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TraMonti la TAV. Tutte e tutti in piazza l’8 marzo per la democrazia, per la Val di Susa

Quello che ora scriverò con violenza impetuosa e travolgente è una forma di appello che dovrà prendere sostanza. Una sostanza acerba per il potere, dolce per la ribellione.
 
Una sostanza ribelle e dignitosa.
Ricordate il 13 febbraio 2011, la conquista delle piazze e delle strade italiane, da parte delle donne indignate? Il minuto e mezzo di silenzio e poi l'urlo: Se non ora quando?
Adesso è la risposta.
Adesso.
 
In questo preciso momento storico, la democrazia è sospesa.
La Val di Susa è il cuore, l'essenza, il corpo, della ricerca della democrazia, ora oppressa, ora repressa, ora sospesa.
 
Partecipazione, consultazione popolare, rispetto per l'ambiente e per la dignità delle persone, utilizzo condiviso di danaro pubblico, dovrebbero essere elementi che in qualsiasi Paese, che pretende, di definirsi democratico, dovrebbero trovare piena affermazione.
 
Ma ciò in Italia non accade.
Anzi emerge la via della negazione.
 
Cade la democrazia, sale sul trono del governo quella chi io definisco la oligastocrazia, nata dall'unione tra l'oligarchia e l'aristocrazia.
Ed allora, donne, scendete in piazza il giorno 8 marzo per la democrazia, per la difesa della Valle.
 
Invadere strade e città è atto ribelle che offende ogni abuso di potere.
Circolano già proposte di repressione preventiva ancor più aspre di quelle esistenti.
 
Tra chi propone lo stato di fermo in caso di blocco della circolazione stradale, divieti di manifestare davanti ai luoghi istituzionali, controlli mirati del web, blog e similari.
 
Se l'Italia fosse realmente democratica, non dovrebbe temere le contestazioni, non dovrebbe reprimere il dissenso, dovrebbe ascoltare.
E' la violenza della oligastocrazia di Stato che causa la violenza difensiva.
Ogni effetto è determinato da una causa. Il Problema non è l'effetto, ma la causa.
 
Voi, governanti e Stato che non rappresentate più alcuna Sovranità popolare, spogliata dal suo trono sociale, occupato dal potere apicale, siete il problema.
Nel silenzio della concertazione sociale , silenzio che può essere complice della fine della democrazia, l'unica opposizione sociale è quella del popolo, libera da condizionamenti politici istituzionali.
Basta.
 
E con il grido TraMonti la TAV, vorrei vedere l'8 marzo le città italiane conquistate dalle donne.
Per la dignità, per la democrazia.
Senza democrazia non vi sarà alcuna dignità.

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