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Teatro la Fenice: programma Stagione 2024 di Musikàmera

Presentata alle sale Apollinee della Fenice Anni Venti, l’ottava stagione concertistica dell’Associazione veneziana.

Alla presenza dell’intero consiglio direttivo di Musikàmera – Sonia Guetti Finzi, presidente; Franco Rossi, vicepresidente; Lucas Christ, segretario ; Vitale Fano, direttore artistico - , del direttore generale del Teatro La Fenice Andrea Erri e del Sovrintendente e direttore artistico del Teatro Fortunato Ortombina, è stata presentata la nuova stagione di Musikàmera, che inizierà il 17 e 18 gennaio 2024 con un concerto del duo Andrea Mastroni, basso e Mattia Ometto, pianoforte che interpreteranno Die Schone Mullerin (1823) di Franz Schubert.

Il primo a prendere la parola, Andrea Erri, ha definito la Fenice come un organismo, un Agorà di quella che è la comunità veneziana, in un contesto povero di iniziative, che riguardino il suo coinvolgimento. Ha elogiato la sezione Musikàmera giovani, cui la Fenice tiene molto, che aiuta gli studenti delle scuole di primo e secondo grado ad avvicinarsi alla musica, definendo in sintesi Musikàmera un luogo di aggregazione musicale e culturale.

Importanti, in un secondo momento, le considerazioni/riflessioni, espresse da Fortunato Ortombina.

Premesso che mi piace vedere la gente che va e viene alla Fenice, ormai mi accorgo con piacere come ogni anno cresca un’affezione per Musikàmera.

La crescita del fluire di musica e di gente contribuisce ancor di più a far sentire la Fenice come Agorà.

Se poi diamo un’occhiata al cartellone dal punto di vista del contenuto, è una stagione di straordinario livello.

Ho potuto constatare che c’è gente che va ai concerti di Musikàmera e non va a vedere le opere. Questo aiuta a far capire che la Fenice è sempre più di tutti.

Nella musica da camera c’è un grande lavoro da fare : scoprire se l’artista fa al caso nostro per eseguire un programma scelto riflettendo dapprima sulla letteratura musicale (per intendersi, si parte dal programma per arrivare poi agli interpreti.

Il Sovrintendente ha quindi elogiato Sonia Finzi, la presidente, non solo per la capacità di cercare le risorse economiche, ma anche perché quando serve ci mette del suo.

Ha concluso il suo intervento definendo Musikàmera una costola della Fenice.

Sonia Finzi ha confessato di essere particolarmente orgogliosa della nuova stagione. E’ il frutto dell’attento lavoro di un gruppo unito che darà al nostro affezionato pubblico la possibilità di ascoltare sia grandi nomi del concertismo internazionale, che giovani di sicuro talento.

Ha poi fatto presente che il Premio Finzi alla carriera, istituito quest’anno, in memoria della madre, assidua frequentatrice della Fenice, nel 2024 salterà per indisponibilità della sala

Finalmente, Vitale Fano ha ampiamente parlato del nutrito programma, che mira ad affrontare un arco cronologico e un panorama stilistico ampi e articolati, coinvolgendo un ventaglio di organici cameristici rappresentativi.

Citando la presenza di nomi importantissimi del panorama internazionale mondiale (ad esempio il pianista Danil Trifonov, il 22 gennaio al Teatro Malibran) siamo riusciti ad avere con un po’ di fortuna Janine Jansen (violino) e Denis Kozhukhin (pianoforte) per il concerto di chiusura il 2 novembre.

Nel complesso, la stagione è fatta di 35 concerti - due in Sala Grande, uno al Malibran, dodici in doppio turno alle Apollinee -, articolati in 23 differenti programmi, con interpreti di selezionatissimo livello artistico, pensati per esplorare il grande repertorio strumentale e vocale da camera dal Quattrocento ad oggi.

Ma la novità principale – ha proseguito Fano – sta nel titolo, Anni Venti, riferito alla riflessione su un decennio che negli ultimi sette secoli è stato ricco di momenti significativi per l’evoluzione della musica.

Negli anni Venti del Quattrocento nascono i primi mottetti di Dufay; nel 1527 Willaert viene nominato Maestro di cappella nella Basilica di San Marco a Venezia; negli anni Venti del Seicento Monteverdi è attivo a Venezia e pubblica il celebre Lamento d’Arianna, unica testimonianza sopravvissuta dell’opera Arianna.

Nel Settecento, gli anni Venti sono quelli in cui Bach suggella l’affermazione della nuova scala temperata con il primo libro del Clavicembalo ben temperato, mentre Jean-Philippe Rameau e Joseph Fux danno alle stampe importanti testi di armonia e contrappunto.

Nell’Ottocento, sono gli anni della pubblicazione dei 24 Capricci di Paganini e del passaggio dagli ultimi capolavori di Beethoven e Schubert alle opere di esordio della nuova generazione romantica formata da Mendelssohn, Schumann, Liszt e Chopin.

Nel Novecento sono gli anni della dodecafonia di Schönberg, del Neoclassicismo di Stravinskij, di alcune importanti composizioni di Bartók e Janáček, dei primi lavori di Shostakovic, della nascita di Ligeti.

Infine gli anni Venti del XXI secolo sono quelli in cui viviamo e in cui continua a nascere musica da camera che merita di essere eseguita e ascoltata. La Stagione 2024 propone quindi un ventaglio di brani significativi degli anni Venti attraverso i secoli, contestualizzati in modi diversi con l’intento di cogliere, ove possibile, sviluppi, punti di svolta e momenti salienti dell’evoluzione musicale.

Nel contempo rimangono vivi i temi e le idee che hanno guidato la programmazione artistica degli anni precedenti.

- Continua l’esecuzione integrale della musica da camera di Brahms;

- si conclude l’esecuzione integrale dei trii di Mendelssohn, Schumann e Brahms, iniziata nel 2022;


- si conferma la presenza di una sezione dedicata al Novecento storico italiano, organizzata in collaborazione con l’Archivio Musicale Guido Alberto Fano Onlus. Sono in programma composizioni di Giuseppe Martucci, Ferruccio Busoni, Alfredo Casella, Gian Francesco Malipiero, Ottorino Respighi, Silvio Omizzolo, Luigi Dallapiccola e Guido Alberto Fano;

- si guarda alle ricorrenze ricordando i 350 anni dalla morte di Giacomo Carissimi (1605-1674), i 150 anni dalla nascita di Arnold Schönberg (1874-1951), il centenario della morte di Giacomo Puccini (1858-1924) e di Ferruccio Busoni (1866-1924).

Ha preso poi la parola Franco Rossi, responsabile dei concerti riservati alla musica antica.

Il primo, il 5 e 6 marzo alle Apollinee, avrà per protagonista l’ensemble Odhecaton, diretto da Paolo da Col. Nel programma di brani polifonici a cappella del XV° e XVI° secolo, è da segnalare il mottetto isoritmico (largamente basato su delle proporzioni matematiche riguardo alle voci), composto da Guillaume Dufay, in occasione dell’inaugurazione della cupola di Brunelleschi a S.Maria del Fiore a Firenze. Dal padre della scuola borgognona, franco-fiamminga, esce Adrian Willaert, presente nel programma, che fece nascere la scuola musicale veneziana. Le musiche degli autori in programma, sono adorate da molti compositori odierni (tra cui il veneziano Claudio Ambrosini).

Nel secondo concerto il 5 e 7 giugno alle Apollinee, protagonista il quartetto Ars Cantandi. Musicisti di Accademia Bizantina, si ascolteranno musiche dedicate alla monodia accompagnata del Cinque-Seicento. Nel programma compare un musicista poco celebrato, Giacomo Carissimi (Marino, vicino Roma, aprile 1605 – Roma, 12 gennaio 1674), una delle figure principali della vita musicale romana, compositore di oratori, musica sacra, cantate e composizioni profane che furono apprezzati in tutta Europa e vennero assunti a modello dai compositori delle generazioni successive.

Il terzo concerto, il 22 ottobre alle Apollinee, Veneziane regine e Imperatrici, ha anche lo scopo di ricordare il più significativo Fondo musicale a Venezia, in Italia e forse anche nel mondo : il Fondo Contarini

Andrea Contarini, procuratore di San Marco, ordinò che nella sua villa a Piazzola sul Brenta venissero copiate tutte le musiche per la biblioteca.

Tra i manoscritti del Fondo Contarini pervenuti alla Marciana, a seguito del lascito degli ultimi eredi della famiglia, di particolare importanza è il corpus di 112 partiture seicentesche di drammi per musica, forse i codici musicali più preziosi e consultati della Biblioteca, comprendenti musiche di Claudio Monteverdi, Francesco Cavalli, di cui alcuni probabili autografi, Marc'Antonio Ziani, Antonio Sartorio, Carlo Pallavicino ed altri. A questi si aggiunge un gruppo di altri 8 manoscritti contenenti raccolte di arie e cantate, fra cui importanti quelle di Alessandro Stradella.

Interprete del programma di arie inedite del secondo Seicento è Giulia Semenzato, un vanto della nostra scuola, protagonista di una carriera strepitosa, come ha voluto sottolineare in conclusione Franco Rossi.

Del periodo classico sono in programma brani di Mozart (Sonata K332, Quartetto K464, Quintetto per pianoforte e fiati K452), di Beethoven (Sonata op. 106, Bagatelle op. 126, Quintetto per archi op. 29, Quintetto per pianoforte e fiati op. 41 e un brano singolare come la trascrizione per violino e pianoforte della Nona Sinfonia, il 27 marzo alle Apollinee), e un Quintetto di un musicista poco noto come Franz Danzi (1763-1826), il 28 febbraio alle Apollinee.

Il Romanticismo gioca un ruolo fondamentale nel programma, a cominciare da due capolavori assoluti della liederistica tedesca: i cicli Die Schöne Müllerin di Schubert e Frauenliebe und Leben di Schumann.

Brani strumentali sono i Capricci di Paganini; il Quartetto Rosamunde e il Trio D929 di Schubert; la Sonata op. 105 per violino e pianoforte, i trii op. 80 e op. 110 di Schumann;

le Variations Sérieuses op. 54, il Quintetto per archi op. 18, il Capriccio op 81 n. 3 di Mendelssohn; i Preludi op. 28 di Chopin;

il Trio op. 87, il Trio op. 40 con il corno, lo Scherzo della Sonata FAE, le Sonate op. 100 e op. 108 per violino e pianoforte, la Sonata per violoncello e pianoforte n. 3 op. 108, le Fantasie op.116 per pianoforte ; liriche vocali da camera di Brahms (il 12 giugno alle Apollinee).

L’area francese vede quest’anno la sola presenza di Debussy (7 e 8 febbraio alle Apollinee).

Anche nel 2024, tratto distintivo della programmazione è la consistente presenza del Novecento europeo, con brani di autori ormai noti al grande pubblico come Stravinskij, Schönberg, Bartók, Kodaly, Zemlinsky, Shostakovic, Ligeti, Messiaen, ai quali si aggiungono alcuni compositori europei dei nostri tempi, come l’armeno Alexander Arutiunian, la tedesca Birke Bertelsmeier e l’italiano Orazio Sciortino, che si esibirà il 29 maggio alle Apollinee.

Tra gli appuntamenti di spicco, oltre ai citati Trifonov e Jansen/Kozhukhin , in sala Grande il 26 maggio ci sarà il pianista e direttore d’orchestra russo Michail Pletnev, impegnato nei 24 preludi di Chopin e Skryabin.

Sempre più rilevante la presenza di grandi interpreti anche alle Sale Apollinee:

András Schiff il 20 e 21 marzo suonerà musiche a sorpresa su un fortepiano storico, un Blüthner del 1859 in arrivo dalla Germania. Un appuntamento da non perdere anche per ammirare da vicino la sua strepitosa tecnica, e che si è concretizzato per una consolidata amicizia e per il suo desiderio di esperimentare un concerto diverso rispetto al solito ;

un sestetto di fuoriclasse quali Lonquich (padre e figlio), Bronzi, Gringolts, Kavčič e Kopatchinskaja eseguirà un programma che culmina nel Pierrot Lunaire di Schönberg (7 e 8 aprile);

un trio formato da Martin Owen (primo corno della BBC Symphony Orchestra), Francesca Dego e Alessandro Taverna (20 e 21 febbraio);

il violinista cinese Ning Feng, virtuoso del violino, primo premio al Concorso Paganini di Genova nel 2006 (2 e 3 maggio);

Silvia Chiesa e Maurizio Baglini, violoncello e pianoforte, eccezionale coppia artistica oltre che nella vita (18 e 19 giugno).

Fra i giovani di grande talento si segnalano i soprano Miriam Albano, Silvia Frigato e Giulia Semenzato, mentre fra gli ensemble ci sono il Quintetto Bartholdy, il Quartetto Kuss, il Quartetto Armida, il Trio Hesperos e il Trio Atos, che torna da Berlino per concludere l’integrale dei trii di Mendelssohn, Schumann e Brahms (15 e 16 ottobre).

La collaborazione di Musikàmera con il Teatro la Fenice si concretizza nella presenza di un quartetto di fiati formato da musicisti dell’orchestra del teatro, che suona in quintetto con il pianista Massimiliano Ferrati (28 febbraio).

L’ultimo a parlare del consiglio direttivo è stato il segretario Lucas Christ, che ha sottolineato come il progetto Musikàmera giovani sia strettamente legato al reparto Educational della Fenice. Inoltre, essendo stato nominato direttore artistico del festival di Riva del Garda, sta già concludendo una collaborazione, che esporterà anche lì alcuni appuntamenti della rassegna.

Concludo queste mie note con il commento finale di Vitale Fano : Sarà una stagione ambiziosa, ricca e articolata, pensata per far crescere la passione per la musica da camera e con la convinzione che Musikàmera e Venezia si stanno ponendo al livello delle maggiori istituzioni concertistiche italiane e internazionali.

 

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