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Tour de France: la rivelazione tra sudore e fatica

La prima settimana del Tour de France 2012. I personaggi e le vittorie. Le previsioni future

E' nella prima settimana che il Tour si rivela. E oggi, giorno di riposo per i corridori in corsa, possiamo sbilanciarci in osservazioni sui primi 10 giorni di competizione, su quel che è stato e non è stato, ma soprattutto su quel che sarà.

Partiamo dai protagonisti. Il giovanotto terribile che vien dalla Slovacchia, Peter Sagan, ha dimostrato grandi qualità. A un'ottima condizione che gli ha permesso di stravincere su arrivi in leggera salita (Seraing e Boulogne sur mer) a lui congeniali, ha affiancato le più innate caratteristiche di un campione: una determinazione ed un'aggressività speciali, mai dome. Che gli hanno permesso di vincere una volata di gruppo (Metz), in cui il buon Peter ha battutto nettamente un velocista puro in grande condizione come Andre Greipel, che in questo Tour era già giunto all'arrivo trionfante per ben due volte (Rouen e Saint Quentin), procurando al Campione del Mondo Mark Cavendish dolorose sconfitte.

La stella di Cavendish (una sola vittoria, a Tournai) non ha brillato come nel recente passato. E' facile individuarne le cause: primo, il suo obiettivo annuale principale rimane la gara in linea delle Olimpiadi, che si disputeranno a Londra, a casa sua; secondo, non ha come al Giro d'Italia un treno che lo piloti e gli spiani la strada nelle volate, dato che la Sky ha ben altro da pensare.

Il favorito principale della vigilia per la vittoria finale, Bradley Wiggins (nella foto), ha confermato le attese. Circondato da una Sky pensata a sua misura, ha dimostrato controllo della corsa, tenuta sulle prime salite (solo due degne di nota: la Planche des Belles Filles, di 6 km all'8.5% medio, e il Col de la Croix, solo 3.7 km ma al 9% medio) e soprattutto dominio nelle cronometro. Ieri nella prova contro il tempo di Besancon lo abbiamo ammirato: quel corpo lungo ma rannicchiato in una posa orizzontale perfetta, quasi statuaria, e quelle sue gambe così magre e tirate di muscoli e nervi, e quella potenza micidiale sprigionata da un frullio atletico e meccanico continuo, incessante, davvero straripante: uno spettacolo di forza, di metodo e di applicazione, di sacrifici e determinazione.

Al fianco di Wiggins, gregario che gregario non è, troviamo sempre Chris Froome, la rivelazione del Tour che rivelazione può (non) essere. Il britannico Sky, nato in Kenya e cresciuto in SudAfrica, ha vinto a la Planche des Belles Filles il primo arrivo in salita, dopo aver tirato il gruppetto dei grandi, scremato dal suo ritmo e ridotto a sole 4 unità (Wiggins, Evans, Nibali e Froome, appunto). A cronometro, ieri, ha firmato il secondo tempo, beccando 35 secondi dal suo capitano ma facendone beccare 22 a un campione contro il tempo quale è il possente svizzero Cancellara.

Questi i protagonisti, a cui aggiungo il francese Thibaut Pinot, il più giovane del gruppo, classe 90, che ha vinto la movimentata tappa di domenica, arrivata a Porrentruy, con un'azione grintosa ed ostinata, ma soprattutto solitaria dai meno 20 km fino all'arrivo, prima fuga vittoriosa al Tour 2012.

E ora qualche previsione. Wiggins, se non andrà in crisi in alta montagna, vincerà il suo primo e tanto sognato Tour de France, dominando e vincendo anche l'ultima cronometro di Chartres, lunga 54 km. Se sarà crisi per il capitano, il gregario che non è gregario (Froome) uscirà allo scoperto, qui sì rivelandosi pura sorpresa, e potrà trionfare sugli Champs Elysees, avendo dalla sua forza, freschezza e zero pressioni. Il genuino Cadel Evans potrà sferrare qualche attacco in salita, ma è arduo un bis in giallo a Parigi, a meno di sorprese nei tapponi pirenaici della terza settimana. Il siciliano di Toscana Nibali, il buon Vincenzino, deve soprattutto tenere duro, là coi più forti, ma in una bella picchiata (discesa) ripida e tecnica, perché non provare il colpo (colpino, colpaccio, o no-colpo)? Favorito unico per la maglia verde, per la classifica a punti: Peter Sagan. Per una bella fuga da lontano alpina o pirenaica: Michele Scarponi, il marchigiano.

Ecco, ho rivelato come mi si è rivelato il Tour de France 2012. E sono sicuro che mi si rivelerà ancora, e in maniera netta, ma diversa dalle mie rivelazioni attuali. Perché se le mie rivelazioni sono astratte e mediate e distanti, le rivelazioni vere, quelle che scaturiscono dalla corsa, sono il sudore e la fatica di ogni corridore, sono la sua forza d'animo e i suoi sogni di gloria, o la sua bruciante ma inevitabile sconfitta.

Sempre SAD, Salvo Assunzione Doping.

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