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Traffic Festival di Torino: l’ingorgo dei fondi

Abbiamo molte cose a Torino di cui andare fieri, ma poche sono realmente conosciute: la Mole, il museo egizio, la Fiat, il gianduiotto e il Traffic Festival. Quest’ultimo ha una storia relativamente più recente rispetto agli altri baluardi culturali della città, ma non per questo risulta meno importante. Dal 2004 il concerto gratuito che si svolge ogni anno al Parco della Pellerina ha accolto artisti nazionali e internazionali di grande richiamo, radunando per ogni edizione una media di 150.000 persone.

Iggy Pop and the Stooges, New Order, Aphex Twin, Joan As a Police Woman, The Strokes, Franz Ferdinand, Lou Reed, Antony and The Johnsons e ancora Carmen Consoli, Perturbazione, Afterhours, Franco Battiato, Baustelle, Vinicio Capossela sono alcuni dei mostri sacri della musica che hanno partecipato al concerto al main stage, la lista non è conclusa, ma non voglio tediare e dilungarmi se non sottolineare che tutti questi artisti vengono raccolti dalla direzione del festival, che comprende tra gli altri il Max Casacci dei Subsonica, disponendo di un budget stanziato per la sezione cultura della città di Torino, nonché dai contributi regionali e di privati. Dal 2006 circa hanno cominciato a circolare voci in città sulla difficoltà di mantenere gratuito un evento del genere, considerando il fatto che oltre ai concerti anche i locali, i musei, e altri palchi fuori città vengono coinvolti nel processo creativo.

Si parlava di far pagare biglietti, niente di grave, l’avrei anche fatto per assistere a concerti così, ci hanno spaventato con la possibilità di trasferire il tutto a Milano (ancora? eh no a Milano no... con tutto il rispetto per la città all’ombra della madonnina, lasciateci qualcosa) e infine ultimamente il carico da mille sganciato dalla crisi economica ha fatto capolino: Non ci sono fondi.
 
Il volo pindarico del Comune e della Regione è durato fino al 16 marzo, giorno in cui l’assessore alla cultura Alfieri ha esposto la situazione monetaria per gli eventi culturali della città, risultato: Il Traffic usufruirà esclusivamente del contributo regionale e dei privati, si taglia signori...è la crisi e dopo che anche S. Paolo (la banca non il santo) si è tirata indietro negando il suo sostegno materiale (e chissà poi come mai vi direte) si è pensato di spostare l’evento prima all’Arena Rock, che l’assessore Montabone e Chiamparino tanto avevano caldeggiato, costata 5 milioni di euro e che giace ancora inutilizzata e poi nei pressi della Reggia di Venaria. C’era bisogno di un luogo abbastanza grande per ospitare un tale numero di persone, che non infastidisse gli abitanti e che garantisse facili spostamenti senza però coinvolgere direttamente la Reggia, appena restaurata e riportata agli antichi fasti.

Si è scelta dunque la location dei Giardini del complesso regale, non ancora restaurati, un’area verde che giunge fino all’aeroporto. La rassegna, da fonti de La Stampa, costa circa un milione di euro, cinquecento dei quali stanziati dal Piemonte; c’è quindi un gran bisogno di turismo e di una corsa alle entrate. Si sa che per salvare qualcosa di grande, qualcos’altro debba soccombere nella corsa all’ultimo euro da spendere per rendere ai cittadini e ai turisti la vera anima musicale di Torino. Il sacrificio di alcune importanti realtà come quella del Castello di Rivoli, uno dei più ferventi nuclei dell’arte contemporanea italiana rimasto a bocca asciutta, di Palazzo Bricherasio e di altri innumerevoli centri culturali a quanto pare era necessario. Non è mai bello decidere cosa lanciare prima da una torre, ed essere costretti a scegliere tra le arti. Quindi, con una faccia tra il dispiaciuto e lo stupito, a metà tra una vecchietta che ha visto gli ufo e una mucca che guarda i treni passare, l’estate torinese tra il 9 e il 12 luglio vedrà ancora tanto Traffic-o musicale. Tutto sommato si può essere contenti, la musica batte sempre sull’asfalto. Gratuitamente.

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