dell`antimafia... Non ho davvero nulla di cui scusarmi - dice - perché le verità che ho detto sono oggettive e sostenibili in qualsiasi sede, anche in quella (se esiste) dei probiviri del Pdl dove La Russa e gli ex amici di An potranno chiedere con forza la mia espulsione e ribadire la loro fraterna solidarietà a Verdini e Cosentino”. Poi aggiunge “La Russa continua a strumentalizzare affermazioni serie ed equilibrate da me portate avanti nel contesto della Commissione Antimafia e che erano riferite all’inopinata negazione da parte della Commissione ministeriale presieduta da Alfredo Mantovano del regime di protezione per Spatuzza, considerato attendibile da ben tre Procure sulla questione delle stragi del ’92". E ancora: "Visto che La Russa mi chiede spiegazioni sulle mie affermazioni gli dico anche che io mi riferivo alle decine di esternazioni contro le Procure di Caltanissetta e Palermo colpevoli di cercare irriducibilmente la verità sulle stragi. E, per avere i nomi, La Russa può semplicemente consultare le agenzie di stampa degli ultimi due mesi. Poi - conclude - mi riferisco anche ad un ddl sulle intercettazioni, difeso con forza dal governo in una stesura originale che, per quanto riguarda le intercettazioni telefoniche ambientali, avrebbe indebolito lo strumento più importante per le indagini di mafia, se non fosse intervenuta la nostra volontà radicale di modificarlo. E alle decine di attestazioni di stima e solidarietà, anche da parte di esponenti del governo, dopo una condanna a sette anni a Marcello Dell’Utri per associazione mafiosa e dopo la sua ennesima proclamazione ad ’eroe’ di un mafioso conclamato come Mangano”.

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