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The Golden Chicken, caccia al pollo d’oro

Sui mercati finanziari la vita di una persona vale molto meno di un euro

 

Sui mercati finanziari la vita di una persona vale molto meno di un euro.

Le prossime obbligazioni subordinate potrebbero essere di polizza-vestite (o di consulenza finanziaria indipendente - vestite).

Competenza può significare consapevolezza del proprio ruolo. Chiunque sia incaricato di fare scelte d’investimento, il consulente agli investimenti indipendente (di seguito CFI), ha il potere - e il dovere - di decidere lui, da solo, dove deve andare, a chi deve andare, 1 milione di euro, 2 milioni di euro, 5, 10 milioni di euro. E, per il bene della comunità, nell’interesse di tutti e di ciascuno, auspicabilmente tutta la liquidità circolante, almeno quella privata.

L’attuale impianto legislativo che stà per entrare a regime prevede che questa persona, il CFI, o chiunque altro sia incaricato del dovere di fare scelte d’investimento, non sia più legato mani e piedi al proprio cliente ed alle autorità pubbliche di controllo e giurisdizionali come è stato fin’ora, dal 2000 ad oggi. Lo stesso periodo in cui nel frattempo le reti di venditori fuori controllo gettavano il mondo nell’abisso. Bensì sia obbligato a ricevere ordini da chiunque gli si para intorno.

E’ con gli ordini professionali che si manipola una comunità

E’ con gli ordini professionali che si manipola operativamente una comunità.
Un CFI in mano a (superfantastiche)associazioni o enti vari è un CFI in mano a chiunque, come comprende istintivamente ogni risparmiatore. E se non all’inizio, è destinato a comprenderlo molto presto.

Il meccanismo legale introdotto ora che prevede ciò, è quello degli obblighi “baciati”: il governo introduce un obbligo (dicibile), poi gli operatori del mercato sono autorizzati a vincolare l’adempimento di quell’obbligo ad un altro genere di comportamento (indicibile).

Nel caso in esame, sono le assicurazioni “baciate”. Il governo italiano ha previsto l’obbligo dell’assicurazione RC Professionale per il CFI (obbligo dicibile), ma le compagnie assicurative in Italia rifiutano la polizza a meno che il CFI non si associ a “sigle sindacali” (obbligo indicibile), individualmente e privatamente, o altro genere di enti scelti dalle stesse assicurazioni. Associazioni, enti, sindacati, ecc. tutti-sulle-prime-pagine-dei-media-della-movida-finanziaria-tutti-i- giorni, chiaramente, ma al cui interno gira di tutto.

Nella realtà quotidiana, ovunque girano soldi, al di fuori del rapporto esclusivo CFI-cliente (soggetti che si scelgono tra loro) gira di tutto, ogni tipo di interesse, faccendieri, lobbisti, partiti politici, mafiosi violenti e avvocati impotenti.

La legge non solo non tutela più l’indipendenza del Consulente Finanziario, ma lo obbliga a ricevere da questi, ordini, minacce e suggestioni, sotto la minaccia della revoca dell’abilitazione dell’esercizio dell’attività professionale, con modalità del tutto arbitraria, discreta e discrezionale. E su base giornaliera. Altro che cosmesi dei prospetti informativi.

(Cfr.: Decreto MInisteriale, D.M. 24 dicembre 2008, n. 206, art 6; Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato - AGCM, Rif.Risoluzione DC9299P, Prot. 0036416).

La direttiva europea, Dir.2014/65/UE, MiFID II, art 3, prevede, invece, la possibilità della responsabilità del CFI in solido con il risparmiatore, come è sempre stato fin’ora.

E così le prossime obbligazioni subordinate, c’è da aspettarsi, non saranno più solo di “immobili” o di “derivati” vestite, ma di polizze-vestite (o di consulenza-finanziaria-indipendente vestite).

Sui mercati finanziari, lasciati alla mercè dei disegni di persone serissime, la vita di una persona, del risparmiatore e del suo CFI, vale molto meno di un euro. Anzi è considerata un ostacolo e ciò che vale è eliminarla. L’impianto legislativo del 2008 non ha messo soldi e risorse sulla loro tutela (ex art 48 ecc.ecc.), li ha messi - e tanti - sulla loro eliminazione.

Il lavoro sporco poi, lo sappiamo, lo faranno i loro attachè, ma come sostengono i migliori analisti finanziari indipendenti, e concordo, far dipendere le sorti di una nazione da assicuratori incompetenti non solo è ridicolo, illegale e disonesto, ma un errore.

Come una banca guadagna molto di più se il debitore fallisce, una assicurazione guadagna molto di più se l’assicurato perisce. E molto di più ancora se anche tutti gli altri aventi diritto periscono.

Questo non significa che vanno eliminate le compagnie di assicurazioni, così come non significa che vanno eliminate le agenzie funebri. E’ proprio la chiave del successo di una società che ognuno e chiunque sia assegnato al proprio ruolo in cui esprimere la sua preziosa funzione ed originalità. Semplicemente forse non dovremmo dare alle agenzie funebri la gestione, la regolazione, il controllo, la vigilanza e neanche la formazione professionale e l’educazione di una comunità. Figuriamoci degli ospedali.

Competenza può significare consapevolezza del proprio ruolo e dei propri limiti. La tutela del consumatore non è quasi mai nella previsione teorica delle norme sui comportamenti da tenere, ma nell’attuazione pratica e quotidiana in cui avvengono in concreto quei comportamenti. Ogni schema legislativo a tutela del consumatore è destinato ad essere manipolato o inattuato in infiniti modi se chi è chiamato a darvi attuazione (nei singoli condomini, uffici o domicili), ha interesse contrario.

Prospettive di legislazione

All’inizio dell’ultima crisi, in Europa, in Italia, i burocrati non facevano altro che inveire scandalizzati contro imbroglioni-“locuste” che avevano messo a ferro e a fuoco i popoli. Poi gli altri hanno fatto la riforma dei mercati, da noi invece quando ci siamo accorti che la fabbrica di locuste eravamo noi, improvvisamente non se ne è più parlato. I più distratti son tornati in silenzio a cercare finte protezioni nelle assicurazioni o nei loro sindacati (peer marketing, creazione di enti, gruppi, categorie e intermediatori vari a fini di vendita) e i familicidi son tornati ad essere imputati alla sindrome di Edipo.

D’altra parte, è però importante che all’interno dei propri limiti ognuno dia il suo. Una tecnica normativa analitica, anziché di sintesi, non fa altro che aumentare la produzione di norme di dettaglio che, nella realtà quotidiana, aumenta il potere di attuazione discrezionale e di interpretazione del venditore. Ed è esattamente questa la tecnica a cui il regolatore è stato pilotato dal venditore e dalle authority, per la destabilizzazione strutturale del normale e ordinato funzionamento dei mercati finanziari negli ultimi 20 anni. Predisporre teste da far rotolare ex post (o mance, inducements, da distribuire a pioggia a tutti quelli che aiutano a distribuire polizze, e poi i mutui) non fa altro che cercare di nascondere il carattere distruttivo ed antieconomico per il mercato, lo Stato, individui, imprese e famiglie, piegare parte della comunità alla compartecipazione ed alla complicità col solito binomio di minacce&mancette e puntellare un impianto basato sulle solite feroci scorribande quotidiane all’interno di imprese e famiglie.

Il punto non è quale sia la norma migliore da sfoggiare a tutela del risparmiatore, ma garantirsi che, qualunque norma sia scritta, venga poi attuata nel concreto della quotidianità operativa. Lo si fa già normalmente per i comportamenti letali. Altrettanto facilmente dunque lo si saprebbe ben fare con i comportamenti vitali.

Accettare di assegnare al venditore l’attuazione di quelle norme, la tutela del risparmiatore nella pratica quotidiana, è solo un alibi per il regolatore che vuole aggirare i propri obblighi. Sul mercato esiste un venditore ed un compratore, tertium non datur. Chiedere al venditore di tutelare il compratore significa soltanto chiudere i propri atti normativi, incassare il compenso e prepararsi ad andare in ferie lieti e contenti di aver ingessato il mercato e di aver affidato le proprie uova alle cure attente e amorevoli di attente e serissime faine(Davide Battista, CFI, sb-ic.com, 15 Maggio 2018).

Questo articolo è stato pubblicato qui

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