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Tiziano Terzani, esploratore del mondo e del "sé"

Si è tenuta a Venezia la convention che ha celebrato la donazione della biblioteca personale del giornalista fiorentino, esploratore del mondo e del “sé”, e l’inaugurazione del Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate.

Tiziano Terzani c’era, era lì. Due giorni interamente dedicati a lui, un’esplorazione a tutto tondo, sull’evoluzione professionale e lavorativa. Cinque sessioni suddivise per fasi: il Terzani giornalista, scrittore, esploratore, spiritualista e idealista.

Si è “svestito” del suo corpo nel 2004 ed ora è ovunque, in quel tutt’uno senza confini che ha percepito nell’ultimo periodo della sua vita terrena. E l’eredità che ha lasciato vive e viaggia accanto alle anime inquiete di chi, come lui, ricercano l’altrove.

Il mio sogno è di diventare immortale – diceva - in quella piccola, brevissima immortalità – l’ironia è qui – di un mio libro che rimarrà in una biblioteca e fra cento anni qualcuno tirerà fuori e dirà: “ma chi era questo qui?”, e viaggia per un giorno o una settimana con me, di nuovo, in uno dei posti in cui ho viaggiato. In quel momento vivrò un altro piccolo spazio di vita”.

Alla fine, il sogno seppur contraddittorio di raggiungere l’immortalità si è realizzato. La moglie conosceva bene questo desiderio, e doveva solo trovare il luogo adatto.

Quale posto migliore se non l’isola di San Giorgio a Venezia, lontana dal turismo di massa, per accogliere quei preziosi compagni di viaggio da cui Terzani non si separava mai. I libri.

Un patrimonio librario di circa 6 mila volumi della sua raccolta personale è stato donato dalla moglie e faranno parte della biblioteca del nuovo Centro Studi di Civiltà e Spiritualità Comparate, alla Fondazione Cini, che ha inaugurato le attività con il convegno internazionale, tenutosi il 31 maggio e 1 giugno, dal titolo “Tiziano Terzani: ritratto di un connaisseur”. Spirito libero, curioso del mondo e delle sue moltitudini, esploratore dello spirito, qualcuno lo ha definito “entronauta”, ma si sa non amava essere etichettato. Difficile inquadrare Tiziano Terzani. Ci hanno provato i relatori, amici, colleghi, studiosi o semplicemente lettori delle sue opere, tra cui i giornalisti Carmen LasorellaGian Carlo Calza, il biografo nonché coordinatore del convegno Alen Loreti, il fotografo Vincenzo CottinelliGiuliano Amato eAlberto De Maio, compagni di studi di Terzani, don Silvano Nistri, che ne ha perfettamente analizzato la dimensione spirituale, lo scrittore Eraldo Affinati, Ekkehart Krippendorff ed altri. Oltre alla presenza attenta e raffinata della moglie Angela, compagna di vita e di viaggi, e alla profonda sensibilità e gentilezza dei figli Saskia e Folco. Ma non sono mancati momenti di pareri contrastanti, quasi a testimoniare la difficoltà di delimitare la personalità di Terzani, così allergica a qualsiasi tipo di definizione che diventava molto presto stretta come una gabbia. In certi frangenti Carmen Lasorella si è immaginata il sorriso sornione di Tiziano in risposta a chi lo stava interpretando in maniera distorta. Ed alla fine ha aggiunto:

C’è stato un momento, mentre Saskia leggeva un brano, in cui si vedeva un fotografo con una gran teleobiettivo vicino ad un’altra persona con una piccola macchina fotografica, che hanno scattato nello stesso istante in cui un raggio di luce entrava dalla finestra fino ad abbracciare la figlia. Ecco, questo sarebbe piaciuto a Tiziano”.

La Fondazione Cini, come del resto l’isola che la ospita, è uno spazio protetto, come lo ha definito il segretario generale Pasquale Gagliardi, “dove si coltiva la bellezza in tutte le sue forme, dove si accumula le riserve contro l’inverno dello spirito. E se è vero il detto dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, i libri di Terzani ci raccontano molto di lui. Saranno riuniti in un’unica stanza dedicata e non suddivisi per temi come solitamente si fa nelle biblioteche. Non saranno semplicemente i libri di Tiziano Terzani, ma il più bello e fedele e dei ritratti”.

Avere un libro che ti accompagna è meraviglioso – diceva Terzani- è il miglior compagno di viaggio: sta zitto quando non vuoi che parli, parla quando vuoi sentir dire qualcosa, ti dà senza chiedere. I miei veri grandi amici sono lì, nella mia biblioteca”.

Il Centro studi si configurerà come la naturale evoluzione del preesistente Istituto “Venezia e l’Oriente”, sorto nel 1958 per promuovere lo studio delle civiltà dell’India e dell’Estremo Oriente, e si prefigge una prospettiva ancor più allargata, uno sguardo alle tradizioni spirituali del mondo e non solo a quelle orientali. Una prima trance di 2700 libri sono già arrivati a Venezia, e si prevede l’inizio della catalogazione nel mese di settembre, con l’arrivo del rimanente nucleo. Nello specifico si tratta di 2230 libri sulla Cina, di cui 400 sul Tibet e Asia; 1183 sull’Indocina, Birmania, Hong Kong, Singapore, Malesia; 1700 riguardanti l’India e 925 sul Giappone.

“I volumi che Tiziano ha raccolto nell’arco della sua vita – ha raccontato Angela Terzani Staude – erano tutto per lui, perché i libri non si limitava a comprarli, ma li recuperava dagli antiquari, ai mercati di ogni villaggio. Li cercava e li custodiva con cura. Dietro ogni titolo c’è una storia, ogni singolo libro è un tentativo fantastico di capire la realtà. Mi ha sempre detto che dopo la sua morte avrei potuto lasciarli a chi volevo, ma avrei dovuto mantenerli tutti insieme. Quando ho visto la biblioteca della nuova manica lunga, ho capito che la Fondazione Cini era il posto giusto per accoglierli.” E ancora: “Tiziano nell’ultimo anno della sua vita ha tirato fuori un vecchio libriccino, pubblicato negli anni ’30, Orizzonte perduto di James Hilton. Ne parlava in casa con tanto entusiasmo. All’inizio non mi rendevo conto di cosa ci trovasse di tanto speciale. Poi, col tempo ho capito. Il romanzo è ambientato a Shangri-La, un monastero tibetano dove vivono dei saggi provenienti da ogni parte del mondo. Studiano, meditano e vivono felici. E’ il racconto di quattro persone che giungono in questa antica città quasi spinti dal destino e la conoscenza di tutto ciò cambierà il loro percorso. Ho capito il sogno di trovare un posto sperduto dove niente si distrugge e tutto si conserva. E ringrazio Pasquale Gagliardi per il coraggio delle sue visioni”.

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