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Turbogas di Napoli

A poca distanza dal futuro inceneritore di Napoli è attiva da qualche mese la centrale a gas di Vigliena, al centro di polemiche e proteste dei residenti.

La società Tirreno Power S.p.a. ha riconvertito la vecchia centrale elettrica di Napoli passando dall’olio combustibile al gas naturale, per una produzione di 380 MW a ciclo combinato. Tutto ciò nel silenzio più assordante.

La storia della centrale è paradossale. Per diverse decine di anni il vecchio impianto ad olio combustibile aveva caratterizzato la classica cartolina della città, impastando l’aria di una densa coltre di fumo che si estendeva per svariati chilometri. Poco prima della campagna elettorale del 2006 i principali esponenti politici della città, tramite la pubblicazione di un opuscolo, garantirono che al posto della centrale sarebbe sorto un acquario ed un Museo della canzone napoletana, recuperando così ciò che rimaneva dello storico Forte di Vigliena. Nel frattempo però veniva concluso un accordo in gran segreto che prevedeva la cessione dell’impianto Enel alla Tirreno Power. Dopo le elezioni, il grande imbroglio venne alla luce quasi per caso. Improvvisamente partirono i lavori, tant’è che la gente del quartiere pensava che finalmente il Comune avesse avviato la costruzione del museo e dell’acquario. Ma compresero la dura realtà quando le persone, ed in particolare i bambini, cominciarono a soffrire di violente fuoriuscite di sangue dagli occhi, causate dalle esalazioni di sostanze nocive forse rimosse durante i lavori. Nessuno ne ha parlato, a parte qualche quotidiano locale.

La turbogas di Napoli La centrale è ubicata a pochi metri dalle case. Nell’area sono già presenti la darsena petroli, le raffinerie e la zona Q8, a cui si aggiungerà il futuro inceneritore. Tutto questo in una delle zone più densamente popolate del mondo.

L’utilizzo del gas naturale invece dell’olio combustibile garantisce un inquinamento di certo inferiore, ma gli oncologi fanno notare che da tali impianti si sprigionano ingenti quantità di nanopolveri, causa principale di tumori nelle aree urbanizzate. Ed inoltre la legge non obbliga le aziende a controllare le emissioni di polveri sottili al di sotto della soglia dei Pm10. Ed intanto il governo più lobbista dal dopoguerra in poi continua ad andare avanti, irremovibile nelle sue decisioni.




- La sconcertante vicenda della centrale a gas di Napoli


- Le false promesse nell’opuscolo distribuito dal Comune

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