Tennis-Coppa Davis: Italia in cima alla storia
ITALIA IN CIMA ALLA STORIA Dopo 47 anni l'Italtennis torna sul tetto del Mondo. Merito in primis del giovanissimo J. Sinner, l'uomo nuovo dello sport azzurro.
Il tennis molto spesso sa essere una ideale metafora di vita. Un esempio eclatante di come un inatteso alito di vento possa di colpo mutare di netto il normale corso degli eventi, facendogli imboccare una direzione completamente differente da quella indotta dalla bussola degli astri. Ed è così che può capitare che il fato si diverta a correggere le traiettorie precostituite di una circostanza, di un evento, di una situazione. O di una partita di Coppa Davis... Ad un certo punto pareva proprio che il giulivo cammino dell'Italia si dovesse arrestare in semifinale dinnanzi allo scoglio della coriacea Serbia. Lorenzo Musetti, complice un problema fisico, si era inchinato al suo non irresistibile avversario. Perciò Jannik Sinner avrebbe dovuto fare un miracolo contro il numero uno del ranking mondiale - fresco vincitore degli ATP Finals - Novak Djokovic, ma costui si era mostrato ancora una volta un ostacolo insormontabile per il talento altoatesino. A sbarrargli la via del successo si erano approntati addirittura ben tre match point in favore del fenomeno slavo, che con fare inquietante minacciavano apertamente, e senza ammettere repliche, di chiudere anzitempo l'avventura nostrana nel Campionato del Mondo della racchetta. L'Ineluttabile, con il suo sguardo truce, era già pronto a riscuotere il reclamato corrispettivo e nulla ormai lasciava presagire un cambio di programma. L'uscita di scena dell'Italia dal torneo dei tornei era poco più che una formalità da espletare senza tanti proclami. Ma, come nei migliori film ad alta suspense, non si erano fatti i conti con l'Incredibile. O meglio, non si erano fatti i conti con Sinner. L'uomo dalle mille risorse, l'uomo che non molla mai, e che anzi sovente viene fuori proprio nei momenti topici, nelle circostanze più difficili, quando tutto sembra perduto, quando l'Inevitabile si accinge a passare all'incasso. Djokovic in tutta la sua carriera non aveva mai lasciato per strada tre palle match. A farsi beffe delle statistiche ci ha pensato proprio lui, l'inviato degli dei del tennis italiano, che con la consueta calma serafica che lo contraddistingue (diventata la specialità della casa) ha rimesso velocemente le cose al suo posto, correggendo in extremis la traiettoria nefasta dell'Inevitabile, dirottando altrove gli influssi negativi delle stelle. Dopo lo scampato pericolo Sinner ha quindi messo il turbo, schiantando il suo illustre avversario 6-2, 2-6, 7-5 (ottenendo la seconda vittoria sul serbo in pochi giorni), salvando per i capelli la sua partita e l'intera spedizione azzurra. Quindi, a distanza di pochissime ore, avrebbe concesso il bis nel “doppio” con L. Sonego, permettendo all'Italia di Filippo Volandri di agguantare dopo ben 25 anni di attesa la Finalissima del massimo torneo a squadre. Poi contro la modesta Australia (nobile decaduta della racchetta), a suggellare un'annata meravigliosa e straordinaria, scrivendo una lussureggiante pagina di storia dello sport tricolore, sarebbe arrivato il degno ed insigne epilogo, per Sinner e per l'intero tennis nostrano, conquistando dopo 47 anni la tanto agognata “insalatiera d'argento” che ci mancava dal lontano 1976 (dai tempi di un certo A. Panatta...), quando i nostri eroi schiantarono a domicilio il Cile di quel demonio di A. Pinochet: era l'anno in cui in Argentina s'instaurava la terribile dittatura da incubo di J. Videla; negli Stati Uniti, esattamente, in California, Steve Jobs e Steve Wozniak fondavano la mitica Apple Computer ed in Cina moriva Mao Zedong. A ridare lustro al nostro tennis, a distanza di circa mezzo secolo, ci hanno pensato i vari M. Arnaldi, L. Musetti e L. Sonego. Ma ci ha pensato soprattutto lui, il protagonista indiscusso J. Sinner, l'uomo nuovo del tennis azzurro, tornato finalmente, dopo tanti anni di torpore, ai vertici mondiali. Con la viva speranza di restarci a lungo. E che i nostri sogni si possano presto trasformare in realtà. Alberto Sigona 27 novembre 2023.
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